Bilancio 2009 G.R.H. Gambero Rosso: alzati e cammina!4 min read

Oramai è quasi una tradizione quella di dare un’occhiata al bilancio annuale della G.R.H (Gambero Rosso Holding) che edita la più importante rivista e guida vini del settore. Mi è stato rinfacciato un certo accanimento (perché solo il Gambero e non le altre riviste?) che però non vedo come tale. Credo invece  che osservando l’andamento della “FIAT” del nostro settore si possano anche capire meglio le prospettive future. Insomma, ci sentiamo delle specie di aruspici che, un po’alzando gli occhi al cielo  un po’ mettendo le mani tra le interiora dell’azienda, provano a capire che aria tira.

E nel 2009 per il Gambero Rosso e consociate è tirata un’aria nettamente migliore che in passato. Il conto economico dal 2008 al 2009 è passato da -2.283.000 di euro a – 220.000 circa. In un solo anno si è quindi raggiunto quasi il pareggio di esercizio. Se a questo aggiungiamo che i debiti verso le banche sono diminuiti di un milione di euro, passando da  8 e mezzo a circa 7 milioni e mezzo ed anche quelli verso fornitori sono scesi leggermente, possiamo veramente pensare che il peggio, per il Gambero Rosso possa essere alle spalle. Inoltre Tutto questo “bendiddio”  è stato  ottenuto in un anno in cui i ricavi non sono assolutamente aumentati ma diminuiti quasi del 8%, passando da 13.8 a 12.7 milioni di euro.

Anche se avere debiti con le banche ed i fornitori  superiori al fatturato annuo non è proprio un dormire tranquilli (ma lo fa tranquillamente l’Italia, per cui, che preoccupazioni ci sono?) bisogna dare atto all’azienda di avere decisamente “sterzato”.
Per fare tutto ciò al Gambero Rosso, che sicuramente ha tratto vantaggio dall’ottenimento del 100% della guida vini con tutto quanto ne consegue (pubblicità in primis), non hanno usato la bacchetta magica ma, se mi è permesso continuare la metafora, un bel bastone. Infatti la stragrande maggioranza del risparmio è stato ottenuto grazie alla cassa integrazione (vedi) ed alla diminuzione drastica del personale. Nell’anno 2009 i dipendenti  fissi sono passati da 88 a 65 ( oltre il 26% in meno) mentre sono stati assunti a progetto o per stage solo 7 persone. Questo alla fine ha portato il gruppo da 97 a 81 dipendenti e dal punto di vista finanziario  ha voluto dire passare da oltre 4.5 milioni di costo del personale a poco meno di 3.

Indubbiamente una cura da cavalli ma sembra abbia dato i suoi frutti (magari “i cavalli” la pensano diversamente..). Da quello che straspare dalle pieghe delle varie relazioni che accompagnano il bilancio sembra che questa politica di tagli dovrebbe proseguire anche nel 2010, ma questo lo vedremo meglio il prossimo anno.

Il nostro lavoro di aruspici, girellando tra le viscere del bilancio, ci ha quindi presentato un quadro piuttosto positivo ( forse dire molto meno negativo è più preciso) che un anno fa non sarebbe stato facile ipotizzare, anche se ottenuto soprattutto  attraverso un massiccio ricorso a tagli del personale.

Se invece da aruspici alziamo gli occhi al cielo lo facciamo solo per cercare di non accorgerci  che ancora una volta il fantomatico proprietario di G.R.H rimane il fantomatico proprietario di G.R.H.  Infatti anche quest’anno la quasi maggioranza del pacchetto azionario  (5.850.000 azioni su 6.000.000) viene rappresentato dalla Compagnia Fiduciaria Nazionale S.p. A con sede a Milano in Galleria de Cristoforis 3.
Come si può vedere sia qui che qui che qui  l’utilizzo di una fiduciaria  “…è tipico di chi non vuole apparire come socio in società di capitali e non rendere pubblico quindi il suo nome. Tale anonimato è quindi coperto dalla società fiduciaria.”(fonte wikipedia).

Non voglio adesso rimettermi a fare nomi e cognomi sui reali proprietari del Gambero Rosso, se essi siano produttori di vino, banchieri, immobiliaristi, astronauti o altro  Posso anche pensare che il signor Cuccia si diverta  a spendere  soldi per tenere societariamente segreto quello che invece pubblicamente afferma, anche se una cosa del genere sembra molto ma molto strana. Tempo fa l’attuale direttore, Daniele Cernilli, provò a darmi una spiegazione sul perché si continuasse in un assurdità del genere motivando che praticamente costava di più interrompere il rapporto con la fiduciaria e dichiararsi pubblicamente piuttosto che tenere le cose come adesso. Sinceramente ci capii molto poco ed i dubbi rimasero inalterati.

Per questo, per l’ennesima volta torno a chiedere al signor Cuccia un gesto di chiarezza. Sciolga il cappio fiduciario e faccia vedere, dati alla mano, che quelle azioni sono realmente sue. Ne sarebbero felici prima di tutto i lettori del Gambero Rosso che potrebbero avere ancora più fiducia nella testata. Se poi i proprietari fossero altre persone, dopo tutti i conflitti di interesse che ci sono passati davanti in questi anni di berlusconismo, sarebbe poca cosa scoprire che la principale rivista enogastronomica e guida vini italiana è in mano di  uno  o più produttori di vino……….o no?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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