33° Mostra del Teroldego con segnali positivi1 min read

La 33° Mostra del Teroldego Rotaliano, percorso di degustazione allestito negli ambienti esterni di Palazzo Conti Martini a Mezzocorona, ha rappresentato un’occasione unica per poter degustare la totalità della produzione di Teroldego Rotaliano DOC. Non solo degustazioni ma anche momenti di approfondimento e discussione dai quali sono emersi interessanti valutazioni.

Delle varie tappe che hanno segnato il Teroldego negli ultimi sessant’anni quella che stanno vivendo i vignaioli in questi ultimi tempi è forse la più importante. Si capisce dalle varie interpretazioni dei figli dell’ultima generazione di produttori, che “la conoscenza e la ricerca della qualità” sono elementi predominanti. Sulla base di questi strumenti si sviluppano tutti i vari stili di produzione, la conoscenza delle peculiarità espressive del territorio, la tecnica nel vigneto e il gioco sapiente con i vari tipi di contenitore (legno, cemento, acciaio, ceramica, anfora), i quali regalano in molti casi maggiore fruttuosità e dinamicità, alleggerendo l’uso del legno.

Una raggiunta consapevolezza è quella che per far esaltare le qualità del vitigno non è necessario affossarlo nel legno puntando per forza a una riserva, pensando che questa sia la massima espressione del Teroldego (seppur alcuni produttori sappiano accompagnare bene il vino anche nel trascorrere degli anni). 

Ho potuto constatare una migliore qualità di tutte le referenze dell’ultima annata, che conferma come il cambio di rotta sia già all’ordine del giorno. Ora una maggiore consapevolezza dei propri prodotti e una migliorata comunicazione aiuterebbe sia il produttore a presentarsi sul mercato, sia il consumatore ad accorgersi di questi cambiamenti del principe dei rossi trentini. 

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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