Come bere Borgogna tutti i giorni e vivere felici (quarta parte)4 min read

Cremosi crémants

L’ultima appellation macro-regionale, che investe cioè tutta la Borgogna, è quella dei Crémants de Bourgogne. Si tratta di spumanti metodo champenois generalmente di buona qualità, in alcuni casi ottima, con la mal celata ambizione di misurarsi con gli champagnes. Del resto perché non dovrebbero?

Molesme, nello Châtillonnais, estrema propaggine della Côte d’Or settentrionale, da tempo tra i terroir più vocati della Borgogna per la produzione di spumanti, si trova geograficamente quasi nell’Aube.  Les Riceys, con i suoi famosi rosé, è ad appena dieci chilometri, e anche  meno in linea d’aria: lì si produce Champagne, qui solo Crémants de Bourgogne .

I vini sono gli stessi, ma gli effetti del frazionamento dipartimentale seguito alla Rivoluzione francese ha prodotto differenze economiche rilevantissime. I Crémants, si è detto, possono essere prodotti in tutto il territorio regionale, ma la metà di essi si concentra nella Saône-et-Loire (soprattutto a Rully, e nelle cooperative), subito dopo vengono la Yonne (principalmente nell’Auxerrois, dove sono le cantine spettacolari di Bailly-Lapierre a St. Bris-le-vineux) e  (sorpresa?) nella Côte-d’Or, a Nuits-Saint-Georges, dove,  nacquero oltre un secolo prima  gli antenati dei Crémant, i Bourgogne mousseaux. Ma questa è una storia che meriterebbe un articolo a parte.

Come gli Champagnes, i Crémants  possono essere declinati in bianchi e rosé. Per la produzione dei loro vini di base occorre almeno il 30% di uve definite di prima categoria (pinot noir, chardonnay, pinot gris e pinot blanc) e per il resto di uve di seconda categoria: gamay (al massimo 20%), aligoté, melon e sacy.

Come per gli Champagnes, i crémants blancs de Bourgogne sono denominati “Blanc de blancs” se provenienti da sole uve bianche e “Blanc de noirs”se prodotti con uve a bacca rossa. I rosé sono prodotti invece con uve pinot noir in purezza o in assemblage con gamay (senza il concorso di uve bianche).

Recentemente (nel 2016), l’UPECB (Union des  Producteurs et Elaborateurs de Crémant de Bourgogne)  ha  introdotto la distinzione tra  due categorie:  “Les Eminents” e “Les Grands Eminents”, basata su una permanenza sui lieviti più lunga dei 9 mesi richiesta dal disciplinare dell’AOC (24 mesi per i primi e 36 per i secondi).  Allo scopo di elevare la qualità dei vini di queste categorie l’UPECB ha deciso di riservare queste qualificazioni ai soli crémants prodotti esclusivamente con pinot noir e chardonnay, autorizzando l’impiego di uve gamay solo per i rosé.

Il livello è generalmente buono e diversi  crémants borgognoni sono conosciuti e apprezzati anche in Italia: non al livello dei grandi Champagnes, ma i migliori sono in grado di non sfigurare in una degustazione cieca con  molti Champagnes.

Tra i più conosciuti e apprezzati tra quelli importati in Italia sono i Crémants della Veuve Ambal di Montagny-lès-Beaune e di Bailly-Lapierre a Saint-Bris, un’ammirevole cave cooperative che associa 430 vignerons dei principali terroirs dell’Auxerrois.  Tra i migliori sono anche quelli di Louis Bouillot, del gruppo Boisset, a Nuits-Saint-Georges (ambiziosa la sua collezione di crémants “parcellari”,  Les Grands Terroirs) e quelli della Maison Louis Picamelot a Rully, che  produce alcuni dei miei favoriti. Picamelot è la più antica  maison à bulles di Rully (dal 1926): ha al suo attivo una gamma piuttosto ampia di crémants  brut ed  extra-brut, tra i quali anche un curioso Gamay di Gamay, località omonima di Saint Aubin. Alcune cuvées  provengono da  selezioni parcellari, come il blanc de blancs (100% chardonnay) Les Reipes. Sono molto ben fatte la cuvée millesimata Jean-Baptiste Chautard e la più delicata Jeanne Thomas, entrambe dei blanc de blancs, che includono anche un po’ di aligoté e impiegano uve provenienti dalla Côte d’Or e della Côte Chalonnaise. C’é attesa per Les Epoutières, la cuvée che la Maison produrrà con le uve di una vigna recentemente  impiantata a Talant, vicino Dijon, recuperando un suolo dove un tempo le vigne erano molto diffuse, prima di essere cancellate dallo sviluppo urbano.

Assaggi

Crémant de Bourgogne En  Chazot 2015, Louis Picamelot

Pinot noir 100% di una parcella  di 1.25 ha. di Saint-Aubin. E’ un blanc de noirs dalle bolle fini e persistenti , naso intenso di biancospino e acacia con note di frutta secca, dall’acidità ben  bilanciata, finale coinvolgente. Tre anni sui lieviti. Le date del tirage e della sboccatura sono  inusualmente riportate  in etichetta.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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