Bolgheri Superiore DOC “Hortense” 2021, Tenuta Fratini3 min read

A Bolgheri, dove il vino spesso si misura a colpi di muscolo e concentrazione, i Fratini sono tornati per alzare l’asticella, con stile e a mente fredda. Dopo l’avventura di Argentiera, venduta nel 2016, hanno deciso di ripartire da zero ma con le idee chiarissime: niente repliche, solo eccellenza assoluta.

La sede di Tenuta Fratini

Così nasce Tenuta Fratini a Donoratico, frazione di Castagneto Carducci, con l’obiettivo dichiarato di produrre vini rossi straordinari, specchio dell’anima più autentica di Bolgheri. La tenuta è immensa, 1100 ettari di cui solo 20 vitati, scelta volutamente radicale per concentrare tutto sulla qualità. I vitigni sono quelli del classico taglio bordolese — Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot — ma l’approccio è tutto toscano, anzi, tutto Fratini.

I terreni, una sinfonia prevalente di argille, sabbie, galestro sono stati visionati e mappati da due mostri sacri del terroir come Pedro Parra e Françoise Vannier che, palma a palmo, hanno sezionato il suolo cercando profondità, tessitura e capacità drenante. L’obiettivo? Micro-parcelle da 0,2 ettari che parlino ognuna una lingua diversa.

Vigneto sperimentale dei Fratini

La cantina è un laboratorio hi-tech ma con anima artigiana: vasche di cemento a temperatura differenziata, tini di acciaio per le fermentazioni spontanee, barrique di rovere francese scelte una per una. E poi c’è lui, Eric Boissenot, l’enologo delle Premier Cru di Bordeaux, che per la prima volta mette piede nella DOC Bolgheri: la sua mano si sente nei vini, che non cercano la forza bruta ma la finezza, l’equilibrio, la profondità. Accanto a lui Emiliano Falsini e Gianni Moscardini, due nomi di peso in Toscana.

Il risultato? Rossi mediterranei ma al tempo stesso verticali, scattanti, con tannini levigati e sorso sapido. Le tre etichette — Clinio, Harte e Hortense — sono l’espressione di tre quote e tre anime diverse: Clinio più caldo e solare, Harte più minerale, Hortense (80% cabernet franc, 20% cabernet sauvignon) il fuoriclasse prodotto da vigne poste tra i 170 e i 235 metri s.l.m. piantate su rocce sedimentarie costituite da calcari, marmi, argilliti con intercalazioni di arenarie e rocce silicee.

La 2021 è un vino capace di raccontare Bolgheri Superiore con una voce nuova, autorevole ma non urlata, elegante senza essere etereo, potente senza scivolare nella pesantezza. È qui secondo me che l’intuizione di Boissenot e della famiglia Fratini trova la sua espressione più compiuta: unire la finezza bordolese con il carattere profondo di questo lembo di Toscana, evitando sovrastrutture e inutili manierismi. E se il buongiorno si vede dal mattino, c’è da attendersi solo grandi cose per il futuro.

Andrea Petrini

Andrea Petrini, il “giovin fanciullo” del gruppo. Il suo giornale online è Percorsi di vino.


LEGGI ANCHE