Sabato primo novembre siamo andati a Montecarlo in quel di Lucca a fare gli auguri alla Tenuta del Buonamico, posta sulle pendici meridionali dell’altura che ospita la cittadina.
La tenuta se lo meritava, avendo contribuito alla fama di tutto il territorio esattamente da un cinquantennio – da poco prima, cioè, dell’attribuzione della DOC.
Tutta la zona gode peraltro di una particolare immagine, legata alla presenza di vitigni “foresti”, e per giunta prevalentemente bianchi, in una Toscana dominata dai rossi. Furono qui introdotti verso il 1870 da Giulio Magnani viticoltore, anche se la fama enologica di Montecarlo risale a secoli prima, quando si chiamava Vivinaia – nome interpretabile come “Via del vino”.
Lo racconta con testi piacevoli e accurati “Castrum pulchrum”, il bel volume che abbiamo avuto il piacere di sfogliare nell’occasione, edito quest’anno a cura del Comune.
Oggi al Buonamico la famiglia Fontana, subentrata ai primi proprietari Grassi e Vannelli,
rafforza e allarga la sua proposta anche con un’espansione del vigneto.
Vannelli era un affermato ristoratore di Torino, figlio di un emigrato dalla vicina Altopascio, che lanciò nel 1975 l’etichetta “Rosso di Cercatoja” (dal nome del cru), fra i primi supertuscan. L’abbiamo ritrovata sotto forma di IGT da Sangiovese, Syrah, Cabernet sauvignon e Merlot durante la degustazione in azienda davanti a una spettacolare vetrata affacciata sulle colline, mentre alle nostre spalle un macchinario dalla tecnica innovativa spostava con grande disinvoltura e quasi in silenzio intere partite di bottiglie.
Il Cercatoja 2011 scorre suadente nonostante la ragguardevole struttura, con buon frutto e lunga persistenza: il tutto a un prezzo ragionevole. Ci ha ispirato meno simpatia la tiratura limitata del compleanno, un Sangiovese in purezza (almeno per quanto riguarda questo 2010) denominato appunto 50 Anniversario. Non tanto per il profilo del gusto quanto per la confezione: cassetta di legno a parte, la bottiglia sembra una magnum nonostante il contenuto standard di 750 cc e finisce col pesare quasi due chili! I frequentatori di Winesurf sanno bene come la pensiamo in proposito.
Fra i bianchi ci è piacuto in particolare il Vasario, Pinot bianco che ha recentemente subito una correzione stilistica sbarazzandosi del compagno Sauvignon e di un bel po’ di legno; questo 2012 si è rivelato consistente ma equilibrato, e slanciato verso un bel finale aromatico. Validi pure i due spumanti Charmat “lunghi” (nel tempo e nello spazio, vista la collocazione orizzontale delle autoclavi) di cui abbiamo potuto assaggiare anche le cuvée di base pronte per la spumantizzazione.
Pinot bianco da una parte, Sangiovese e Syrah dall’altra fermentano lentamente in questa sorta di bottiglioni d’acciaio realizzati su misura per Buonamico. Sono piazzati bene in vista in un’azienda di cui raccomandiamo la visita, comprensiva anche dell’affascinante cantina storica.