Caterina Carli (Il Colle): per Gambelli la Riserva a Montalcino si poteva fare una volta nella vita9 min read

In occasione dell’uscita della nuova e ampliata biografia dal titolo “Giulio Gambelli, l’ultima farfalla del sangiovese” abbiamo pensato di intervistare i produttori toscani con cui Giulio aveva un rapporto particolare. iniziamo con Caterina Carli, titolare della cantina Il Colle a Montalcino, una di quelle persone che più ha seguito e sta seguendo i dettami di Gambelli. Ne sono venuti fuori bei ricordi e interessanti novità.

Winesurf: “Come e quando sei arrivata a Montalcino?”

Caterina Carli “Ci sono arrivata da bambina perché questa era la nostra casa di campagna. Il mio babbo l’ha comprata nel 1972, ma i lavori per risistemarla sono durati fino al 1978. Intanto aveva piantato le prime vigne, Per noi, che vivevamo a Siena, era la casa del sabato e della domenica e di tutto il mese agosto, perché allora d’agosto qui c’era fresco e si stava proprio bene. Io ero piccolissima e mi ricordo che la vendemmia, che allora si faceva sempre nella quarta settimana di ottobre, era una festa. Babbo invitava i suoi amici ed eravamo quasi 100 persone! Ma allora il vino mio padre lo faceva senza impegno e avrebbe voluto che anch’io avessi proseguito sulla stessa strada, cioè avere un altro lavoro e produrre vino per diletto.”

Caterina Carli

W. “Negli anni ’70 a Montalcino erano tutte strade sterrate?”

C.C. “Non mi ricordo bene ma a inizi anni ’80 erano già asfaltate, sia quella che viene da Buonconvento sia quella che arriva da Torrenieri.” (l’azienda Il Colle si trova praticamente all’incrocio tra queste due strade. n.d.r.)

W. “Se tu, oltre alle vigne che già hai, potessi scegliere  un altro appezzamento di cinque/sei ettari, dove andresti a prenderlo?”

C.C. “Mi piace tanto la zona alta di Montalcino, quella attorno al passo del Lume Spento, Sia per l’altitudine che per il terreno.

W. “Quando hai conosciuto Giulio Gambelli?”

C.C. “Non mi ricordo la data precisa perché era amico del babbo. Come ti ho detto lui il vino  lo faceva per divertimento e per hobby e col fatto che conosceva bene Giulio gli chiese di venire a dargli una mano. Gambelli lo faceva assolutamente per gentilezza, quindi alle famose vendemmie con cento persone partecipava sempre insieme alla moglie. Quando avevo circa vent’anni mi divertivo a stare in cantina e il feeling fra me e Giulio nacque subito perché se mio babbo era disordinato in cantina e quel che gli diceva Gambelli lo faceva a modo suo, io ero invece molto precisa e questo Giulio lo apprezzò moltissimo.  Da parte mia rimasi affascinata dal modo di fare di Giulio, a cominciare dalla sua metodicità di assaggio. Poi nel 2001 purtroppo è morto il babbo, molto giovane, e lì Giulio fu fondamentale perché mi ritrovai sola, inesperta e con la cantina piena di vino.”

W.”Adesso che non c’è più Giulio segui sempre i suoi dettami o hai cambiato qualcosa?”

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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