InvecchiatIGP. Rosso dell’Uccellaia 2006, Azienda Agraria Uccellaia3 min read

La ricerca di un “buen retiro” per staccare dal caos cittadino, ma anche un luogo dove coltivare le proprie passioni, come allevare i cavalli oppure produrre e bere buon vino secondo le ancestrali regole contadine.

Così può iniziare la storia di Chicca Baroni Nicoletti e suo marito che nel 1977, tra i colli della Val Nure, precisamente ad Albarola di Vigolzone (PC), scoprono e si innamorano di questo angolo di terra di 15 ettari, circondato da boschi di castagni e robinie, 8 dei quali coltivati a vigneto.

Da quel momento e fino al 1998, l’attività principale dell’azienda agricola, chiamata Uccellaia visti i tanti volatili che nidificavano nei dintorni, è stata l’allevamento dei cavalli da sella. Ma c’è un filo invisibile che lega i cavalli di ieri ai vini di oggi, che prende forma e sostanza a partire dal 1998 quando i Nicoletti, grazie alla coltivazione di vigneti già presenti (dal 2002 a conduzione BIO), producono il loro primo vino, il Rosso dell’Uccellaia. Un vino che, dal 2007, porta il nome di uno dei cavalli più belli e importanti del loro allevamento: Inventato.

Nome particolare, vero? Già, perché se il cavallo a cui si fa riferimento è un incrocio abbastanza inusuale tra una fattrice purosangue e uno stallone hannover, anche questo Rosso, blend di merlot (55%) e barbera (45%), è frutto di un uvaggio fuori dai soliti schemi, soprattutto se facciamo riferimento al territorio dei Colli Piacentini.

Durante questo periodo di pandemia, grazie al mio amico e sommelier Giuseppe Esposito che ha organizzato la diretta via Zoom, ho avuto la fortuna di incontrare on-line Giulia Nicoletti, figlia di Chicca. Assieme a lei e “in compagnia” di tanti altri appassioati, ho avuto la fortuna di degustare, per la prima volta, il Rosso dell’Uccellaia 2006.

Prima di entrare nel merito della degustazione e svelarvi le emozioni gustative, una breve nota tecnica per inquadrare il vino: la fermentazione del Rosso dell’Uccellaia e poi dell’Inventato  avviene  con  lieviti autoctoni e la macerazione delle uve dura circa un mese. Bucce e mosto rimangono a contatto durante e dopo la fermentazione alcolica. In questa fase quotidianamente si rimescola il cappello di vinacce eseguendo rimontaggi e follature, operazioni cruciali per estrarre le sostanze presenti nelle bucce come antociani, polifenoli e tannini. Invecchiamento e maturazione avvengono in barriques di rovere francese di secondo e terzo passaggio per circa 12 mesi.

La scelta di iniziare la rubrica InvecchiatIGP con il Rosso dell’Uccellaia 2006 è dovuta sostanzialmente alla sorpresa di incontrare e degustare un rosso dei Colli Piacentini così vivo, elegante e complesso dopo 15 anni dall’anno di produzione, cosa non proprio scontata…

La longevità di questo vino, che affonda le sue radici all’interno di un mix di struttura e acidità (caratteristiche fornite anche dal terreno composto di argille rosse) è evidente appena si mette il naso nel bicchiere. Qui si percepisce la vorticosa profondità giocata su due piani diversi: uno pulsante, estroverso, veicolato dall’alcol (rosolio, essenze di rosa e viola, terra rossa, brace) e l’altro con bacche rosse aspre e selvatiche, scolpito dalla vibrante freschezza. Il congegno funziona anche al gusto, in cui un tannino abbondante ma ben domato dal tempo accompagna il degustatore verso un’uscita espressiva e lunghissima di aromi fruttati a cui fa eco, in fondo, una vena minerale di abbagliante chiarezza.

 

Andrea Petrini

Andrea Petrini, il “giovin fanciullo” del gruppo. Il suo giornale online è Percorsi di vino.


LEGGI ANCHE