A Gino Veronelli1 min read

Questa volta il nostro Carlo Merolli ci propone roba tosta: alcuni versi dedicati a Veronelli, scritti in un momento di incazzatura perchè il grande Gino non si era presentato ad un incontro organizzato da tempo. Ci sembra un bel modo per ricordare un grande personaggio

 

 

A Gino  Veronelli

 

Torneremo ancora

a Rivalta sul Mincio

a pescare

alla moscarola

tranquilli seduti

sull’argine basso

del fiume che fu

del Risorgimento

e delle lavandaie ?

 

Torneremo alle Grazie

per prosciutto e melone

in trattorie disponibili

con prezzi differenti

a mezzogiorno e sera

tra viaggiatori di commercio

e tecnici dell’Enel

e muratori

con caffé corretto

e nerissimi Lambrusco ?

 

Torneremo ? Torneremo ?

Quando finirá Gino

il tempo delle promesse

dei piani rimandati

delle latitudini sognate

degli amici disattesi

nostra grande pena

le nostalgie coltivate

degli indolenti vorrei

trascinati da un oggi

troppo affollato e distratto ?

 

Il tempo delle agende

é stretto

confinato nella guerra dei modi

giá il presente scaccia il futuro

per noi  é imperativo

tornare

alla stazione una mattina di

inverno e montare sul treno

tornare

da chi ti ha sempre detto

che ora bisogna bere

ora bisogna ballare

battendo la terra

a ritmo col piede.

 

Ai quattro angioloni

con le trombe in bocca

presenteremo

calendari

bianchi ed intonsi

con lucide pagine vuote

che abbaglino

e deridano

la Grande Pianificatrice.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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