In copertina il titolo grande é per i vini di Margaret River (Australia), ma c’é spazio anche per i vini “affidabili” della Borgogna, i rossi della Côte de Beaune, gli Châteaux bordolesi che più hanno migliorato la qualità dei loro vini, l’incontro con Christophe Roumier, mago modesto della Côte de Nuits. E ancora, più in piccolo: le migliori cantine da visitare nella Champagne, 30 grandi vini organic e biodinamici.
Sono i Top 50 vini della Margaret River ad aprire questo numero. A presentarli é Peter Forrestal. Bianchi da Chardonnay e da Sauvignon blanc-Semillon e rossi da Cabernet Sauvignon (soprattutto), Shiraz e Tempranillo. Poi é Stephen Brook a presentare i 10 Châteaux bordolesi che maggiormente hanno migliorato i loro vini. Accanto ai crus classés (Calon-Ségur, Les Carmes Haut- Brion, Smith-Haut Lafitte, Figeac, Trottevieille…)ci sono anche proprietà meno conosciute come Saransot-Dupré a Listrac o Sansonnet a Saint-Émilion. C’é anche un Cadillac-Côtes de Bordeaux, Château Biac.
Nell’articolo che segue, di William Kelley, andiamo in Oregon, alla ricerca della Burgundy Connection. Tra i pick di Kelley, al vertice é un Pinot noir di Yamhill-Carlton , di Résonance Vineyards del 2014, con 94 punti.
Christophe Roumier, vigneron di culto della Cote de Nuits, é il destinatario dell’intervista di Stephen Brook, che viene subito dopo: il suo goiello é un Les Amoureuses (Chambolle-Musigny Premier Cru) del 2016.
Jane Anson, autrice di un bel libro recente sui vini bio, sceglie i migliori 30 vini “organic” e biodinamici . Tra i prescelti (punteggio più alto per uno Champagne dell’Aube, un Blanc de Noirs della Maison Fleury), ci sono anche dei vini italiani:La Biancara di Angiolino Maule (7°), La Mesma, Gavi (11°), un rosé delle Terre Nere (15°) e uno del Roero di Correggia (16°), l’SP 68 della Occhipinti (19°), seguito da altri vini siciliani (Nerobufalefj di Gulfi), Vinupetra di Foti. Unico toscano il Chianti classico Berardenga (24°).
Il Porto, si sa , é vino inglese quanto portoghese. Il servizio di Richard Mayson , grande esperto di vini rinforzati (eccellenti i suoi libri dedicati al Madera e al Porto), ci introduce al Porto del 2015. A eccellere, il The Stones Terrace di Graham’s, con ben 98/100.Nell’articolo che segue Peter Richards parla della grande Asta degli Hospices di Beaune.
Poi: le regioni del vino del World Heritage (l’Italia é presente con le Langhe piemontesi e Pantelleria) e una guida (sponsorizzata) al Brunello di Montalcino. Siamo intanto arrivati alla Decanter Buying Guide.
Dopo le pagine di Spurrier dedicate al mondo del fine wine, e quelle dei weekday wines di Christelle Guibert (tra questi una Vernaccia di San Gimignano e un Chianti classico), tocca alle grandi degustazioni seriali: rossi della Côte de Beaune e Chardonnay australiani da climi freschi.Sorprende, tra i primi, che i tre outstanding provengano da AOC relativamente minori (Santenay, Maranges, Savigny-lès-Beaune); per quanto riguarda i secondi, in evidenza i bianchi di Victoria, Tasmania e Yarra. Nancy Gilchrist sceglie i suoi vini sudafricani da vigne vecchie preferiti, poi tocca ai ristoranti (Pique-Nique a Londra e Les Cols, a Olot, in Spagna), all’itinerario di viaggio nella Champagne e alla Guida a Tokyo di Akihiko Yamamoto .
Non restano che il consueto editoriale di Stimpfig ( 1000 note di degustazione in un mese), le notizie , le lettere dei lettori, gli editorialisti (Jefford: l’ “amabile non amorevolezza” nel cuore dei grandi vini; Anson: Latour ha inaugurato un nuovo modo di vendere il vino; Johnson: pensare che un vino é speciale), le Notes & Queries, il Market Watch e il vino-leggenda (Cuvée Sir Winston Churchill Pol Roger 2000).