Questa volta il nostro Carlo Merolli ci propone roba tosta: alcuni versi dedicati a Veronelli, scritti in un momento di incazzatura perchè il grande Gino non si era presentato ad un incontro organizzato da tempo. Ci sembra un bel modo per ricordare un grande personaggio
A Gino Veronelli
Torneremo ancora
a Rivalta sul Mincio
a pescare
alla moscarola
tranquilli seduti
sull’argine basso
del fiume che fu
del Risorgimento
e delle lavandaie ?
Torneremo alle Grazie
per prosciutto e melone
in trattorie disponibili
con prezzi differenti
a mezzogiorno e sera
tra viaggiatori di commercio
e tecnici dell’Enel
e muratori
con caffé corretto
e nerissimi Lambrusco ?
Torneremo ? Torneremo ?
Quando finirá Gino
il tempo delle promesse
dei piani rimandati
delle latitudini sognate
degli amici disattesi
nostra grande pena
le nostalgie coltivate
degli indolenti vorrei
trascinati da un oggi
troppo affollato e distratto ?
Il tempo delle agende
é stretto
confinato nella guerra dei modi
giá il presente scaccia il futuro
per noi é imperativo
tornare
alla stazione una mattina di
inverno e montare sul treno
tornare
da chi ti ha sempre detto
che ora bisogna bere
ora bisogna ballare
battendo la terra
a ritmo col piede.
Ai quattro angioloni
con le trombe in bocca
presenteremo
calendari
bianchi ed intonsi
con lucide pagine vuote
che abbaglino
e deridano
la Grande Pianificatrice.