La stampa estera a portata di clic:Wine Spectator, vol. 42, no.10, 20172 min read

La copertina di questo primo numero di novembre è tutta per Barbara Banke, subentrata alla morte del  marito Jess Jackson a capo delle aziende vinicole della famiglia Jackson. Alla sig.ra Bank è dedicato anche il servizio di Tim Fish che apre la rivista. Quello da lei governato è davvero  un impero: 47 wineries, oltre 13.000 acri di proprietà in California ed altri 15.000 nel resto del mondo, per un volume di affari annuo di 750 milioni di dollari. Segue l’elenco delle tenute, con i vini più importanti e la loro valutazione.

Il servizio seguente, firmato da James Laube, è per il Cabernet californiano: quello degli ultimi dieci anni è stato, specie per la Napa Valley, un periodo d’oro, con una serie praticamente ininterrotta (fatta eccezione per l’annata 2011) di millesimi eccezionali. L’elenco dei migliori assaggi di Laube vede al vertice il Cariad 2014 di Colgin, dal modico prezzo di 550 dollari la bottiglia. A completare il servizio, sono indicate le “stelle nascenti” della California vitivinicola, i Cabernet con la maggiore regolarità qualitativa  secondo Aaron Romano, e infine la Guida alfabetica delle wineries del Cabernet californiano, con i loro vini di punta  (e naturalmente valutazioni e prezzi).

Dalla California, l’orizzonte si allarga  a tutto il mondo per individuare i migliori 150 vini a meno di 25 dollari la bottiglia. Nell’elenco sono compresi anche 20 vini di produttori italiani, in prevalenza toscani (13) e piemontesi (5), con due intrusioni sudiste (un Aglianico del Vulture e un Primitivo di Manduria).

Prima della Buying Guide, che chiude come al solito il fascicolo, ci sono due articoli dedicati a vini francesi. Il primo ha per oggetto lo Château Pavie, uno dei nuovi Premier cru di Saint-Emilion inclusi nella classe A nell’ultimo classement , accompagnato da una verticale dei vini dal 1998 al 2016 (punteggio più alto per l’annata 2010, con 98 punti).

Il secondo articolo riguarda i vini della Loira , principalmente bianchi, reduci da due buone annate (2015 e 2016). Al vertice un moelleux di Vouvray, il Clos du Bourg del Domaine Hüet. A completamento dell’articolo principale, Emma Balter parla delle tre star del Sauvignon blanc nel Sancerrois (i Domaines Didier Daguenau, Pascal Jolivet e Michel Redde).

Eccoci infine arrivati alla Buying Guide. Nelle categorie di qualità superiore, come sempre, l’Italia è rappresentata solo da Piemonte (soprattutto) e Toscana.  Ancora un Chianti classico e un Dogliani tra i vini smart. Si chiude con la pagina e i consigli di Dr. Vinny: questa volta si parla di giochi di vino e degustazioni cieche.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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