Con 23 ettari di vigna e circa 120.000 bottiglie potenziali sul mercato, l’associazione si presenta come una nicchia esclusiva e l’evento organizzato da Gowine e Enoteca regionale del Roero alla Piola di Alba ha visto il coinvolgimento di 16 etichette alla cieca, con modalità self-service. Presenti all’incontro Luca Morra, presidente dei Vinaioli di Castellinaldo, e Marco Perosino, presidente dell’Enoteca Regionale del Roero, accompagnati da un intervento (da applausi) di 18 minuti dell’88enne Bruno Ceretto.

L’Associazione Vignaioli di Castellinaldo
Fondata nel 1992, l’associazione si è proposta di esaltare le peculiarità della Barbera, attribuendo al vino di questa zona il nome del borgo. Oggi il progetto collettivo riunisce 21 cantine (di cui 16 attualmente sul mercato), tutte impegnate nella produzione di un vino rappresentativo della storica vocazione vitivinicola della Barbera nel cuore del Roero orientale. La sottozona vitivinicola di Castellinaldo comprende il comune di Castellinaldo d’Alba e altri sei comuni limitrofi: Castagnito, Guarene, Vezza d’Alba, Canale, Priocca e Magliano Alfieri. Il nome del borgo precede quello del vitigno, un aspetto che, come mi ha spiegato Luca Morra, è stato ufficialmente riconosciuto nel 2021.
I vini di questa zona erano già apprezzati nel 1622 da Carlo Datta, sommelier del Duca di Savoia, e successivamente nel 1879 da Lorenzo Fantini, che definiva Castellinaldo come il luogo prediletto per la Barbera e la Freisa. I Marchesi Faussone di Clavesana, fin dal 1899, imbottigliavano il Barbera nelle cantine del Castello di Castellinaldo. Un territorio in cui le vigne e l’uva, in particolare la Barbera, sono parte integrante del paesaggio, facendo di Castellinaldo il secondo paese più coltivato in Italia.

I Vignaioli di Castellinaldo desiderano creare un vino che resista nel tempo e due figure hanno accompagnato questa denominzaione sono il giornalista Giancarlo Montaldo e l’enologo Gianfranco Cordero.
Il Disciplinare
- 100% Barbera
- Vigneti situati tra i 250 e i 327 metri sul livello del mare, con esposizioni EST, SE e SUD.
- Resa massima di uva di 9,5 t per ettaro, pari a 66,5 ettolitri per ettaro.
- Titolo alcolometrico minimo di 12,5%.
- Affinamento minimo di 6 mesi in botti di legno. Immissione sul mercato dopo il 1° settembre dell’anno successivo alla vendemmia.
- Obbligatorio il riposo di almeno 3 mesi in bottiglia.
- Menzione aggiuntiva «vigna»: il vigneto da cui provengono le uve deve avere almeno sette anni d’età.
Il suolo
Il suolo è di tipo marnoso-gessoso, con arenarie e rocce sedimentarie di origine marina, ricche di sabbia. Si trovano principalmente marne bianche e grigio-bluastre a macchie, con una forte presenza di calcare, limo e un po’ di argilla. Questi terreni sono simili a quelli della Langa del Barbaresco, separati dal fiume Tanaro.
Il Carattere della Barbera di Castellinaldo
Sono stati degustati 9 campioni del 2022, 5 del 2021 e 2 del 2020. La linea conduttrice è stata simile, con evidenti differenze stilistiche. Il tenore alcolico medio è intorno al 14%, con note floreali distinte (viola, garofano, primula), che si integrano perfettamente con un frutto mai maturo, che richiama l’amarena e la susina selvatica, con un accenno calcareo e grafitico. L’acidità è presente ma non dominante, con un tannino polveroso e ben distribuito, di media struttura, accompagnato da una bella freschezza succosa e agrumata. I finali sono mediamente persistenti, con note sapide e leggermente piccanti.
Siamo di fronte ad un gruppo giovane, energico e pieno di speranza, che sta portando avanti con forza il progetto di Castellinaldo.