Mai nome fu più azzeccato per una evento che cade proprio nel giorno degli innamorati….e anch’io avrei voluto “to fall in love” con il Chianti e tutte le sue denominazioni, ma cupido non è riuscito a compiere il miracolo.
Veniamo al dunque: l’evento si è tenuto nella gigantesca Manifattura Tabacchi, una vecchia struttura adesso utilizzata per eventi e manifestazioni. Decisamente suggestiva e con ampi spazi , dunque potenzialmente funzionale per organizzare eventi.
La manifestazione era divisa in due parti, con i produttori e i loro banchetti da una parte e la sala della “degustazione professionale” dall’altra. Da sempre il nostro “regno” è la seconda sala.
Appena arrivati in questa sala ci accorgiamo che solo pochi tavoli possono disporre di prese di corrente per i pc: poco male…chi prima arriva….. dopo di che comincia l’attesa di un sommelier a cui affidarci per la degustazione.
L’attesa comincia a farsi preoccupante…e mentre si attende si ha il tempo di guardarsi intorno e si nota che il numero dei sommelier è assolutamente insufficiente per poter servire adeguatamente gli assaggiatori.
Inoltre…mentre ancora si aspetta….si notano altre cose: che i tavoli sono completamente sforniti di acqua (degustiamo vino, ma ogni tanto l’acqua serve) e manca anche del pane per ripulire il palato.
Ma la cosa più grave, che ci fa balzare sulla sedia, è la lista vini in degustazione: non riporta i nomi dei vini, ma solo cantina e denominazione con il risultato di non sapere se quel vino porta anche un nome di fantasia o di una vigna. Inoltre segnala solo i vini “in commercio” (neanche il 20% del totale) ma non ci dice se gli altri sono già imbottigliati o sono solo campioni da botte.
A parte questi piccoli dettagli la degustazione è filata via liscia per tutta la mattinata….se per liscia si intende 22 vini in 3 ore che per noi assaggiatori "seriali" sono praticamente un aperitivo.
Che possibilità ho di poter adesso parlare di un’annata o di una denominazione?
Intanto occorre dire che l’anteprima era del 2015 ma i vini imbottigliati e quindi valutabili erano quasi tutti del 2014 e che i vini di quest’annata che ho assaggiato la descrivono molto bene: leggeri, scarichi di colore con alcune punte di diluizione eccessiva ma al tempo stesso di buona serbevolezza e pronti per essere stappati; in qualche caso saranno vini che daranno più soddisfazione tra qualche anno, ma difficile generalizzare.
Quando mi leggerete starò assaggiando Chianti Classico, con la speranza, che è quasi certezza, di trovare condizioni di assaggio migliori.