Alto Piemonte: risultati in chiaroscuro con qualche annata non facile all’orizzonte3 min read

Nei nostri assaggi in Alto Piemonte mai come quest’anno è stata basilare l’annata di produzione dei vini. Pur considerando che il range dei vini degustati andava dal 2017 al 2023, guardando i risultati balza all’occhio immediatamente che non solo i Vini Top, ma anche quelli “alle porte” del nostro massimo riconoscimento vengono tutti dalla stessa vendemmia, la 2019.

Questo certifica da una parte la bontà di quell’annata ma dall’altra deve anche far parlare di varie annate successive non certo di alto profilo. Partiamo dalla 2021 funestata da gelate, devastanti grandinate e dall’arrivo in forze della Popillia Japonica (coleottero di origine giapponese), per passare ad un ipersiccitoso e caldissimo 2022 e arrivare ad un 2023 caldo e pure con molte piogge, ma nei periodi sbagliati.

Vigneti a Gattinara

Insomma il quadro generale  parla di un Alto Piemonte, dove i viticoltori stanno crescendo di numero ma soprattutto in bravura tecnica, che sta però per affrontare  commercialmente una serie di annate piuttosto difficili. Questo lo abbiamo visto con chiarezza nei nostri assaggi, che mai come quest’anno hanno mostrato vini con qualche ruvidezza e durezza in più sul piano sia tannico che acidico e con gamme aromatiche che ancora devono svilupparsi al meglio.

Vigneti a Boca

La media qualitativa è comunque di buon livello ma non è certo un caso se praticamente tutti i vini (circa il 30% del totale) che hanno ottenuto meno di 80 punti (comunque per noi, ripetiamo, non sono pochi!) sono di annate dal 2020 al 2023.

Bisogna anche considerare che molti dei  nebbioli TOP delle denominazioni più famose (Ghemme e Gattinara in primis) compresi in queste quattro annate devono ancora entrare in commercio e sicuramente saranno su livelli come sempre piuttosto alti, ma non possiamo certo affermare che le ultime annate in questa terra, che amiamo, siano state di alto profilo.

Vigneti in Val d’Ossola

L’Alto Piemonte ha anche una parte “più alta” che è la zona dell’Ossola: quest’anno non solo abbiamo degustato qualche buon vino di produttori ossolani ma siamo anche andati in zona, riportando a casa bellissimi ricordi di vigneti, panorami e vini. Sicuramente il global warming in Ossola ha portato più vantaggi che svantaggi e i profumi e la finezza dei loro nebbioli, pardon prünent, lo sta a dimostrare.

Per chiudere, oltre a ringraziare il Consorzio Nebbioli Alto Piemonte per il grande aiuto che ogni anno ci da, ci sembra giusto evidenziare che le annate non facili sono sempre esistite e sempre esisteranno. Questo fatto incontrovertibile mette i produttori di fronte a sfide che spesso superano con maestria e scelte coraggiose e siamo convinti che in Alto Piemonte accadrà proprio questo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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