Colture idroponiche4 min read

Le colture  idroponiche sono un topos della letteratura fantascientifica . Alle origini ( anni ’40) erano installate sulle astronavi di lungo corso, nelle quali tutto viene riciclato: aria, acqua  e cibo passano innumerevoli volte attraverso il corpo degli astronauti. In seguito le colture idroponiche si estesero nel sottosuolo di interi pianeti, divenuti sterili dopo la guerra nucleare (anni 50- 60 ), oppure dopo il tracollo ecologico (anni 90 ) .

La coltura idroponica  opera nella fase intermedia del riciclo : i rifiuti servono da supporto alla coltivazione di alghe , lieviti ecc , che poi diventano la materia prima per produrre cibo.

Il capolavoro e l’archetipo di questo genere è il racconto breve “Alta Cucina”, titolo originale “Gourmet”, di Allen Kim Lang ( autore in verità poco noto ). La prima traduzione in Italiano apparve nell’ Agosto del 1963 su Galaxy, anno VI  numero 8 pagina 100 .

Voce narrante : il medico di bordo dell’ astronave da carico “Charles Partlow Sale”. Durante il viaggio sulla rotta Marte-Terra , si sviluppa il duello fra il geniale cuoco Bailey e l’ odioso comandante Winkelmann (tedesco). Il cuoco si sforza in tutti i modi per rendere appetibile il cibo riciclato, il capitano disprezza i suoi sforzi, lo sbeffeggia e lo umilia.

L’acme memorabile accade la volta che il cuoco supera se stesso, producendo un pasto eccellente, con un surrogato di bistecche quasi indistinguibili da quelle vere.

^ …Winkelmann si portò il pezzo alla bocca, masticò, inghiottì –“ non troppo male “ disse annuendo. “Ma c’è bisogno di qualcosa…qualcosa… — continuò il capitano deglutendo un’ altra porzione di Clorella trasformata – Ah ! Ce l’ ho ! “ . Winkelmann si chinò sotto la tavola e aprì una scatola di cartone . Ne prese una bottiglia e le tolse il coperchio. “Ketchup – disse, spargendo la salsa sul capolavoro di Bailey – il rosso sudario che copre i fallimenti dei cuochi! “ …^

Questa frase memorabile è divenuta un proverbio, per i cultori della materia.

Dopo questo affronto  supremo, il cuoco ha un crollo e sembra arrendersi. Cucina svogliatamente  pasti immangiabili.

Fino al colpo di teatro finale, che intreccia magistralmente il tema “colture idroponiche”con un altro canone fondamentale della gastronomia fantastica .

^…Il mio naso avvertì un odore delizioso, un odore che faceva pensare a un picnic all’ aperto, con cicale che cantavano ed erba verde sotto i piedi, ed un falò acceso e al saltare dei tappi di birra – (NdR : che ci volete fare, comunque sono americani ) – “Ce l’ha fatta !“ mi disse uno degli uomini del primo turno di mensa “ Ha davvero sapore di cibo !”

“allora ha battuto il capitano al suo stesso gioco” dissi.

“Il tedesco non avrà il coraggio di mettere il ketchup su quelle bistecche” disse l’ uomo.

Bailey servì noi tre dandoci piccole “bistecche”. Ciascuna conteneva non meno di una libbra di Clorella, giudicai, saggiandone la consistenza con la forchetta. Ma quelle mi ricordavano le bistecche che cuoceva mia nonna nella sua padella brunita, con spezie deliziose . Ne tagliai un pezzo e lo masticai. Troppo tenera, naturalmente ; ci sono dei limiti nell’ arte. Ma il sapore falso era sparito.

“Ce l’ avete fatta , Bailey” dissi “ E’ davvero buono “ 

“Grazie Doc” rispose Bailey.

Gli sorrisi e ne presi ancora “Forse non lo capirete, Bailey ; ma si tratta di una vittoria del Capitano oltre che vostra. Vi ha spinto a questo trionfo ; non ce l’ avreste fatta senza di lui.”

“Volete dire che aveva l’ intenzione di farmi migliorare, con i suoi continui rimproveri ?”

“Vi stava conducendo all’ impossibile . E ce l’avete fatta. Il nostro Capitano potrà essere un uomo sgradevole, Bailey ; ma sapeva il modo di condurre il suo Cuoco ad un traguardo impossibile “

Bailey si alzò “Doc, mi state dicendo che il capitano Winkelmann vi piace ?”

Ci pensai sopra un momento. Winkelmann andava bene per il suo lavoro. Persuadeva i suoi uomini con metodi antiquati, certo; ma era tutto per il bene della nave e dell’ equipaggio. “Se mi piace il capitano Winkelmann?” chiesi inghiottendo un’ altro boccone della mia bistecca artificiale “Bailey, ho paura che dovrò rispondere di sì.”

Bailey sorrise e mise nel mio piatto un’ altra bistecca dalla pentola. “Allora prendetene un’ altra porzione”.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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