Anteprima Chianti Classico: sempre meno anteprime3 min read

Martedì 21 febbraio a Firenze il popolo dei giornalisti del vino si è ritrovato compatto ad uno degli appuntamenti più classici dell’anno: Chianti Collection 2012.

Quest’anno era il turno del 2010 per il Chianti Classico annata e del 2009 per la riserva; in realtà i vini erano molti di più poiché in degustazione si presentavano annate fino al 2006.

 

Chianti Classico 2010.

Un dato importante: 47 campioni presentati  ma solo circa la metà già imbottigliati. Dunque non è rimasto che assaggiare una ventina di vini per capire come si delinea l’annata:  il 2010 non sarà certo ricordata tra le annate più grasse ma l’interpretazione dei produttori ha portato a vini con profili aromatici sempre piuttosto in linea con il vitigno e non appesantiti da legni inopportuni. Dunque annata leggera ma piacevole, magari non di grande longevità ma di sicura serbevolezza.

Vale la pena soffermarsi sul lento ma inesorabile arretramento del numero dei campioni già imbottigliati; ogni anno ci sono sempre più vini ancora in  vasca rispetto a quelli imbottigliati, il che pone una considerazione : il ritardare l’uscita delle bottiglie deriva soprattutto da ragioni di natura economica perché la cantina deve ancora smaltire l’annata precedente. Questa esigenza cozza con la necessità dei giornalisti di poter spendere qualche parola sull’annata che sta entrando in commercio. Personalmente l’ideale sarebbe posticipare l’evento in un periodo “meno precoce” così da poter avere molti più vini a disposizione da assaggiare.

A riprova, i campioni del  millesimo 2009 erano circa un centinaio e tutti in bottiglia….ma tutti ormai recensiti e consigliati da guide e riviste specializzate
il Consorzio già da tempo si è reso conto che il termine “anteprima” con cui veniva chiamato l’evento fino a pochi anni fa era sempre più anacronistico, meglio un più “diplomatico” Collection.

 

Chianti Classico Riserva 2009.

Qua la lettura è stata molto più completa poiché la quasi totalità dei vini erano imbottigliati: un’ottima compattezza stilistica; “elegante” è stato il termine più usato nelle note descrittive. Pochi legni forzati e poche contaminazioni da altri vitigni. Per dirla alla toscana:…ohcchèsuccede…un’ sarà mica che i produttori  hanno deciso di non “accanirsi” troppo sulla riserva e lasciarla un po’ più bevibile del solito?

E veniamo alle valutazioni finali:inutile dire che la Leopolda rimane uno dei luoghi preferiti da noi assaggiatori; riuscire a mettere così tanti giornalisti seduti e far si che siano a completo loro agio non è una cosa facile….dunque un bel  9 ci sta tutto (10 quando ci serviranno i vini direttamente in camera!!!).

la novità dell’anno è stato l’abbandono della classica cena di gala a favore di gruppi sparsi dentro la città: l’idea è buona e da salutare con favore, forse varrebbe la pena ridurre il numero delle persone ed aumentare i gruppi. Voto 7

Un’ultima considerazione riguarda la ridda di voci che  ogni anno accompagnano il toto anteprima dell’anno successivo: un’unica location?…più location? Solo Firenze o solo Siena? Inoltre si stanno accodando nuove zone che renderanno il tutto ancora più complicato.

Una riflessione: se alcuni territori fossero disposti a lasciar perdere propri calcoli campanilistici, la soluzione migliore sarebbe avere un’unica sede dove poter assaggiare tutto con calma e tranquillità. La tesi che vuole noi giornalisti spostati sui territori per poterli visitare regge poco perché siamo talmente presi a fare e disfare bagagli, correre su e giù per la regione che di territorio vediamo ben poco. Invece sarebbe molto meglio approntare un programma pomeridiano di visite e tutorials dedicati ai vari territori toscani in causa, mentre la mattina avremmo modo di assaggiare tutto con calma senza inutili perdite di tempo in trasferimenti.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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