Lunedì 1° dicembre la cantina Franz Haas ha tenuto a battesimo un nuovo spumante metodo classico; si chiama PN 1150, una sigla molto sintetica ma che racchiude in sé una moltitudine di significati.
Partiamo dai più ovvi: PN sta per Pinot Nero, un vitigno croce e delizia per molti produttori ma una vera ossessione per l’amico purtroppo scomparso precocemente (2022) Franz (Franziscus Haas VII seguendo l’albero genealogico della famiglia che ha sempre chiamato Franz il primogenito maschio), 1150 è la quota a cui si trova la vigna di questo metodo classico.

Ma facciamo un passo indietro: PN 1150 è il risultato (indiretto) di una passione, di un sogno, di una visione che Franz ha sempre inseguito con centinaia di prove di vinificazioni dedicate al Pinot Nero. La sua “insostenibile insoddisfazione” lo ha sempre portato a cercare “l’errore” in ogni vino che faceva. E tra le variabili che ha voluto indagare per migliorarsi c’è stata quella climatica che lo ha spinto ad immaginare una vigna riportata alle condizioni ambientali di un secolo fa. Questa ricerca lo ha portato a scegliere i prati che circondano un piccolo comune, Aldino, che si affaccia sulla Val d’Adige a quota 1.225 m. slm; per piantarvi le prime vigne.
Correva l’anno 2012 quando nasceva la prima vigna a 800 mt slm; al Maso Egger, con una densità di circa 10 mila ceppi per ettaro: lì veniva piantata la vigna che avrebbe prodotto il Pinot Nero Ponkler! Sulla scorta dell’esperienza fatta con questa vigna Franz volle spostare l’asticella ancora più avanti, in una sfida ancora più ambiziosa, salendo fino alla quota di 1.150, appunto.
Piantare a queste altitudini ha i suoi vantaggi: il più importante è una vendemmia abbondantemente posticipata, mediamente di un mese rispetto al fondovalle; se a questo aggiungiamo un suolo ricco di calcare, un’esposizione a Sud – Sud Est e un eccellente stato fitosanitario delle uve, le motivazioni per piantare ci sarebbero.

Ma tutto ha un costo: è un po’ come giocare alla roulette russa, basta una bufera di neve o una gelata nel momento sbagliato che il rischio di perdere tutto il raccolto diventa altissimo. Un prezzo da pagare per ottenere uve di altissimo livello, un prezzo che solo una cantina ben strutturata può sopportare. Un prezzo che oggi altre cantine hanno cominciato ad accettare e si stanno affacciando su questi versanti avendone compreso il potenziale.
PN 1150 nasce anche sulla scorta di uno spumante la cui prima annata uscì nel 2012; un Pas Dosè che è servito da palestra per affinare le capacità spumantistiche della cantina ed arrivare a questo ultimo nato.
Oggi tocca a Franziscus VIII raccogliere un’eredità importante e non sprecare il grande lavoro fatto dal papà; il solco è tracciato e l’altra colonna importante della cantina, Luisa Manna (la mamma), gli è saldamente al fianco; la sorella Sofia invece si occupa ormai stabilmente del bellissimo Manna Resort (https://www.mannaresort.it/). Franz VIII e Luisa guidano uno staff tecnico d’eccellenza, tra cui lo chef de cave Stefano Tiefenthaler, trentino e cembrano, figlio d’arte.
Ma veniamo al vino presentato.
Blanc de Noirs, Pinot Nero in purezza, annata 2019, Dosaggio Zero, 60 mesi sui lieviti. Mi avvicino a questo calice con una sorta di timore reverenziale, di certo con molto rispetto, consapevole di quanto significhi sia per la cantina che per la viticoltura altoatesina questo vino destinato a diventare un suo esempio virtuoso di enologia moderna. Non tradisce le attese perché al naso e al palato ne esce un vino estremamente rigoroso, rigido, tagliente come una lama. La bolla è finissima e ce l’aspettiamo da un 60 mesi, ma non è certo scontato riuscire dopo la prima vinificazione ad ottenere un risultato così appagante. Una bolla che aiuta a dare cremosità ad un vino rigoroso come rigoroso è stato il suo creatore.

Un metodo classico di grande personalità, capace di raccontare la purezza dell’alta quota. E proprio il termine “purezza” è quello che lo rappresenta meglio: vigne così isolate, lontane da tutto possono solo portare a uve “pure” e vini altrettanto “puri”. Un vino capace di coniugarsi con una grandissima varietà di piatti, locali e non.
Mi immagino Franz in uno dei nostri tanti incontri, seduti ad un tavolo ad assaggiare vini da ovunque, che osserva il calice, lo annusa e poi, cercando di nascondere la sua soddisfazione, azzarda una critica…incontentabile come sempre! 😊
PN1150 anche se è un’innovazione ed un salto in avanti per la cantina, non è una novità. Da sempre precursori di tendenze (mi piace citare il loro bianco Manna, il primo blend bianco altoatesino nato nel 1995), la cantina non ha mai inseguito mode ma tutti i loro vini sono frutto di scelte rigorose e ponderate, un concetto che amo sintetizzare in un solo termine: consistenza.
