Ed eccoci, dopo il Barbaresco a parlare di Barolo, in quella che potremmo definire la settimana dei nebbioli, che vedrà online nei prossimi giorni prenatalizi anche i risultati dei nostri assaggi dei nebbioli del nord Piemonte e dei vini della Valtellina.
Ma veniamo al Barolo 2013, come sempre degustato in due sessioni, ad aprile durante Nebbiolo Prima e a novembre in occasione degli assaggi IGP in Langa.
Per presentarvi questa vendemmia partiamo da lontano, addirittura dallo scorso anno quando parlammo per la prima volta della vendemmia 2013 riferendoci ai Barbaresco.
“L’annata 2013 non è certamente di altissimo livello e quindi il voto medio alla vendemmia scende attorno a 7/7.5 per più motivi. Anche se i nebbioli sono stati vendemmiati abbastanza avanti nel tempo, l’andamento vendemmiale non è stato certo eccezionale, con piogge che hanno disturbato vari periodi della maturazione delle uve. Questo ha portato da una parte a nasi non molto precisi e dall’altra a tannini pungenti che avranno bisogno di tempo per arrotondarsi. L’uso del tempo non è certo una novità per i barbaresco, ma la sensazione è che la trama tannica non abbia a sostegno un corpo adeguato, manca un po’ quello che “lega” i tannini tra se e crea una trama tra potenza ed eleganza.”
A questo aggiungiamo una frase pubblicata ad aprile dopo Nebbiolo Prima.
“La 2013 non sarà una vendemmia eccezionale ma sono convinto che tra 10-15 anni una non sottile fetta di questi vini mostrerà vere e proprie stimmate “baroliste” e darà soddisfazioni per almeno 25-30 anni. In media però siamo di fronte a tannicità ancora da delineare e nasi abbastanza maturi.”
E dopo questo lungo preambolo veniamo a noi: di solito durante gli assaggi a novembre i Barolo sono sempre più rotondi e disponibili ma quest’anno è avvenuto il contrario: ci siamo scontrati con vini dotati di tannicità anche importante ma estremamente dura e non amalgamata al corpo.
Questa rigidità, che potrebbe passare anche per estrema giovinezza dei vini, non è stata avallata dai nasi, che hanno confermato in buona parte le sensazioni mature mostrate ad aprile. Questo abbastanza in linea generale, toccando anche le zone, come Castiglion Falletto, sicuramente più “disponibili” ad un arrotondamento dei tannini, rispetto a La Morra o Monforte.
Naturalmente ci sono tanti buoni Barolo nel 2013 ma la sensazione è di essere di fronte ad una vendemmia da una parte non certo eccezionale, dall’altra che tende a chiudersi ed a rimanere rigida e scontrosa.
Potremmo definirla una vendemmia “pronta mai” se non ci venissero in mente due annate (1996 e 1999) definite allo stesso modo ma che, in più rispetto alla 2013, avevano delle stimmate qualitative che sicuramente quest’ultima non possiede.
Sarà comunque interessante monitorarne l’andamento negli anni, ma il nostro consiglio è di attendere qualche anno prima di stappare qualcosa, preferendo adesso annate più pronte come la 2012, 2011, 2009 e 2008.