Con “Vino in Alto Adige” (sottotitolo : storia e presente di un territorio vinicolo unico), il Consorzio Vini Alto Adige firma un’opera completa dedicata alla storia, alla cultura e all’identità vitivinicola della provincia di Bolzano. Il volume con le sue 520 pagine, rappresenta una pietra miliare nella divulgazione del patrimonio enoico altoatesino, recentemente ha ricevuto l’OIV Award (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino) nella categoria “Wines and Territories”, uno dei riconoscimenti più prestigiosi a livello internazionale.

L’Alto Adige è una di quelle terre dove il vino non è solo prodotto agricolo, ma bene culturale, parte integrante del paesaggio, della storia e della vita quotidiana. Ha plasmato l’identità della regione da oltre 2.500 anni: dai Reti e dai Romani, che introdussero le prime tecniche di coltivazione, ai monaci medievali, dai pionieri ottocenteschi della sperimentazione viticola fino alla “rivoluzione qualitativa” degli anni 1980/90.
Il volume, curato da Andreas Kofler e Eduard Bernhart, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio, si articola in cinque capitoli tematici che guidano il lettore in un viaggio attraverso il terroir, la storia, la produzione, la cultura e l’economia del vino altoatesino.
Il primo capitolo esplora il territorio : i suoli, i microclimi, le esposizioni e le varietà coltivate, dalle autoctone Schiava e Gewürztraminer alle internazionali Pinot Nero, Chardonnay e Sauvignon Blanc. Ampio spazio è dedicato alle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive), 86 sottozone introdotte dal Consorzio per valorizzare ulteriormente la territorialità e la distintività dei vini, allineando l’Alto Adige alle più rinomate regioni vitivinicole del mondo.

Il secondo capitolo ripercorre la storia della viticoltura, dalle origini antiche alle trasformazioni contemporanee: la viticoltura monastica, le innovazioni del XIX secolo, la crisi di sovrapproduzione del Novecento e la successiva rinascita qualitativa.
Il terzo capitolo dedicato alla produzione e al consumo racconta l’evoluzione delle tecniche di vinificazione, la nascita delle prime cantine sociali, le sperimentazioni sugli spumanti e le moderne pratiche enologiche. Vengono trattati anche temi legati alla salute, alla degustazione e alla normativa DOC.
Il quarto capitolo svela il rapporto tra vino, arte e cultura: dalle antiche raffigurazioni sacre all’architettura contemporanea delle cantine, dove design e paesaggio dialogano in perfetta armonia. Il vino diventa simbolo estetico e sociale, testimone della creatività e dell’identità collettiva della regione.
Infine, il quinto capitolo approfondisce la dimensione economica e sociale del settore: le cooperative, i vivai, l’Istituto di San Michele all’Adige e la sommellerie rappresentano un tessuto vitale che unisce tradizione e innovazione. Oggi in Alto Adige operano circa 4.800 produttori, custodi di una qualità riconosciuta a livello internazionale.
Il libro si chiude con una riflessione sul futuro della viticoltura altoatesina, di fronte al cambiamento climatico e alla crescente sensibilità dei consumatori: la parola chiave sarà “sostenibilità”: non solo qualità del prodotto, ma anche della produzione.

Un invito a guardare oltre il calice, a considerare il vino come sintesi di natura, lavoro, storia e cultura, come simbolo della capacità altoatesina di innovare senza perdere le proprie radici.
Arricchito da splendide fotografie a tutta pagina e dalla mappa ufficiale delle UGA, “Vino in Alto Adige” è un’opera che unisce rigore scientifico e passione divulgativa. Un riferimento imprescindibile per enologi, produttori, sommelier e amanti del vino, che troveranno tra le sue pagine non solo un racconto, ma un vero e proprio atto d’amore verso un territorio vinicolo unicoda leggere tutto d’un fiato.
AA.VV. Vino in Alto Adige, Athesia Edizioni, 60 Euro
