Bourgogne Aujourd’hui, n. 140, aprile-maggio 20184 min read

In copertina: “Grandi vini e  grandi Domaines”, le degustazioni delle annate 2015 e 2016 nei  terroir dei bianchi di  Puligny-Montrachet, Saint-Aubin e Chassagne-Montrachet, e delle annate 2014, 2015 e 2016 di Chambolle-Musigny.

Poi: incontro con tre donne del vino, Virginie Taupenot, Lorraine Senard e Sophie Cinier; dossier:  ridurre il legno per un miglior boisé. Il test: quale è il miglior bicchiere “universale”? Infine c’è il supplemento di “Beaujolais Aujourd’hui”.

Cominciamo con le degustazioni, che di norma occupano la parte centrale del fascicolo. Felicitazioni d’obbligo per i grandi bianchi della Côte de Beaune, e soprattutto per Saint-Aubin, nella quale spicca Les Murgers des Dents de Chien, il Premier cru al quale è anche dedicato il focus terroirs di questo mese. Da non perdere il parcellario, nel quale sono riportati i possedimenti dei 23 Domaines che si spartiscono i 16 ettari che lo costituiscono. Il miglior punteggio della degustazione è quello ottenuto  da un Premier Cru di Saint-Aubin, Clos de la Chatenière 2015, del Domaine Hubert Lamy (18/20).

Lo stesso punteggio hanno ottenuto anche i migliori di Puligny (Le Cailleret Premier Cru 2016 del Domaine de la Pousse d’Or) e Chassagne (Cailleret Premier Cru 2015 del Domaine Morey-Coffinet). Tra i Domaines, menzioni speciali per François Carillon, Bruno Colin e  Hubert Lamy. A Chambolle-Musigny, due annate magnifiche, 2015 e 2016, oscurano un pur ottimo 2014, più classico. Vertice per due villages sorprendenti: 19.5/20 per lo Chambolle di un Domaine in costante ascesa, Amiot-Servelle, e per quello di Les Bussières 2015 del Domaine Anne et Hervé Sigaut. Tra i produttori appaiono sempre più continui i vini del Domaine Felettig, autore di una bella gamma di villages e premiers crus.

Passiamo agli altri articoli citati in copertina. Innanzitutto l’intervista multipla a tre “donne del vino”  aderenti  all’associazione “Femmes et Vins de Bourgogne”. Virginie Taupenot, è ritornata al Domaine di famiglia (il Domaine Taupenot-Merme) a Morey-Saint-Denis nel 1998  e nel 2008 è diventata Presidente dell’associazione “Femmes et Vins de Bourgogne”, succedendo a Anne Parent.  Lorraine Senard , è anch’essa ritornata definitivamente al Domaine familiare ad Aloxe-Corton  nel 2005 dopo varie esperienze all’estero. Infine Sophie Cinier , già destinata ad attività commerciali, ha ripreso le vigne di famiglia a Fuissé nel Maçonnais nel 1997  e nel 2011 ha anche avviato un’attività di négoce.

Siamo intanto arrivati al Dossier “tecnico”, che si interroga sul ruolo dell’invecchiamento in legno e le differenze  con l’impiego di contenitori di forme e materiali diversi. Ne parla Elisabeth Ponavoy, che descrive i risultati delle sperimentazioni in atto, tutte tendenti a ridimensionare la quota legni, specialmente nuovi.

Infine, il test di questo mese riguarda la ricerca di un bicchiere universale, in grado di permettere di apprezzare i vini più diversi. Il vincitore (con notevole distacco) è risultato il Glass Lallement n. 2 di Lehmann, che si è mostrato a suo agio sia con i bianchi (secchi, aromatici, dolci) che con i rossi  e perfino con le bollicine. Un bel servizio fotografico a colori , dal titolo “Dormire al fresco” documenta la ricca collezione di tesori di annate antiche (come uno Chambertin del 1858 e un Clos de Vougeot e un Romanée del 1865) nella cantina della Maison Champy.

Non riportato tra i titoli di copertina, ma molto interessante, è il colloquio con Jean-Pierre Garcia, storico delle vigne borgognone, sulle origini della nozione di climat. Ancora: per la gastronomia , le ricette e gli abbinamenti di Guillaume Royer alla Abbaye de la Bussière, le rubriche,  le notizie, con la rinascita del négoce, e naturalmente l’édito di Christophe Tupinier (a proposito di mode e di élevage).

C’è poi il supplemento Beaujolais. In copertina: Moulin-à-vent, la valle delle meraviglie , la Guida all’acquisto dei cru del Beaujolais dell’annata 2016, e lo Château de la Cheize. Cru del Beaujolais , si assiste ad una ventata di rinnovamento  e una generale ascesa della qualità in un bel millesimo “classico”. 18/20 per il Juliénas Probus di Pascal Aufranc, il Morgon Corcelette di Frédéric Berne, e il Brouilly La Roche di Julien Duport-Domaine des Cadoles.  Quello dello Château de la Cheize, acquistato nel 2017 dall’industriale lionese Christophe Gruy ( 115 ettari in bio, di cui 99 a Brouilly, diversi edifici  riconosciuti come monumenti storici), è definito  enfaticamente il progetto del secolo .

Infine Moulin-à-vent, il cru del Beaujolais che ha una lunga storia di rivendicazioni dei nomi dei suoi climats , alla ricerca di un riconoscimento ufficiale. Cinque stelle per Les Thorins, Champ de Cour , Carquelin e Le Moulin-à-Vent. Per la gastronomia, la cucina con le spezie come filo conduttore de L’Auberge du Paradis a Saint-Amour-Bellevue . Chiude l’album un ritratto di Christian Martray, maître sommeliers a capo delle selezioni di Ventealapropriete.com.

 

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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