Caro produttore, che vino bevi a tavola? Eccovi le risposte!4 min read

Al nostro sondaggio su cosa bevono i produttori “in privato” hanno risposto 95 cantine da 8 regioni. Il maggior numero di risposte sono arrivate dalla Toscana con circa una trentina, seguita dal Piemonte e dal Veneto con meno di venti, una decina dalla Sardegna  e poi il resto diviso tra Friuli, Emilia Romagna, Abruzzo  e Lombardia.

Una bella fetta di questi ha deciso di rimanere anonimo ma almeno una ventina ha riportato in calce la sua firma.

Diciamo subito che il quadro emergente da questo semplice (e parziale) sondaggio, è molto interessante per vari aspetti.  Il primo è che i produttori di vino, durante i pranzi e le cene casalinghe fanno onore sia al loro vino che a quello dei colleghi: quasi sempre non si fermano ad un bicchiere ma arrivano tranquillamente a due e più di due. In particolare nemmeno il 18% degli intervistati ha detto di bere un solo bicchiere di vino, mentre quasi il 40% arriva a tre e anche più di tre.

Mediamente quanti bicchieri di vino beve durante i pasti casalinghi (non a ristorante)

1  bicchiere  17 (17.9%)      2 bicchieri   41 (43.1%)     3 bicchieri  24 (25.3%)   più di 3 bicchieri  13 (13.7%)

Ma non siamo di fronte a persone che bevono per bere, perché il 100% e ribadiamo il 100% dei produttori intervistati ha detto di aprire a casa anche bottiglie di colleghi. Questo è veramente importante e rovescia tanti luoghi comuni sul produttore che beve solo il suo vino. Magari ce ne sono anche di questa tipologia, ma produttori che riteniamo evoluti, cioè quelli che hanno risposto alle nostre domande, degustano abbastanza spesso vini di colleghi. Questo vuol dire non adagiarsi ma cercare di progredire anche nei momenti più normali e tranquilli della giornata.

Durante i pasti beve regolarmente il vino/i vini da lei prodotto/i oppure apre bottiglie di altri produttori?

Si, bevo solo il mio :   0            No, apro anche vini di colleghi :  95 ( 100%)

Ci ha fatto molto piacere scoprirlo e soprattutto capire che non sono casi isolati, perché almeno il 40% degli intervistati apre come minimo 3 bottiglie di colleghi alla settimana e tra il 20% che ne apre di più si arriva a 4-5 volte a settimana.

Questo vuol dire che ogni 2-3 pasti i nostri produttori aprono, degustano, discutono, ammirano, criticano, bottiglie di colleghi e di concorrenti. Non possiamo che dirgli bravi!

Nel secondo caso, in una settimana, mediamente, quante volte apre bottiglie di altri produttori?

1 VOLTA: 25 (26.4%)         2 VOLTE: 30 (31.6%)   3 VOLTE: 20 (21%)    Più di 3 VOLTE: 20 (21%)

 (se  più di 3 indicare quante:  10 tra 3 e 4 volte,  9 tra 4 e  5  volte,  1 più di 5 volte)

A ristorante, non per pranzi di lavoro naturalmente, la situazione è quasi la stessa. Quasi perché meno del 10% ordina sempre il suo vino ma oltre il 90% ordina vini di colleghi. Questo è un bel dato ma il bello viene adesso, sia perché tra questo 90% praticamente tutti, su 10 pranzi o cene, ordinano come minimo 2 volte bottiglie di colleghi, ma soprattutto perché più del 70% ordina come minimo 5-6 volte su 10 il vino di un collega e molti di questi lo fanno sempre! Ripetiamo, sempre!

Veramente interessante vedere i produttori di vino sotto questa veste, di persone che spessissimo a ristorante ordinano vini di altre cantine: per curiosità, per imparare, per criticare, per discutere e confrontarsi.

A ristorante (non per pranzi di lavoro) ordina sempre il suo vino?

SI  9 (9.50%)                     NO 86 (90.5%)

In caso di risposta negativa, quante volte su 10 ordina il vino di un collega?

1 VOLTA:  0            2 VOLTE: 11 (12.7%)       3 VOLTE: 12 (13.9%)            Più di 3 VOLTE:  63 (73.2%)    

 (Se più di tre volte :  5-6 volte:  10,  9 volte:  25, sempre: 30)

E bevono anche bene!

A parte quello che lei produce, potrebbe citare le tre tipologie di vino che preferisce

Questa era una risposta multipla, nel senso che ognuno poteva indicare quanti vini voleva.

Sono state indicate molte tipologie: le più gettonate sono le bollicine  sia italiane che estere con oltre 50 preferenze. Interessante il fatto che una decina di produttori  beva tranquillamente Prosecco. Seguono i grandi vini a base nebbiolo (Barolo e Barbaresco) con una quarantina di preferenze, poi  i Pinot Nero borgognoni  con oltre 30 (bene Pinot nero altoatesino con una decina di segnalazioni).Oltre trenta preferenze tra i sangiovese  toscani, soprattutto Brunello e Supertuscan ,una ventina di preferenze per i vini di Bordeaux e per i Riesling  tedeschi e oltre 10 segnalazioni per vini biologici, biodinamici e Orange wine. Altre preferenze sparse tra Chablis, bianchi altoatesini e altri vini esteri in generale.

L’ultima domanda riguardava la spesa annua per acquistare altri vini e qui bisogna fare un discorso particolare. Molti produttori ci hanno scritto che ad ogni fiera a cui partecipano fanno scambi di bottiglie con colleghi e forse per questo la spesa annua per altri vini non è altissima. Infatti meno del 30% ammette di spendere più di 1000€ all’anno e questo dato contrasta un po’ con il fatto di bere abbastanza spesso il vino di colleghi sia a casa che a ristorante. Forse qualche produttore ha pensato che la spesa per il vino non riguardasse i pranzi a ristorante, fatto sta che sembra proprio che i produttori italiani sia degli “scambisti enoici” di ottimo livello.

Mediamente, in un anno, quanti soldi spende per acquistare vini di altri produttori?

 Meno di 100 euro: 0  meno di 500 €:19 (20%)  meno di 1000 € 49 (51.6%)  più di mille €: 27 (28.4%)

E con questo chiudiamo questo breve sondaggio, che ci ha presentato un modello veramente positivo, dove i produttori quasi mai si trincerano dietro il proprio prodotto, ma sono invece aperti e ricercano i vini della concorrenza.

Questo non può che essere un ottimo viatico per un futuro sempre più, qualitatitavamente, di alto livello.

Complimenti a voi!

Redazione

La squadra direbbe Groucho Marx che è composta da “Persone che non vorrebbero far parte di un club che accetti tipi come loro”. In altre parole: giornalisti, esperti ed appassionati perfetti per fare un lavoro serio ma non serioso. Altri si aggiungeranno a breve, specialmente dall’estero, con l’obbiettivo di creare un gruppo su cui “Non tramonti mai il sole”.


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