Madridfusion è una delle più importanti manifestazioni europee dedicate al mondo della gastronomia ed alle sue tendenze. “Gestione del Talento” era il motivo conduttore di questa edizione, un titolo profetico e quanto mai calzante per Ferran Adrià, vero ed indiscusso protagonista della manifestazione. Davanti ad una platea gremita ha presentato il suo nuovo, pionieristico progetto: “El Bulli Foundation” che vedrà la luce nel 2014 e avrà lo scopo di “creare talento, creatività e ricchezza ma soprattutto restituirà qualcosa alla società”.
Non ci sarà servizio al pubblico ma sarà consentita la visita previa prenotazione. Che cosa sarà quindi il nuovo Bulli ? Lo scenario disegnato da Enric Ruiz Geli, architetto responsabile del progetto prevede strutture ecocompatibili ed autosufficienti dal punto di vista energetico con un investimento annuo tra i 600-800 mila Euro. Sarà: “un centro di creatività strettamente legato alle nuove tecnologie, da cui ogni giorno andranno in rete tutte le innovazioni che nasceranno dal lavoro dell’equipe internazionale ed a cui avranno accesso tutti i cuochi del mondo” . Il lavoro fatto, filmato di giorno, verrà poi trasmesso nelle ore notturne in modo da dare a chiunque la possibilità di accedervi. Sarà la compagnia “Telefonica” a curare gli aspetti tecnologici e a fare in modo che il “messaggio” di Adria raggiunga tutto il mondo. Un progetto ardito e pericoloso come lo stesso chef ammette. Ma di questo avremo sicuramente modo di occuparcene nei prossimi mesi, perché una cosa è certa, Ferran Adrià non ci lascerà certo a bocca asciutta.
Da quest’anno però Madridfusion s’è arricchita anche di due eventi collaterali: Dulcefusion dedicato alla pasticceria ed Enofusion dedicato al vino. Non c’è sembrato vero e indovinate un po’ dove stavamo, con mucho gusto, tra una pausa e l’altra?
La sezione dedicata ai vini era ben organizzatae neanche tanto piccola: oltre 170 vini in rappresentanza delle D.O più rappresentative della Spagna. Mancavano forse molti nomi altisonanti, ma le etichette presenti erano sufficienti per farsi un’idea anche se parziale, di quello che si muove in una delle nazioni vinicole più produttive del mondo.
Confesso che dovendo fare una scelta ho eliminato dalla mia degustazione tutti quei vini ottenuti da vitigni internazionali sia bianchi che rossi.
Bianchi
Cosi scartando gli chardonnay ed i sauvignon blanc mi sono ritrovato negli Albariño (D.O. Rias Baixas) e nei Verdejo (D.O. Rueda). Dagli Albariño (2009) mi sarei aspettato di più: quelli presenti erano semplici, con frutto e buona spalla acida, ma lontani dalla piacevolezza altre volte espressa. Decisamente più interessanti i Verdejo (2010-2009-2008) con profilo aromatico più complesso che andava dal vegetale della salvia al fruttato dell’albicocca, nasi molto piacevoli in generale e bocca di buona freschezza . Dato anche i costi bassi ( 3-5 euro) direi che e un bel bere. Una piacevole sorpresa ancora è stato il Godello (D.O Bierzo), vitigno a me assolutamente sconosciuto, dai profumi floreali ma anche fruttati (mela) con bella polpa e finale acido-sapido ben equilibrato.
Rossi da Tempranillo anche in uvaggio.
In generale li ho trovati interessanti anche se il più delle volte interpretati molto modernamente, con legni preponderanti che tanto ricordano i vini italiani di qualche anno fa . Taglio decisamente internazionale a discapito di una materia prima che riesce ad esprimersi forse meglio nelle riserve.
Mi sono piaciuti il Marques De Murrieta Reserva 2005 (18 € in enoteca) un classico della Rioja (Tempranillo, Garnacha e Mazuelo) con frutto maturo, elegante sottolineato da note speziate e da tannino ben svolto ma ancora vivo, con finale di ottima lunghezza.
Anche il Marques De Vargas Reserva 2005 (15 € in enoteca) altra celebre etichetta della Rijoa, seppur con uno stile più moderno con un legno un po’ sopra le righe, mostra un frutto integro (ciliegia) venato da sentori floreali. La viva acidità ed il tannino ancora giovane lasciano intravvedere ancora tanti anni di vita.
Interessante anche Inspiracion Valdemar Edicion Limitada 2004 (25 €) dai tratti eleganti di frutta nera matura e note balsamiche. Bocca polposa con legno ben giocato e tannino ancora da domare.
Chiudo con un vino che a me è sempre piaciuto molto (piaceva anche a Manuel Vasquez Montalban) Estola Gran Reserva 1999 (9-10 € in enoteca). Vino della Mancha (Tempranillo 65%+ Cabernet Sauvignon) con naso di piccoli frutti neri e tocchi speziati e balsamici, potente e pieno con tannini ancora in evoluzione. Un bel bere, non c’è che dire.