Bianchi Castel del Monte:questo passa il convento.2 min read

Organizzata dalla Strada dei vini DOC Castel del Monte, la degustazione ci ha fornito  un quadro abbastanza esaustivo dello stato della viticoltura della  zona, almeno per i vini bianchi , visto che l’associazione riunisce 14 aziende in rappresentanza della totalità delle cantine della zona.  Non si dice certo una novità quando si afferma che la Puglia è terra di rossi, poco adatta  alla coltivazione di uve a bacca bianca: d’altronde, ad esclusione della Valle d’Itria non vi sono, geograficamente parlando, le condizioni climatiche  per significative  escursioni termiche giorno/notte, le uniche che garantiscano la costruzione e conservazione di  un corredo olfattivo degno di nota e che rende i vini bianchi così gradevoli. Se a questo aggiungiamo che probabilmente i  vitigni pugliesi  a bacca bianca, hanno dei limiti oggettivi, forse insuperabili, il quadro non è affatto consolante. Non è mai stata terra di bianchi né mai forse lo sarà, con le debite eccezioni,  perlomeno per quelli di fascia alta, dotati di grandi profumi e complessità.  In una regione in cui il mare entra nella cucina così prepotentemente, con i suoi mollusci, crostacei e pesci di ogni sorta, consumati crudi e cotti, la mancanza di validi vini bianchi è stata per anni una vera e propria iattura.
Per fortuna che il Disciplinare della DOC  Castel del Monte per i vini bianchi è  permissivo, ammettendo la  produzione di  vini ottenuti da Pampanuto, Bombino Bianco, ma anche da Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco. Non è quindi difficile trovare  vitigni internazionali  in purezza o in assemblaggio:  questo riequilibra un po’ le cose , dando più possibilità ad un territorio che altrimenti avrebbe ben poco da dire per i vini bianchi. C’era da aspettarselo che un giorno o l’altro avrei lodato l’utilizzo di Chadonnay e Sauvignon! 
L’annata 2006   per i vini bianchi nella zona Castel del Monte è stata giudicata buona specie per i vitigni di prima maturazione come Sauvignon, Chardonnay e Pinot Bianco che hanno goduto di un clima particolarmente favorevole e di condizioni fitosanitarie eccellenti, evitando le piogge di settembre che invece hanno dato qualche lieve problema  agli altri vitigni   Le degustazioni d’altronde confermano questo quadro come dimostrano le valutazioni attribuite  agli chardonnay ed ai sauvignon di  varie  aziende, evidenziando in generale  una sostanziale correttezza dei vini, frutto di processi di vinificazione moderne ed attente. Forse se i produttori della zona credessero nei vini bianchi così come fanno per i rossi , probabilmente sarebbero  anche qualitativamente posizionati molto meglio ed in un mercato internazionale che mostra di prediligerli sempre più, potrebbe essere una ulteriore possibilità per affrontare un mercato ormai globale.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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