La carovana dei giornalisti che partecipano alle Anteprme Toscane arriva a Montepulciano la sera del 16 febbraio per la trentesima anteprima di questo “nobile” vino. La temperatura è dolce e gradevolissima e questo ci trova un po’ impreparati: posso dire di aver partecipato a quasi tutte le anteprime e il paese ci aveva abituato ad un’accoglienza sempre un po’ gelida, ovviamente in senso climatico.
In passato non era raro trovare a Montepulciano qualche sbuffo di neve ai bordi della strada, ma mai come quest’anno il cambiamento climatico si è fatto sentire con temperature diurne di una decina di gradi più alte rispetto a tanti anni passati.
Un pensiero mi passa per la testa: “E se questo cambiamento portasse dei vantaggi al Vino Nobile?” Di certo è probabile che i quasi dirimpettai vigneti di Brunello possano andare in sofferenza ben prima dei cugini poliziani vista la collocazione geografica: Montepulciano gode di un clima fresco, o mediamente più fresco rispetto a diverse zone di Montalcino e del Chianti Classico e questo potrebbe essere un vantaggio per questa tipologia che da sempre si distingue per la sua eleganza rispetto a vicini più muscolari.
Questa trentesima edizione si arricchisce di alcuni elementi: oltre alla classica degustazione e ai dibattiti che precedono e seguono l’andamento climatico dell’annata in uscita e dell’ultima annata, una serie di quattro seminari ha reso ancora più completo ed accattivante l’evento. Ma andiamo per ordine.
La presentazione dell’annata
Una lucida e concreta analisi è stata fatta dal neo Master of Wine Italiano Andrea Lonardi (enologo responsabile della Angelini Wines & Estates), l’analisi si è concentrata sulle annate 2021 (millesimo in uscita) e 2023 (vendemmia appena conclusa).

Ovviamente il cambiamento climatico è stato il protagonista assoluto: si va verso un clima che quantitativamente parlando rende sempre più o meno le stesse cifre ma che qualitativamente alterna ondate di calore a ondate di pioggia, una condizione micidiale per la vite: a queste si aggiungono le gelate primaverili che negli ultimi anni sono molto più frequenti.
Dunque questa cattiva distribuzione di pioggia e calore genera scompensi mai affrontati prima. L’apparato vascolare della pianta si sta indebolendo e diventa sempre più sensibile allo stress idrico. Il Sangiovese è uno dei vitigni che lo sopportano meglio, per contro non sopporta lo stress termico che lo porta a sviluppare tannini secchi quando invece sono setosi e morbidi in condizioni ottimali.
In tutto questo, Montepulciano, per posizione geografica e per orografia si potrebbe difendere meglio rispetto alle altre zone.

In definitiva le annate 2021 e 2023 appaiono simili quantitativamente ma le distribuzioni delle piogge e del calore sono diverse: questo ha portato ad avere un 2021ricco ma con una trama tannica più elegante del 2020 e del 2022, e un 2023 che sarà una vendemmia leggera ed elegante, al netto del flagello della peronospora che ha colpito indiscriminatamente quasi tutte le vigne del centro Italia, portando alcune zone ad avere un – 40% di produzione finale
Per la cronaca il Consorzio del Vino Nobile ha assegnato alla vendemmia 2021 4,5 stelle su 5.
La degustazione
Il focus è stato sui Nobile 2021 e sulle Riserve 2020:
appare sempre più chiaro che il dilemma tra maturazione fenolica e alcolica nelle ultime vendemmie non faccia dormire sonni tranquilli ai vignaioli. È evidente che i produttori stiano scegliendo di togliere le uve non appena possibile per evitare di trovarsi in cantina un’uva “cotta”. Questo modus operandi si riflette sui vini che si stanno posizionando in modalità “in sottrazione”: meno ricchi e polputi di ciò che erano. in realtà non tutti i mali vengono per nuocere vista la tendenza a bere sempre più “leggero” del consumatore italiano.
Infatti i Nobile 2021 in generale sono sembrati con meno pressione al palato, ma non per questo la sensazione è sembrata negativa, anzi: molti vini buoni nei miei appunti e la media dei punteggi è risultata decisamente buona.
La compattezza stilistica? Si sa, da sempre è il tallone di Achille di questa denominazione, dove si può arrivare almeno ad un 30% di uve bordolesi; diciamo che lentamente il Sangiovese si sta facendo strada e i vini “caricaturali” sono sempre meno.
Per la Riserva 2020 i vini hanno mostrato una generale buona personalità e un buon frutto, anche se i punteggi si sono rivelati mediamente inferiori ai Nobile 2021. Da notare e da salutare con piacere la scomparsa graduale e costante di legni invasivi che andavano a coprire normalmente quanto di bello una Riserva può donarci.

I seminari
Seminario 1: È la storia che fa la differenza
Un bellissimo excursus storico sui cambiamenti stilistici, climatici e tecnologici della denominazione tenuto dal bravo Riccardo Silla Viscardi. Una puntuale lettura di un antico territorio in movimento, delle sue dinamiche e degli stili che hanno attraversato la sua storia.
I vini in assaggio:
Fanetti Vino Nobile di Montepulciano Riserva 1985
Contucci Vino Nobile di Montepulciano Riserva 1986
Tenuta Tre Rose Vino Nobile di Montepulciano Simposio 1995
Fattoria del Cerro Vino Nobile di Montepulciano Antica Chiusina 1998
Bindella Vino Nobile di Montepulciano I Quadri 2004
Poliziano Vino Nobile di Montepulciano Vigna Asinone 2005
Valdipiatta Vino Nobile Vigna d’Alfiero 2006
Il Macchione Vino Nobile 2010
Dei Vino Nobile Bossona Riserva 2013
Contucci in splendida forma e Vigna d’Alfiero con Bossona a contendersi il titolo di migliore assaggio.

Degustazione 2: Orizzontale 2016
Il Vino Nobile visto da Isao Miyajima, giornalista giapponese che ritengo uno dei più grandi esperti di vini italiani all’estero. Il 2016 è stato l’anno in cui si è iniziato il ragionamento di un vino sfociato poi nelle Pievi (ne parlerò più sotto). Un’annata classica con vini eleganti e longevi che hanno fatto da preludio alla degustazione successiva dedicata alle Pievi.
I vini in assaggio:
Canneto Vino Nobile di Montepulciano 2016
De’ Ricci Vino Nobile di Montepulciano 2016
Godiolo Vino Nobile di Montepulciano 2016
Montemercurio Vino Nobile di Montepulciano Messaggero 2016
Vecchia Cantina Vino Nobile di Montepulciano 2016
Il Molinaccio Vino Nobile di Montepulciano Ris. La Poiana 2016

Seminario 3: le Pievi
Condotto da Michaela Morris.
Un progetto innovativo, pensato a lungo i cui risultati saranno disponibili dal gennaio 2025 con l’uscita sul mercato dei primi vini. Finalmente, come cita anche la cartella stampa, una visione “univoca”, condivisa da tutte le cantine del Consorzio.
Sono state individuate 12 zone (Unità Geografiche Aggiuntive) che saranno anteposte dal nome “Pieve” in etichetta. 12 toponimi riferibili alle antiche Pievi in cui era suddiviso anticamente il territorio.
Principali caratteristiche di un Pieve:
- Vigne tra i 250 e i 600 metri s.l.m. e di almeno 15 anni;
- Sangiovese (Prugnolo Gentile) minimo 85% e massimo 15% di Canaiolo Nero, Ciliegiolo, Mammolo, Colorino (no internazionali);
- Resa massima 70 q/ha
- Affinamento di 36 mesi con almeno 12 mesi di legno (qualsiasi tipo); aumenta la possibilità di invecchiare in bottiglia anzi che in legno
L’obiettivo è dunque avere vini più omogenei e legati al territorio invece, per esempio, di una Riserva che si sviluppa più su concetti di riconoscibilità aziendale.
Anche in base agli assaggi fatti le Pievi al momento rappresentano un’ottima opportunità di elevazione qualitativa del Vino Nobiledi Montepulciano: di sicuro lo aiuteranno a darne un’idea più precisa e uniforme. Questa affermazione nasconde anche un piccolo paradosso perché le UGA sono state create proprio per premiare le differenze tra i vari territori.
Comunque al momento credo sia prematuro parlare di queste differenze: ci vorrà tempo affinché le caratteristiche delle 12 Pievi (o UGA o Sottozone) possano venire esaltate premiando gli sforzi dei produttori che hanno voluto questa suddivisione territoriale.