Agricoltura 4.0 quando servirà realmente a tutti?7 min read

Pianeta Terra, 2067: la peronospora provoca una grave carestia. La ricerca scientifica globale è concentrata sull’agricoltura per sfamare miliardi di persone. È l’incipit del film Interstellar del 2014. Dopo una serie di convegni sull’agricoltura di precisione, i brividi percorrono la schiena collegando l’ipotesi cinematografica di 10 anni fa e l’esigenza di tutelare le coltivazioni, attuale più che mai, tra queste anche la vite.

2015: si apre l’era dell’agricoltura 4.0

Nel 2015 si è aperta l’era dell’agricoltura 4.0, riferendosi all’evoluzione dell’agricoltura di precisione, realizzata attraverso la raccolta, l’integrazione e l’analisi di dati provenienti dal campo, da sensori e da altra fonte terza.

4.0 perché è la quarta rivoluzione agricola: dal XV secolo a.C. e fino al 1900 poco è variato nella gestione dei campi, è nel 1900 che si apre la prima rivoluzione agricola grazie alla meccanizzazione. Dal 1950 si parla di seconda rivoluzione o era, con lo sviluppo della Green Revolution. Nel 1990 inizia quella di precisione, che nel 2015 si evolve in agricoltura 4.0. La 5.0 è già nell’aria ma di questo accenneremo dopo.

Terra 2050: 10 miliardi con poco cibo e poco spazio

Nel 2050 i dati parlano di 10 miliardi di persone sul pianeta, un fabbisogno di cibo aumentato del 70%, e un consumo idrico destinato all’agricoltura del 40% (dati Agenzia Spaziale Italiana). In questo contesto anche lo spazio fisico pro capite diminuirà e con esso quello destinato all’agricoltura stessa. Gli addetti del settore? In calo da tempo.

Per scongiurare un quadro allarmante, la strada tracciata prevede l’ottimizzazione di coltivazioni e risorse. “Intervenire al momento giusto, nel posto giusto, con il giusto mezzo tecnico, alla giusta dose, attraverso l’utilizzo di osservazioni e misurazioni in remoto, rappresenta il presupposto fondamentale per lo sviluppo di sistemi innovativi di monitoraggio delle aree agricole” ha spiegato Maria Libera Battagliere Responsabile Ufficio Progetti Pilota Unità Downstream e servizi applicativi dell’Agenzia Spaziale Italiana, durante il convegno di presentazione della Costellazione Iride presso l’Accademia dei Georgofili.

I satelliti, risorsa per l’agricoltura

Strumenti per raccogliere i dati necessari per prevenire, analizzare geodiversità e variabili esistono già. L’urgenza fin da ora è la mancanza di personale in grado di leggere e tradurre tali dati per agire sul campo. La Costellazione Iride che abbiamo appena citato, ovvero 34 satelliti che nel 2026 entreranno in funzione per raccogliere dati utili all’agricoltura mondiale, non è cosa nuova dato che dal 2019 è attivo il satellite Copernicus Sentinel – 4 con il medesimo scopo, pur avvalendosi di tecnologie meno performanti (così ci dicono) rispetto al sistema IRIDE.

In che modo un satellite può essere utile all’agricoltura e alla viticultura? Lettura e previsioni di meteo, risorse idriche, qualità dell’aria in tempo reale e retroattivo, che incrociati con i dati agronomici specifici di una zona, restituiscono gli effetti di trattamenti e patologie e consentono di ottenere dati previsionali e analitici. Lo spazio di precisione di un satellite? 10 metri per 10 metri. Nel campo della viticultura dati simili sono utilizzati anche per individuare zone da destinare a cru aziendali e organizzare la vendemmia per chi ha vaste zone da monitorare, come ci ha raccontato Stefano Rossi enologo della trentina Cantina di Cembra, che si avvale di tale tecnologia e di database ad hoc per controllare i 300 conferitori dell’azienda e portare in cantina le uve migliori destinate ai vertici della piramide produttiva.

Anche il vicino Alto Adige, riferisce il presidente del Consorzio Andreas Kofler, fruisce di un sistema di database e informazioni messe a disposizione delle aziende, con alert su focolai patologici e meteo.

Satelliti, droni robot per tutti?

Durante il convegno sulla Robotica e Digitalizzazione in Viticultura delle scorse settimane, sono state riportate le testimonianze di chi già si avvale di tali servizi. Ovviamente stiamo parlando di grandi aziende, perfette testimonial per quantità di dati utili duranti le fasi di sperimentazione. Eppure sono le piccole e medie aziende quelle per cui un trattamento con i fitofarmaci in più o in meno sposta le sorti economiche aziendali, perciò la domanda è: esistono servizi a cui realtà più piccole possono appellarsi per applicare un’agricoltura di precisione evoluta, anche in regioni come la Toscana, zona simbolo per il vino italiano?

Si, esistono realtà analitiche private che si avvalgono di professionisti con competenze trasversali idonee sia ad attingere ai dati da un satellite, sia a tradurre questi in azioni concrete. E i bandi che la Regione Toscana sta mettendo in campo (uno chiuderà il 31 maggio prossimo e Gennaro Giliberti, dirigente della Regione Toscana, ne ha annunciato un altro a fine estate), dimostrano che l’agricoltura 4.0 può essere alla portata di chi è disposto a cambiare approccio.

Perché tecnologie e competenze a parte, ciò che occorre è smettere di credere che il leitmotiv si è sempre fatto così possa funzionare nel 2024 in mezzo alla moltiplicazione esponenziale di variabili in cielo e in terra. “Se le persone non cambiano, le tecnologie non cambiano, i sistemi non cambiano” ha chiosato il professor Francesco Vieri dell’Università di Firenze durante uno dei convegni sul tema. Lo stesso Vieri aveva già osservato che è inutile fare corsi su agricoltura 4.0, 5.0 etc. in inglese, perché sono fruibili solo da ingegneri destinati alla progettazione, mentre mancano ‘flotte’ di nuovi agronomi (agroelettronici, agroinformatici, agroanalitici) in grado di applicare software di ultima generazione e impiegare macchine agricole nuove: a quattro zampe, che lavorano con forti pendenze, senza pilota e che grazie all’Intelligenza Artificiale possono potare una vite, come ha dimostrato Claudio Semini dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

I servizi per l’agricoltura di precisione della Regione Toscana

Quali informazioni e servizi destinati all’agricoltura di precisione sono già disponibili a un agricoltore o un viticoltore regionale?

Lorenzo Drosera, Responsabile Gestione del servizio fitosanitario regionale: È disponibile online il Servizio meteorologico regionale (https://agroambiente.info.regione.toscana.it/agro18/ ) che settimanalmente pubblica le rilevazioni sulle fitopatologie. Emettiamo bollettini sulle principali colture in Toscana (grano, olivo, uva n.d.r.), su richiesta anche via sms e via whatsapp. Alcuni di questi dati sono calibrati su determinate zone, altri riguardano territori più ampi”.

Pare però manchi il personale in grado di leggere tali dati…

Noi traduciamo l’analisi in semaforo verde o rosso, ma confermo che c’è una grande quantità di dati da tradurre e sono davvero molto poche le persone in grado di farlo”.

Ilaria Tabarrani, responsabile dei sistemi informatici e tecnologici della Regione Toscana ci ha illustrato il sistema di mappe non rivolte direttamente all’agricoltura, ma utili per incrociare dati geografici, telerilevamento, rilievi aerei con risoluzioni fino a 15 cm da terra: “Possono essere scaricate e utilizzate per l’agricoltura di precisione. Una volta l’anno facciamo una campagna di acquisizione dati e sono liberamente consultabili su regione.toscana.it/geoscopio”.

Le possibilità sono molteplici è oggi sembra avveniristico parlare di ciò che è agricolo in questo modo, eppure è un cambio di passo inevitabile per coltivare in modo sostenibile e ottimizzare i raccolti, siano essi uva o grano.

L’agricoltura 5.0: l’automazione indipendente dall’uomo

Mentre la 4.0 deve ancora radicarsi, si parla già di agricoltura 5.0: sono in fase di sperimentazione macchine in grado di operare in modo autonomo, cosa che però in Europa oggi non è consentito per via dei paletti che l’Unione ha posto similmente all’impiego dell’Intelligenza Artificiale. La parte difficile non sarà trovare il modo di portare le tecnologie nei campi e nelle vigne, bensì convincere le aziende del vantaggio di tali tecnologie, sostenerle nell’individuazione di quelle adatte alle loro esigenze, per adeguare strutture, infrastrutture e formare il personale dedicato, all’interno di un ecosistema per la manutenzione di tali tecnologie. La strada è lunga, le criticità sono più culturali che tecnologiche, senza prescindere dalla parole di Harry Ford: “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una tecnologia sono per tutti”.

La foto iniziale è di Mystic Art Design da Pixabay, che ringraziamo.

Barbara Amoroso Donatti

Appassionatissima di vino e soprattutto “liquidi con qualche grado in più”. Punto di riferimento del giornale per tutto quanto riguarda il mondo dei superalcolici.


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