Wine Summit 2025, ovvero il punto sullo stato dell’arte enoica in Alto Adige.4 min read

Alla Wine Summit 2025, evento biennale, hanno partecipato 82 rappresentanti dei media provenienti da 13 Paesi: Germania, Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Polonia, Canada, Giappone, Corea del Sud, Brasile nonché,naturalmente, Italia. 

Eccovi alcune riflessioni su questa manifestazione che coinvolge non solo il settore del vino ma l’intero comparto turistico dell’Alto Adige.

Il comportamento dei consumatori sta cambiando ed anche il turista di oggi in Alto Adige è più internazionale rispetto a qualche anno fa, con abitudini di consumo diverse. Questo per i produttori rappresenta una sfida, ma allo stesso tempo un’opportunità. 

I viticoltori altoatesini confermano che la qualità e il terroir sono le colonne portanti della produzione. L’introduzione delle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive), attive dalla vendemmia 2024, è vista come leva per rafforzare la riconoscibilità territoriale, per valorizzare le microzone e per offrire una narrazione più precisa dell’origine. 

Il mercato indica che nei consumi recenti si tendano ad apprezzare vini sempre più freschi, verticali, minerali – meno opulenza, più acidità, precisione aromatica. In generale, negli assaggi che ho fatto sembra che i vini altoatesini non si facciano influenzare da questo trend. I vini sono spesso arricchiti dal passaggio in legno che li vede necessariamente proiettati ad un periodo di affinamento per trovare la loro giusta espressione. A conferma di ciò le riserve degustate, sia dei vini bianchi che dei rossi, hanno raggiunto livelli qualitativi di indubbia soddisfazione.

Sebbene “serpeggi” un cauto ottimismo alcune discussioni hanno fatto emergere preoccupazioni concrete.

  • Sembra che l’Alto Adige debba fare ancora uno sforzo per consolidare la domanda locale e nazionale, soprattutto in segmenti dove il consumatore è meno avvezzo a vini di alta fascia.
  • Serve una strategia che comunichi bene le specificità del territorio; sostenibilità, autenticità, ed UGA.
  • Coltivare con criteri di qualità elevata: vinificazioni curate e sostenibilità richiedono investimenti che però devono trovare un ritorno remunerativo adeguato.
  • Come già accennato il turista internazionale ha abitudini diverse e per soddisfarle occorre attenzione ed esperienza al servizio e non solo al vino

In realtà L’Alto Adige è riconosciuto per l’eccellenza dei suoi bianchi che restano all’apice dei consumi, il Pinot Nero continua ad essere ben apprezzato dai punteggi delle guide e dai consumatori, mentre la Schiava in tutte le sue denominazioni, con la sua piacevole bevibilità, è ritornata ad avere nuova luce grazie alla rinnovata qualità di produzione. Probabilmente anche grazie al cambiamento climatico, i tagli bordolesi altoatesini hanno raggiunto apici di qualità indiscutibili. I vini dolci/passiti purtroppo non se li fila più nessuno ma in questa regione assumono espressioni davvero interessanti.

Le conferme ed i progetti per il futuro si sono concentrate su più fronti:
– continuare a valorizzare il terroir e la qualità come asset distintivi.
– valorizzare le UGA, il rispetto dei vitigni autoctoni, le pratiche sostenibili e l’eleganza stilistica.
– internazionalizzazione più mirata, puntando su mercati già consolidati come Germania, Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito, ma anche Asia e Sud America
– attenzione all’enoturismo come esperienza completa: vino, paesaggio, storia, accoglienza. Non solo vendere bottiglie, ma far vivere il territorio.
– rafforzare il dialogo con il trade italiano, includendo enotecari, ristoratori e sommeliers come ambasciatori locali delle eccellenze.

Il Wine Summit 2025 ha comunque confermato che l’Alto Adige enoico ha dentro di sé gli strumenti per affrontare le sfide future. Continuare a svilupparli, magari con un occhio molto più attento alla reale sostenibilità ambientale (leggi numero e modo di fare i molti, troppi trattamenti in vigna) è la strada da seguire in futuro.

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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