Guida vini. Bardolino: siamo di fronte a un cambio di pelle?2 min read

Forse questo è l’anno in cui sono arrivati meno Bardolino di sempre e guarda caso coincide con la commercializzazione dell’annata 2023, che bicchiere alla mano si è rivelata (come in molte altre parti d’Italia) di medio-basso profilo.

I nostri lettori sanno quanto amiamo il Bardolino e come abbiamo seguito la sua evoluzione, anzi la sua ricollocazione tra i vini di qualità e in più con caratteristiche particolari, come la grande piacevolezza aromatica e gustativa, sposata ad un corpo di buon livello e a possibilità di invecchiamento impensabili. Per questo non possiamo nascondere il nostro dispiacere per un’annata non certo di alto profilo, ma soprattutto per non aver potuto fare un quadro esaustivo.

Di positivo ci sono però i vini di annate precedenti, in particolare la 2022 (sulla carta non certo eccezionale), che hanno confermato, “cum laude” quanto dicevano lo scorso anno: “Annata non certo eccezionale ma ben gestita. Vini piacevoli ma a cui manca la complessità aromatica di annate più fresche, anche se i profumi sono giustamente maturi e assolutamente non surmaturi.  Anche in bocca i vini mostrano equilibrio anche se la freschezza non è certo il loro cavallo di battaglia.”

Quest’anno aggiungiamo anche una buona tenuta e una profondità gustativa sicuramente sorprendente che hanno portato due vini questa vendemmia ad essere Vini Top.

Tornando ai risultati della 2023 nasce anche un ragionamento “futuribile”, nel senso che sono solo 4 i vini di quest’annata tra i primi 10 dei nostri assaggi. Questo, partendo dal presupposto che comunque siamo di fronte ad una tipologia d’annata, forse stiamo assistendo ad un riposizionamento del Bardolino verso un mercato non da pronta beva. Ci sono altri indizi che confermano questa sensazione:  le tre sottozone puntano (Montebaldo, La Rocca, Sommacampagna) soprattutto a questo, il fatto che la corvina sia una delle uve più duttili che conosciamo e, last but not least, una diminuzione del consumo dei rossi.

Tutti questi fattori, uniti al successo del Chiaretto ci fanno ipotizzare un “mondo Bardolino” diviso tra la pronta beva del Chiaretto e un Bardolino che punta a mercati meno locali e più ampi con un vino che ha grande e giovanile piacevolezza ma anche possibilità di maturare anche per diversi anni.

Vedremo, nel frattempo i nostri assaggi, pur non eclatanti, hanno portato il 70% dei vini degustati ad almeno 80 punti e chi ci conosce sa che per noi questo punteggio non è certo basso. Quindi denominazione con buona qualità ma forse in un momento di “cambio di pelle”.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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