Interviste Covid-19. Albiera Antinori Presidente Bolgheri: “Per aziende piccole o medio piccole rischio liquidità”8 min read

Le nostre interviste ci riportano in Toscana per parlare con Albiera Antinori, Presidente del Consorzio Bolgheri

Winesurf “Buongiorno Albiera. Prima di tutto come state in famiglia?”

Albiera Antinori “Buongiorno, tutti bene per fortuna. Siamo a Bolgheri, isolati, ognuno nella propria casa. Anche mio padre Piero sta molto bene.”

W. “Sei diventata presidente da pochi mesi: te lo avevo già chiesto quando ci siamo visti a Bolgheri a novembre e te lo richiedo adesso: ti è toccato il bastoncino più corto?”

A. A. “No, no, in realtà è un onore.  Bolgheri per noi è una zona speciale, a cui siamo legati per  motivi storici e familiari. Poi è un consorzio  piccolo, che funziona bene, in una zona che non ha grossi problemi strutturali, conosciuta in tutto il mondo grazie a quei “vini capostipite”  che hanno tracciato la strada. E poi assieme a Priscilla e Cinzia (Priscilla Incisa della Rocchetta e Cinzia Merli, rispettivamente di Tenuta San Guido e de Le Macchiole  n.d.r.) siamo un trio ben affiatato.”

W. “A questo punto fammi iniziare l’intervista con uno scoop: la conferma per il 31 agosto della cena nel viale di Bolgheri.”

A. A.“Assolutamente te lo confermo, ma  per il 31 agosto del 2021, quest’anno non era in programma. Per ora stiamo lavorando sia per impostare non solo la cena ma tutto il fine settimana di presentazione dei vini di Bolgheri, sia sulla strategia di comunicazione  del consorzio.  A  questo  punto una nuova strategia è urgente vista la situazione in cui siamo, che ha  accellerato  l’utilizzo di canali social e del mondo digitale. Era un qualcosa che si sarebbe dovuto fare comunque ma che adesso, in mezzo a questa “tempesta” è prioritario.”

W. “Bolgheri è una denominazione composta da grandi nomi e da piccole realtà, quale delle due potrà superare meglio questo momento?”

A. A.“E’ difficilissimo fare previsioni oggi e a lungo termine, perché le variabili in campo sono molte:  ovviamente le aziende che hanno un nome affermato hanno dei vantaggi, mentre le piccole, sicuramente potranno avere più problemi visto che i canali Horeca sono  praticamente chiusi e anche il turismo è fermo. Molto dipenderà da quanto durerà questo “doppio blocco”, sia legale  adesso che psicologico dopo la riapertura. Certamente le aziende piccole o medio piccole rischiano di avere problemi di liquidità:  questo è veramente un qualcosa di pericoloso.”

W. “Si sta parlando di varie misure: potature verdi, distillazione e altro. Dal punto di vista di Bolgheri queste misure potranno servire o ce ne vorrebbero altre?”

A. A.“Come sempre tutto può servire, ma deve essere data la facoltà di poter scegliere, non deve essere obbligatorio. La distillazione per Bolgheri non serve  ma per altre denominazioni o zone può darsi di si. Ridurre la resa francamente non mi sembra un opzione obbligatoria da seguire .Forse l’unica cosa consigliabile  potrebbe  essere la potatura verde, ma finché  non si capisce quando e come si muoveranno le cose bisogna restare “flessibili”. Comunque ci sarà tempo fino a vendemmia per prendere decisioni per difendere la qualità e il valore del nostro vino.”

W. “Mi risulta che state fatte riunioni di tutti i consorzi toscani  per presentare una proposta unica alla regione o al governo? Cosa pensi delle misure che il governo sta adottando”

A. A.“Con l’AVITO, che è appunto l’associazione dei Consorzi Toscani, abbiamo avuto una riunione online dove è emersa soprattutto la necessità di coordinare  le richieste da fare al governo con le associazioni di filiera. Questo è importante per avere una voce unica, perché andare in ordine sparso a chiedere al governo in un momento in cui non ci sono soldi e c’è molta confusione, va a finire che non si ottiene niente.  Le richieste che andremo a fare vertono comunque sui punti di cui abbiamo parlato prima.”

W. “Confcommercio toscana sta parlando di un 20% di aziende che non riapriranno. A Bolgheri cosa succede?

A. A.“Non so dirti se è sarà 20% o 1% o 100%, non sono in grado di dare cifre realistiche: Dipenderà tutto da quanto durerà  questa situazione. Se staremo in lockdown per una anno, se il canale  ristorazione-enoteche-turismo non  riprenderà  fino a marzo 2021 è ovvio che ci sarà una buona quantità di aziende che non riapriranno. Se invece, come sembra, la morsa si allenterà  e si potrà ripartire nell’arco di poco tempo non credo che, almeno per Bolgheri, ci potranno essere problemi di riapertura. E’ ovvio che problemi ci saranno, ma non credo saranno problemi relativi al riaprire o al non riaprire.”

W. “In questi giorni si parla di box trasparenti in spiaggia per far ripartire il turismo. Metodo abbastanza strano, non trovi??”

A. A.“Sono proposte che lasciano il tempo che trovano. La gente stando a casa e avendo molto tempo  se ne inventa di tutti i colori per attirare l’attenzione. Certamente tutto quello che è turismo, ristorazione, senso del godimento da parte del consumatore, sarà messo a dure prova: tra paura, distanziamento sociiale etc. non è che uno a cuor leggero va a farsi un weekend da qualche parte. Certamente dovranno essere sostenuti tutti i luoghi, come i ristoranti, le strutture balneari, le enoteche, etc. che  a loro volta saranno obbligati a mettere in atto regole particolari, che tra l’latro ancora non si conoscono . Ci dobbiamo tutti far trovare pronti, essere flessibili. Gli italiani in genere lo sono, con idee anche fantasiose,  ma fino a un certo punto.”

W. “Qui mi rivolgo più alla Albiera Antinori che non alla Presidente del Consorzio  Bolgheri. Voi, come Antinori, oltre ad essere presenti in tutto il mondo  siete presenti nella GDO non solo italiana. Quali sono i mercati e i canali che stanno ancora lavorando?”

A. A.“La grande distribuzione in tutto il mondo è l’unico canale che funziona e il fenomeno più interessante è l’aumento delle vendite online, anche se si parla ancora di numeri piuttosto piccoli. Sicuramente l’online  sarà avvantaggiato da questa situazione e ne beneficierà anche a lungo termine:  sia per le vendite che per la promozione, almeno  per un anno  diventerà il canale più usato . Questa crisi ha dato una bella spinta al settore online,  soprattutto  in Italia dove era meno sviluppato rispetto ad altri paesi.”

W. “Ho parlato con alcuni enotecari che mi dicevano che  adesso su internet vanno i vini di basso prezzo, diciamo sotto i 15 euro e quelli sopra gli 80-90. Voi che avete vini in ogni categoria, quali tipologie state vendendo di più?”

A. A. “La fascia più bassa non sono molto sicura che sia molto venduta online, anche  perché la trovi anche al supermercato senza grossi problemi. La fascia alta ha sempre la sua nicchia di clientela.  L’Italia poi ha un offerta di vini nella fascia di mezzo molto ampia. Credo dipenda molto dal tipo di clienti a cui si rivolgono quegli enotecari, perché  leggevo che su alcuni dei grossi siti di  vendita, tipo Tannico, quello che funziona è la fascia di prezzo intermedia.”

W. “In questi giorni ci sono state interviste a ristoratori che annunciavano di volere, al momento della riapertura, diminuire di molto il magazzino e vendere il vino solo in conto vendita. Questo non credo si pensi solo in Italia. Quali metodi si dovranno usare in futuro per vendere il vino?”

A. A.“Che una situazione economica altamente instabile crei dei problemi di liquidità anche ai ristoranti è ovvio. La conseguenza è che non impegnarsi ad avere un grande magazzino e comprensibile e anche, se vogliamo,  condivisibile. Non è assolutamente comprensibile  dilazionare i pagamenti, visto che in Italia  c’è già la tendenza a farlo. Sul fatto che potrà cambiare l’approccio dei ristoratori allo  stock in magazzino, questo  diventerà un tema da affrontare e sicuramente le aziende dovranno attrezzarsi per  consegne di numeri più piccoli e più spesso . Oltre al settore online che si è molto sviluppato, se vogliamo reinventando il modo di vendere il vino, l’altro settore che dovrà  reinventarsi e migliorarsi è quello della logistica. Tra le consegne di poche bottiglie  a casa, le consegne di pochi cartoni ma più frequentemente  ai ristoranti,  ci sarà per i vari corrieri  un accelerazione distributiva che speriamo non diventi un imbuto, creando problemi.”

W. “Se dovessi evidenziare un difetto  del vecchio mondo del vino da non ripetere in futuro di cosa parleresti?”

A. A.“Parlerei della burocrazia, di  quanto ci affoghino le cose burocratiche. Un pochettino serve, è ovvio, però in Italia è arrivata a dei livelli impossibili. Quindi burocrazia da semplificare e poi un nuovo approccio al sostegno economico delle aziende medio piccole, che sia più da banchieri che da bancari.”

W. “All’opposto cosa ti auguri per il futuro, quali azioni dovrebbe fare il mondo del vino italiano?”

A. A.“Una cosa positiva sarebbe trovare finalmente quella benedetta unione  di consensi e di obiettivi e cancellare il più possibile i piccoli campanilisti che il mondo del vino riesce sempre e comunque a creare. Contare di più, tutti assieme, specie  in Europa, sarebbe importante.”

W. “Quando Albiera  Antinori non beve  vino di Bolgheri  o di Antinori, cosa beve?”

A. A. “Noi a casa non  beviamo mai i nostri vini. La mia grande passione sono i Riesling della Wachau , secchi con dei caratteri varietali ben espressi. Francamente qualsiasi bottiglia è benvenuta per cercare di imparare e conoscere cose nuove: amici ci portano bottiglie da tutto il mondo ed è molto importante assaggiare le altre produzioni. Comunque, pur degustando e conoscendo molti vini di tutto il mondo un posto particolare lo occupa  sempre il nostro sangiovese.”

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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