Ciliegiolo di Narni IGT 2022 Marchesi Ruffo della Scaletta1 min read

Il ciliegiolo è uno di quei vitigni considerato da sempre gregario, nonostante le sue nobili discendenze recentemente accertate, quelle di essere genitore, non si sa se 1 o 2 del Sangiovese.

Presente storicamente nell’uvaggio del Chianti, funzionale con la sua morbidezza a smussare gli spigoli del Sangiovese e le acidità dei vitigni bianchi.

Le tendenze enologiche degli anni ’90 e l’introduzione degli internazionali hanno visto il declino del suo utilizzo nel Chianti, sostituito dal Merlot come equilibratore, ma in realtà hanno rappresentato l’incipit per una carriera da solista. In Italia il Ciliegiolo è da sempre coltivato in maniera diffusa, Riviera di Levante della Liguria, Maremma, Tuscia, Umbria ed è proprio quest’ultima insieme alla Maremma ad averci scommesso maggiormente.

Un po’ trascurata dai produttori la doc Amelia, mentre a Narni sembra che ci credano di più, anche se attualmente il Ciliegiolo di Narni è ancora un semplice IGT.

Questo dei Marchesi Ruffo della Scaletta ci è piaciuto per la sua spontaneità, si fa apprezzare per il suo frutto integro, ciliegia, lampone ed un’intrigante nota pepata, fresco (e non è scontato per il Ciliegiolo) e dalla beva scorrevole, la nota tattile resta discreta e il bel frutto di ritorno ti invita al nuovo sorso.

Paolo Costantini

Per dimenticare la grama vita del bancario ho cominciato a dedicarmi al vino quando ancora non faceva figo, attraversando longitudinalmente buona parte del mondo associativo ad esso vocato. Fatale mi è stata la lunga esperienza in Slow food a causa delle cattive amicizie acquisite (Macchi e la banda di winesurf). Trascorro il raro tempo sottratto al lavoro e alla famiglia formando assaggiatori-mostri che metteranno a dura prova la pazienza di sommelier e produttori per futili motivi, nonché collaborando con riviste di settore online dalla dubbia reputazione. 


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