La scena potrebbe anche sembrare comica se non avesse tratti di tragicità: nei prossimi mesi arriveranno in Italia torme di turisti attirati dalle nostre bellezze paesaggistiche, architettoniche, museali ma, anche e soprattutto dalla nostra cucina e dai nostri vini. Entreranno in migliaia di locali e si troveranno di fronte a un popolo di astemi o quasi: pochi calici di vino e pochissime bottiglie sui tavoli. Se qualcuno chiederà il perché si sentirà rispondere con frasi del tipo “paura delle multe”, “paura degli etilometri”, “si rischia la patente” e altre cose del genere.

La “psicosi dell’etilometro”, argomento ormai trattato a tavola più del calcio, è comunque alla base della drastica diminuzione del consumo di vino a ristorante. Proprio per cercare di capire quanto questa paura sia fondata sono stato invitato a partecipare ad un pranzo organizzato dalla Confcommercio di Firenze che aveva regole precise: si doveva mangiare, bere almeno due/tre calici e poi soffiare nell’etilometro per, come avrebbe cantato Enzo Iannacci, “Vedere l’effetto che fa”.
Al pranzo erano presenti alcune tra le massime cariche regionali
Al pranzo, oltre che giornalisti erano presenti il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’assessore all’Agricoltura Stefania Saccardi, l’assessore alla cultura del comune di Firenze Giovanni Bettarini, il segretario generale della Camera di Commercio di Firenze Giuseppe Salvini e molte altre cariche istituzionali del mondo del vino. In totale quasi quaranta commensali tra uomini e donne, di peso e di età differente: un panel sicuramente probante che, manco a dirlo, si è prestato senza problemi “all’esperimento”.
In un pranzo durato circa un’ora tutti hanno bevuto almeno due calici di vino (il sottoscritto tre), mangiato almeno antipasto e primo e poi si sono sottoposti alla prova dell’etilometro, uguale a quello usato dalle forze dell’ordine. In tasca avevo anche il mio etilometro e ho constatato che ha dato lo stesso risultato di quello “ufficiale”.
I risultati ci hanno tranquillizzato
I risultati sono stati molto chiari: su 36 partecipanti al pranzo solo uno ha superato la soglia dello 0.50 ma dopo 20 minuti ha risoffiato nell’etilometro e era rientrato nei termini di legge.

Per esempio Giani, dopo aver bevuto due calici di vino e mangiato due piatti ha fatto registrare dall’etilometro uno 0.21 e il sottoscritto, dopo tre calici e due piatti si è fermato a 0.17.
A questo punto appare chiaro che bere vino durante un pasto di normale durata (non parliamo di superalcolici!) in maniera moderata (e sinceramente i miei tre calici superavano quasi questo confine) non mette a rischio la tua patente o il tuo portafoglio.
Questa psicosi va reinquadrata a dovere, anche all’interno della tanto decantata dieta mediterranea che non è altro che un modo di nutrirsi equilibrato e questo equilibrio comprende da sempre anche il vino, da consumarsi con moderazione.
Forse le nuove norme del codice della strada potrebbero essere lette come un voler ricordare a tutti che un bicchiere (anche due) a tavola si può bere senza problemi, anche perché fa parte di un modo di vivere e di una dieta equilibrata che da migliaia di anni popoli come il nostro attuano.
L’alcol non fa certo bene ma…
Bisogna essere chiari: l’alcol non fa certo bene alla salute e del resto tante altre sostanze che troviamo quotidianamente nei nostri cibi come nitrati, zuccheri, grassi saturi non sono certo medicine. Se dovessimo seguire un regime di dieta “perfetto” si rischierebbe di mangiare ben poco ma, come detto prima, l’equilibrio della dieta mediterranea ci viene incontro.
Mi sembra giusto chiedere anche ai ristoratori di venirci incontro, proponendo con maggiore intensità e a prezzi umani vini a calice, creando magari una piccola lista o consigliando ogni giorno un calice di vino diverso. Secondo me infatti a farci diventare un popolo di quasi astemi è stato anche il prezzo del vino a ristorante che spesso diventa, se per esempio siamo in due a tavola, il terzo commensale.
Comunque questo “terzo commensale” non ci farà multare o ritirare la patente, ormai è chiaro!