Bottiglie pesanti? No, pesantissime!1 min read

Come credo molti altri colleghi ricevo per Natale dei graditissimi omaggi da alcune cantine. Nel 90% dei casi questi omaggi sono naturalmente loro bottiglie di vino.

Di solito queste bottiglie fanno parte della “gamma alta” e questo non può che far piacere.

Purtroppo sempre più spesso la “gamma alta” coincide con la “gamma pesante”. In altre parole lo scorso Natale, a riprova che le bottglie pesanti non stanno assolutamente diminuendo, ho ricevuto in regalo diverse bottiglie da varie aziende che pesavano più di una magnum e che solo pochi anni fa esistevano solo nei peggiori incubi.

Qualcuno ha anche pensato bene di inserire sopra o nell’etichetta (magari in ferro) un piccolo oggetto incastonato, che fa alzare  ancora il peso della bottiglia.

“Povero Babbo Natale” ho pensato “Come avrà fatto a portare bottiglie così pesanti con la sua piccola slitta?”

Per chi non crede a Babbo Natale è possibile che ancora oggi si debba inquinare e spendere fior di quattrini  producendo, utilizzando, spedendo e facendo riciclare assurde bottiglie pesanti?

E’ mai possibile che un produttore non si renda conto che, in tempi di green economy, usare certe bottiglie è uno schiaffo in faccia al futuro? Il bello è che tanti di questi produttori sono biologici o biodinamici. Si dovrebbero vergognare!

E’ mai possibile che ancora oggi si  scambi il concetto di grande vino con quello di “grossa bottiglia”?

Non sarebbe l’ora di smetterla con le bottiglie che pesano più di 650 grammi (e sono stato di manica larga?)

Cari consumatori, sta a voi boicottere i vini in bottiglie pesanti!. NON comprateli, NON ordinateli a ristorante, NON fateli comprare a chi crede così di comprare un grande vino.

Ricordate quanto abbiamo scritto negli ultimi dieci anni e che è sintetizzato qui

Ricordate che chi usa bottiglie pesanti avvelena anche voi, ditegli di smettere!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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