Chianti Lovers 2016, aspettando San Valentino e… un sommelier2 min read

Mai nome fu più azzeccato per una evento che cade proprio nel giorno degli innamorati….e anch’io avrei voluto “to fall in love” con il Chianti e tutte le sue denominazioni, ma cupido non è riuscito a compiere il miracolo.

 

Veniamo al dunque: l’evento si è tenuto nella gigantesca Manifattura Tabacchi, una vecchia struttura  adesso utilizzata per eventi e manifestazioni. Decisamente suggestiva e con ampi spazi , dunque potenzialmente funzionale per organizzare eventi.

 

La manifestazione era divisa in due parti, con i produttori e i loro banchetti da una parte e la sala della “degustazione  professionale” dall’altra. Da sempre il nostro “regno” è la seconda sala.

 

Appena arrivati in questa sala ci accorgiamo che solo pochi tavoli possono disporre di prese di corrente  per i pc:  poco male…chi prima arriva….. dopo di che comincia l’attesa di un sommelier a cui affidarci per la degustazione. 

 

L’attesa comincia a farsi preoccupante…e mentre si attende si ha il tempo di guardarsi intorno e si nota che il numero dei sommelier è assolutamente insufficiente per poter servire adeguatamente gli assaggiatori.

 

Inoltre…mentre ancora si aspetta….si notano altre cose: che i tavoli sono completamente sforniti di acqua (degustiamo vino, ma ogni tanto l’acqua serve)  e manca anche del pane  per  ripulire il palato.

 

Ma la cosa più grave, che ci fa balzare sulla sedia, è la lista vini in degustazione: non riporta i nomi dei vini, ma solo cantina e denominazione con il risultato di non sapere se quel vino porta anche un nome di fantasia o di una vigna. Inoltre segnala solo i vini “in commercio” (neanche il 20% del totale) ma non ci dice se gli altri sono già imbottigliati o sono solo campioni da botte.

 

A parte questi piccoli dettagli la degustazione è filata via liscia per tutta la mattinata….se per liscia si intende 22 vini in 3 ore che per noi assaggiatori "seriali" sono praticamente un aperitivo. 

 

Che possibilità ho di poter adesso parlare di un’annata o di una denominazione?  

Intanto occorre dire che  l’anteprima era del 2015 ma i vini imbottigliati e quindi valutabili erano quasi tutti del 2014 e che i vini di quest’annata che ho  assaggiato la descrivono molto bene: leggeri, scarichi di colore con alcune  punte di diluizione eccessiva ma al tempo stesso di buona serbevolezza e pronti per essere stappati; in qualche caso saranno vini che daranno più soddisfazione tra qualche anno, ma difficile generalizzare.

 

Quando mi leggerete starò assaggiando Chianti Classico, con la speranza, che è quasi certezza, di trovare condizioni di assaggio migliori.

 

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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