Guide vini: quanto è giusto aspettare che esca “l’uovo dal culo della gallina”? Chiediamo consigli3 min read

Nel mondo delle guide vini o di giornali, italiani e esteri, che recensiscono ogni mese centinaia di vini e fanno classifiche, il mestiere di chi ci lavora è un  po’ quello di parlare dell’uovo nel culo della gallina.

Quell’uovo può essere poi lì lì per uscire, a metà strada,  oppure ancora in formazione nelle zone più interne di mamma gallina. Fuor di metafora, la stampa estera più accreditata assaggia tante denominazioni famose (quelle con vini rossi da lungo invecchiamento che stanno, per disciplinare, molti anni in cantina) diversi mesi prima che i vini possano entrare in commercio e questo perché gli importatori  hanno bisogno di indicazioni su quali prodotti acquistare. Andando avanti ci troviamo di fronte alle anteprime, dove si testano vini che ancora non sono in commercio, con spesso recensioni sul web mezz’ora dopo l’assaggio. Poi troviamo il classico “periodo guida”, cioè più o meno da febbraio a giugno, quello in cui le guide cartacee devono degustare i vini per poter impaginare, stampare e vendere la guida a partire da ottobre. Infine veniamo noi di Winesurf che da sempre degustiamo i vini rossi a partire da settembre e li pubblichiamo, buoni ultimi, nel periodo ottobre-dicembre.

Dato che nei prossimi giorni inizieremo a pubblicare degustazioni di vini rossi (i bianchi li abbiamo già pubblicati tutti e li abbiamo celebrati qui ) ci domandavamo se il momento che scegliamo per valutare “l’uovo” sia quello giusto.

Per questo abbiamo deciso di chiederlo a voi lettori ma prima vi spieghiamo i perché della nostra scelta. Da una parte c’è naturalmente la possibilità offerta dal web di degustare e pubblicare in tempi brevissimi, dall’altra c’è la considerazione che i rossi e soprattutto i grandi rossi, più avanti nel tempo li assaggi e meglio è (vedi uovo e gallina…), ma soprattutto noi partiamo dall’idea che le nuove annate di certi vini, quelli che fanno opinione e mercato (Barolo, Brunello, Barbaresco, Amarone, etc), sia in Italia che all’estero, il consumatore finale non se li trova in enoteca o al ristorante al primo di gennaio ma dopo mesi, diciamo intorno ad aprile-maggio: a quel punto si consumano più bianchi, rosati e bollicine e quindi le nuove annate di  rossi importanti si comprano e si bevono a partire da ottobre. Per questo noi li degustiamo adesso, per darvi “in diretta” o quasi, i nostri consigli e i nostri commenti.

Più di un produttore ci ha detto che il nostro è un lavoro inutile perché “a ottobre non ho più vino in cantina”. A parte, con i tempi che corrono, verificare questa affermazione potrebbe portare a delle sorprese, ma se il vino non è più in cantina ma sugli scaffali delle enoteche o nei ristoranti è proprio adesso il momento giusto per assaggiarlo e parlarne perché è il momento giusto, per voi consumatori, di berlo.

Certo, assaggiare per primi e sempre per primi pubblicare una recensione attira molti lettori, ma poi quei lettori se il vino non lo trovano in commercio cosa fanno? Aspettano in coda per mesi?

In definitiva vi abbiamo spiegato il “Winesurf pensiero” (che comprende anche le bollicine che pubblicheremo nel momento più importante dell’anno per questa tipologia, cioè un po’ prima delle feste natalizie) ma a questo punto chiediamo a voi, cari lettori, se lo reputate giusto o sbagliato, se pensate sia giusto e proficuo fare così oppure si possono apportare varianti o accorgimenti più o meno radicali.

Insomma, aiutateci ad aiutarvi.

Foto di copertina di Miss PerfectKaos da Pixabay

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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