L’ululone giallo è un piccolo anfibio che abita nei luoghi dove c’è biodiversità e soprattutto equilibrio con la natura. Abita nei piccoli specchi d’acqua, e quando viene preso in mano come ha fatto Paolo Piffer, la nostra guida di montagna in Val di Cembra, inarca la schiena per mostrare il suo ventre giallo appunto e avvertire il suo predatore che se lo mangia avrà un gran mal di pancia.

La presenza di questo piccolo animale disegna i contorni di dove crescono le vigne dei soci di Cembra Cantina di Montagna, e altrettanto fa la presenza dei produttori presso la Vinoteca della cooperativa già nelle prime ore del mattino, oppure dei piccoli conferitori che vivono facendo anche altri lavori, come la signora Elena dell’Agritur All’Olivo, che ci racconta l’importanza economica di questa realtà sul territorio.
Siamo venuti ad assaggiare il Müller Thurgau e a scoprire il suo futuro. Per farlo abbiamo anche parlato con Stefano Rossi, enologo della cantina cooperativa trentina.
Winesurf – La prima domanda non può che riguardare il vostro Villa delle forche, secondo noi il miglior Müller Thurgau del Trentino: perché lo avete tolto dalla produzione?
Stefano Rossi – “Vigna delle Forche era una grande espressione di questo territorio, da un punto di vista paesaggistico e della qualità del vino: a 900 metri slm è il vigneto più alto della Val di Cembra. Ma non sono solo i 900 metri di quota a determinare la qualità di un vino: tra le altre, la zonazione ha portato dei risultati significativi. Abbiamo capito che il Müller Thurgau è una varietà che si esprime bene dove ci sono escursioni termiche, quindi sicuramente Vigna delle Forche è una grande espressione del territorio, eppure, immaginando una tavolozza dei colori, può essere il colore più bello ma non sarà mai un arcobaleno. L’’idea è di avere un blend di tre o quattro vigneti da modulare nelle varie annate, da zone di diversa altitudine e diversa esposizione sempre sopra il 700 metri slm, che ci permetta di fare un vino che esprime più caratteristiche del territorio. In questo modo possiamo calibrare la parte floreale, o la parte fruttata, o la struttura. Oggi pensiamo a un Müller Thurgau con più sfaccettature, con più colori, sfumature.”

WS – Come vedete la realtà della Val di Cembra ora che il Müller Thurgau sembra in crisi?
SR – “Gli ultimi dati che ho a disposizione dicono che il Müller Thurgau in Val di Cembra è in crescita dal punto di vista della vendita. Il problema è il retaggio del passato: quelli piantati nelle zone sbagliate, più basse, danno dei prodotti di qualità inferiore che sono stati collocati al supermercato a prezzi bassi, un vino che nell’immaginario collettivo è un ‘vinello’, tant’è che lo chiamano ‘müllerino’. Quello che invece abbiamo fatto noi, è stato quello di fare una nuova zonazione dagli anni 2000: quella precedente era degli anni ottanta, e considerando il cambiamento climatico, stiamo andandolo a piantare nelle zone più alte e dall’altra parte della Valle con esposizione a nord, in un’area più fresca. Questo ci ha spinto a selezionare le vigne migliori e fare un prodotto di alta qualità solo per l’Horeca. Il Müller Thurgau è un vino attuale, versatile, poco alcolico visto che va dai 12% ai 12,5% gradi. Grazie al terreno porfidico della Val di Cembra otteniamo un vino elegante, fresco, sapido, adatto dall’aperitivo al primo piatto, al pesce. Semplice e immediato, si sente subito al naso che è accattivante, comprensibile da tutti. Un vino che però paga lo scotto della reputazione.”
WS – Perciò non corre il rischio di essere messo in secondo piano rispetto ad altre uve?
SR – “Le indicazioni che diamo ai nostri soci è di spostarlo più in alto, perciò siamo in una fase in cui sta diminuendo dal punto di vista quantitativo perché i rinnovi degli impianti sono molto lenti: parliamo del 2%- 4 % l’anno. Lo stiamo riposizionando nelle zone più vocate in base al clima attuale, per fare un vino più buono e venderlo a un prezzo più alto, e non a 4 euro al supermercato.”

WS – Lavis, proprietà di Cembra Cantina di Montagna ha dei progetti in particolare in questa zona?
SR – “Nel 2019 abbiamo selezionato una trentina di vigneti di varietà adatte a questa zona, quindi Müller Thurgau, Chardonnay, Riesling, Pinot nero. Il progetto Cembra Cantina di Montagna rappresenta più della metà della produzione della Valle con circa 50.000 bottiglie l’anno, ma l’obiettivo è sfruttare il fatto che siamo come 300 piccoli vignaioli, con la possibilità di scegliere le uve migliori ogni anno. Inoltre stiamo lavorando su varietà come il Kerner, che abbiamo piantato circa dodici anni fa, per fare una bottiglia destinata all’Horeca Italia. In più quattro anni fa abbiamo tirato il primo spumante Metodo Classico Blanc de Noir, e forse già l’anno prossimo usciremo con un minimo 48 mesi 100% Pinot Nero. Stiamo cercando di fare anche un ragionamento sulla Schiava, abbiamo però dei vigneti molto vecchi, quindi occorre riposizionare anche questi, e sarà un progetto a medio termine.”
Il Müller Thurgau 2023 che abbiamo assaggiato è già un blend con all’interno le uve del Vigna delle Forche, e ci ha colpito per il naso varietale, complesso, che faceva presagire un vino più semplice di quello che si è rivelato in bocca: esplosivo, fresco, sapido, ricco di sensazioni, che ci ha invitato a un altro sorso e un altro ancora.
Dal confronto con Stefano Rossi viene fuori un Müller Thurgau non in crisi ma che ricostruendo la sua reputazione, e in un momento in cui perfino la Toscana sta spingendo per allargare la sua gamma di bianchi (con il progetto promosso dalle Donne del Vino della Toscana e presentato all’Enoteca Italiana a Siena il 18 luglio scorso), la direzione punta su una richiesta di mercato già in essere, per fortuna non solo per i born in USA.