Chi pensa, veramente, a Pantelleria?7 min read

A seguito del mancato rinnovo del contratto con la Regione Sicilia, scaduto lo scorso 7 luglio, le navi Cossyra e Zeus che collegano Trapani con Pantelleria e Favignana, si sono fermate in banchina e i 50 marinai sono stati licenziati. La società armatrice “La Traghetti delle Isole”, con molto senso di responsabilità, ha poi deciso di riprendere i collegamenti a partire da sabato 14 luglio.

La Cossyra non è un traghetto qualsiasi cioè addetto al solo trasporto dei passeggeri ma è l’unica nave autorizzata a trasportare materiali infiammabili, come le bombole del gas o la benzina,  i materiali speciali per l’ospedale, i rifiuti e molto altro ancora. Che il contratto sarebbe scaduto, si sapeva da tempo immemorabile ma i molti “marziani”, pur sempre pagati per adempiere a queste incombenze, si sono fatti ancora una volta cogliere – si fa per dire – impreparati. Non solo. La Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana, a cui spetta la decisione, la scorsa settimana non ha potuto approvare lo stanziamento necessario al proseguimento del servizio “per assenza del numero legale”. La riunione, pertanto, è stata spostata a martedì 17 luglio. L’emendamento di 3 milioni di euro, finalizzato a coprire le spese dei collegamenti Ro.Ro.
fino a settembre, inoltre non può essere discusso singolarmente ma va inserito nel contesto di un Decreto Presidenziale Regionale (D.P.R.) che deve passare al vaglio della Commissione Bilancio per poi arrivare nell’Aula dell’Assemblea Regionale. (Fonte Pantelleria News).

Il paradosso, se così si vuole definire, è che la copertura finanziaria c’è solo per gli anni 2013 e 2014 ma non per i cinque mesi che mancano alla fine del 2012.  Tutto ciò accade non solo nelle more della crisi che da mesi attanaglia la Regione Sicilia con il presidente Raffaele Lombardo sempre in procinto di dimettersi ma, tanto per rendere la risoluzione dei problemi più semplice il sindaco di Pantelleria Alberto Di Marzo dal 22 Maggio scorso è agli arresti domiciliari per corruzione aggravata. Attualmente a causa delle sue dimissioni sono decaduti anche tutti gli assessori della Giunta e di conseguenza il potere di governo è stato assunto dal Commissario Straordinario, Giuseppe Piazza.
I cittadini di Pantelleria dal canto loro, cercano di farsi sentire come possono: manifestazioni sull’isola e sulla terraferma, raccolte di firme, delegazioni ma l’eco di queste proteste è assai flebile e men che mai raggiunge i grandi media. Se non fosse per Pantelleria News,  il silenzio sarebbe totale perché in questi tempi di tagli alla spesa, non c’è molto spazio sulla stampa nazionale da dedicare  ai problemi di poche migliaia di panteschi.
 
Nonostante gli oceani di retorica, gli abitanti delle piccole isole, sono più che altro considerati un peso, possibilmente da esodare in fretta.  In questo marasma annunciato da lunghissimo tempo, al di là delle infiammate dichiarazioni dei tanti politici in cerca di visibilità, ma pur sempre corresponsabili di questo andazzo,  il cerino acceso rimane agli isolani. E brucia. Per una piccola isola l’incertezza dei trasporti nel pieno della stagione turistica è assolutamente devastante e impedisce qualsiasi programmazione. Non è molto difficile da comprendere. Prima la guerra di Libia, che seppur brevemente aveva portato alla chiusura dell’aeroporto di Pantelleria. Un tempo sufficiente per far disdire a molti tour operator le prenotazioni sull’isola; e poi i voli per tratte tutto sommato brevi, da Palermo o Trapani a Pantelleria, dal prezzo esorbitante: più da maison di alta moda che da tempi di low cost.  L’elenco delle vessazioni però potrebbe continuare ancora a lungo.

Tralascio per amor di patria i problemi con i dissalatori, assolutamente vitali per un’isola che non ha sorgenti d’acqua potabile proprie. Nonostante i miglioramenti, gli impianti sono obsoleti, insufficienti a fare fronte alla necessità di panteschi e di turisti. Certo in passato era molto peggio e forse negli anni Duemila l’acqua dovrebbe essere un diritto di ogni cittadino italiano. A Pantelleria, però non è detto. Analoghi discorsi si potrebbero fare per la sanità. Sembra incredibile eppure bisogna lottare per far capire che non si può utilizzare lo stesso metro di giudizio per un ospedale di un’isola e quello di una qualsiasi località del continente.
Sul fronte vitivinicolo la situazione è sempre più difficile. Ormai la produzione si è attestata su circa 25.000 quintali annui di uve con la stragrande maggioranza dei vigneti – circa 600 ettari – vecchi e sempre meno produttivi. Due aziende di profilo internazionale come Donnafugata – con oltre 60 ettari tra proprietà e affitto e un marchio forte e riconosciuto – e Carlo Pellegrino-  che da sola acquista oltre la metà di quanto Pantelleria produce annualmente – reggono di fatto la gran parte di ciò che resta del sistema vitivinicolo isolano, un tempo – ormai lontanissimo – assai fiorente.  

I vignaioli d’altra parte sono sempre più rari e disillusi. Le Aziende Vitivinicole Miceli di Contrada Rekale dal 2008 hanno smesso di pagare i loro fornitori di uve pur avendo continuato ad accettare i conferimenti negli anni successivi. Attualmente è in corso un’azione legale per recuperare le somme dovute mentre l’azienda è in pericolo di fallimento con conseguenze facili da immaginare per i creditori. Le molte altre aziende, in molti casi anche minuscole, continuano non senza difficoltà la produzione, tenendo alto il nome del vino isolano.

I rigori della crisi, pantesca e nazionale, colpiscono grandi e piccoli ma gli effetti non sono gli stessi.  I vini di Pantelleria possono essere – e lo sono – buonissimi ma qualità, passione e poesia sono necessarie almeno tanto quanto una buona commercializzazione, una comunicazione efficace e  un livello elevato di collaborazione tra le aziende per fare sistema. Condizioni rispettate da pochi nell’isola dello zibibbo.

Non a caso s’incontrano personaggi d’altri tempi ancora convinti che nell’isola si produca il miglior vino del mondo: un discorso insensato che nell’epoca del mercato globale non solo è un simbolo di arretratezza ma non aiuta a vendere nemmeno un bottiglia in più. Sembrerebbe che gli unici a gioire di questa difficile condizione, in cui gli abbandoni dei vigneti sono all’ordine del giorno, siano i conigli selvatici diventati una sorta di flagello biblico. Lunari regolamentazioni impediscono il controllo della loro proliferazione con degli effetti deleteri sulla viticoltura: i ceppi vengono letteralmente spogliati e trasformati in cibo per le colonie sempre più numerose e affamate di leporidi. Sembra strano ma pare siano in molti a non sapere che la vendemmia da noi si fa solo una volta l’anno. Dei rimedi c’era bisogno due mesi fa perché ad agosto si inizia a raccogliere ( quello che è rimasto). Ma tant’è.

 Pantelleria l’isola ventosa per eccellenza non ha nemmeno un impianto eolico, né un impianto geotermico che sfrutti le sorgenti calde di cui è ricca e né tantomeno un impianto solare degno di questo nome per la produzione di energia pulita. L’intera isola, da questo punto di vista, potrebbe essere totalmente autosufficiente con enormi ricadute per tutte le attività: dal funzionamento dei dissalatori alla produzione di elettricità per le case, gli alberghi, le attività economiche, le aziende vinicole. Non più solo “perla nera” ma la prima isola completamente verde  del Mediterraneo.

 Chissà se al termine di queste vicende a Pantelleria finirà il tempo dei demagoghi, dei contaballe, dei quaraquaquà. Adesso più che mai occorrerebbe qualcuno in grado di volare alto per affrontare i mille problemi che la affliggono con progetti di ampio e lungo respiro, da costruire un pezzetto alla volta e non contando più di tanto sull’aiuto esterno. Ci sarà oppure sarà l’ennesima occasione persa? Spetta ai panteschi decidere. Fare il tifo per loro significa anche farlo per il nostro amato quanto disastrato Paese.

P.S. Avviso per i naviganti. Grazie ad un accordo tra Enac e Meridiana i voli di collegamento con Trapani e Palermo saranno garantiti sino al 27 Ottobre prossimo. Siccome l’Enac non ha più risorse da spendere, la successiva copertura finanziaria per gli oneri di servizio pubblico dovrà essere garantita direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalla Regione Sicilia.Come dire, c’è qualche settimana per provvedere in tempo alla bisogna. Oppure no ?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Chi pensa, veramente, a Pantelleria?7 min read

  1. Che dire?? Cosa aggiungere a questo sfogo di Andrea!! Lui l’isola la viveva con l’amata moglie. Conosce meglio di ogni altro giornalista la realtà  dell’isola.
    Mi sento vicino ad ogni sua parola, ad ogni suo scritto, ad ogni sua considerazione.
    Non potendo fare altro, spero che questa mia nota di risposta sia di conforto al suo sforzo di comunicare questa ISOLA DI PIETRA NERA.
    Saluti e grazie per quello che stai facendo, caro Andrea. Rock

  2. Caro Andrea, tristissimo resoconto il tuo. Oltre tutto con un’amministrazione ormai sull’orlo del fallimento, dopo aver sperperato e mangiato miliardi per anni, non credo che la regione Sicilia possa ormai fare molto. Forse l’unica soluzione sarebbe riuscire a mobilizzare capitali privati. In Sicilia ce ne sono molti ma difficilmente vengono usati per promuovere lo sviluppo locale, forse è più facile che arrivino gli stranieri. Per l’italia avere un’isola come Pantelleria e lasciarla morire è come aver vinto alla lotteria e buttare via il biglietto.

  3. L’editoriale di Wine Surf è stato rilanciato anche dal notiziario Pantelleria News del 16/07/2012. Credo che l’unica cosa utile sia far uscire Pantelleria dall’isolamento mediatico a cui è condannata. La crisi della Regione Siciliana – come scrive Maurizio- è profondissima e non fa affatto ben sperare per il futuro. C’è chi ha scritto che la nostra Grecia potrebbe essere la Sicilia…. diciamo che i presupposti ci sono tutti…

  4. Oggi rilancio l’articolo anche sulla newsletter di Millevigne e sulla pagina FB.

  5. Ultime notizie da Pantelleria
    Ieri martedଠ17 Luglio si doveva riunire la Commissione Bilancio della Regione Siciliana. All’ordine del giorno il finanziamento delle navi. Ro.Ro. per il trasporto passeggere e merci classificate pericolose per le piccole isole di Ustica, Favignana e Pantelleria. Anche stavolta però la Commissione non si è potuta riunire ” per assenza del numero legale”. La notizia è stata diramata da Pantelleria News. Senza parole.

  6. Caro Andrea, tutto ciò che scrivi è assolutamente condivisibile, ma i panteschi stanno continuando a raccogliere quello che hanno seminato in passato, cioè il nulla. La loro mentalità  assistenzialistica (salvo rare eccezioni) è imperante e la loro cronica incapacità  di parlarsi per ragionare anzichè per insultarsi ha fatto il resto. Non conoscerò bene quest’isola come te caro Andrea, ma quello che ho visto a più riprese mi fa davvero dire “chi è causa del suo mal pianga sè stesso”. Il serio rilancio di Pantelleria o parte da qualche pantesco illuminato oppure sarà  un continuo e monotono ripetersi dello stesso copione… Forza panteschi seri, se ci siete battete un forte colpo!

  7. Notizia flash. La Commissione Bilancio dell’ARS ha reperito i fondi per trasporti da e per le piccole isole siciliane. La somma ammonta a circa 3,5 milioni di euro. Pertanto il servizio Ro.Ro. sarà  garantito. Meglio tardi che mai.

  8. Ad integrazione della notizia del reperimento dei fondi da parte della Commissione Bilancio Ars, c’è da aggiungere che la palla ora passa al Parlamento Regionale – secondo quanto ha scritto Pantelleria News – il quale deve approvare la variazione al bilancio e contemporaneamente indire le nuove gare o votare una norma che possa consentire la proroga visto l’emergenza. Su tutto dovrà , infine, esprimersi il commissario dello Stato. Se il presidente Lombardo darà  le dimissioni, come più volte annunciato, si tornerebbe alla casella di partenza. Ora la domanda è , ce la farà  il Parlamento ad approvare la variazione al bilancio, prima delle dimissioni ? Programmare alcunché in una situazione di precarietà  politico-istituzionale cosଠavanzata è un’impresa davvero titanica per qualsiasi azienda di qualunque settore economico. Mala tempora currunt.

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