Valpolicella Superiore e Ripasso: grandi diversità e “l’incognita” 20133 min read

Passando dagli Amarone (vedi articolo )  ai Valpolicella Superiore la prima cosa che si nota è  invece la grande diversità tra le annate e le tipologie assaggiate, questo a prescindere dalla differenza di base tra Valpolicella Superiore Ripasso e Valpolicella Superiore.

 

Un dato positivo generale è il fatto che la tipologia “quasi amarone” (cioè dei Superiore iperalcolici e concentrati)  sta perdendo peso, sostituita da una serie di vini meno monolitici, più freschi e lineari.

 

Sicuramente i Superiori, (ripasso e non) risentono di più dell’andamento vendemmiale non proprio eccezionale di alcune tra le ultime annate e quindi hanno un’impostazione più distesa, anche meno “ripasso dipendente”.

 

Detto questo dobbiamo notare come la costanza qualitativa riscontrata nell’Amarone non si trasferisca nelle varie tipologie di Superiori: infatti  i vini con almeno 3 stelle calano bruscamente dal 70% al 40% del totale e diversi vini, specie del 2013, mostrano una mancanza di corpo purtroppo prevista dal momento della vendemmia.

Infatti dopo due annate con picchi di calore notevoli (2011 e 2012) la 2013 è stata contrassegnata da caratteristiche meterologiche quasi opposte, con un periodo vendemmiale fresco e in parte piovoso. Questo aveva portato a previsioni sui vini non certo idilliache, che purtroppo i primi assaggi sembrano confermare.

 

Se i Superiore possono essere visti come le “sentinelle” del futuro Amarone, la 2013 per questo importante rosso sembra presentarsi come un’annata molto difficile.

Speriamo che il “metodo amarone” riesca a mitigare la mancanza di corpo e un equilibrio non eccezionale tra le parti, che adesso è presente nei Superiore 2013. Forse anche tra gli stessi Superiore 2013 più importanti  che usciranno dall’anno prossimo potremo trovare maggiore concretezza e profondità: noi ce lo auguriamo. 

 

Interessante notare come il numero di Ripasso degustati sia pari al 60% del totale e quindi i Superiore sembrano riprendere un minimo di importanza numerica. Oltre a questa hanno per noi un’importanza qualitativa da non sottovalutare, perché tra i migliori dei nostri assaggi sono la maggioranza.

 

Occorre osservare infatti che il Ripasso, nato per dare un po’ di spinta in più (anche aromatica) a dei valpolicella “base” leggeri e semplici, è divenuto un modo per corrazzare ancora di più vini con strutture e corpo (i Superiori) già di buono o ottimo livello.

In altre parole, da pratica di “soccorso” è divenuta un qualcosa in più in vini che, moda a parte, non ne avevano molto bisogno. Per questo mediamente i Superiore sono più equilibrati dei Ripasso, il tutto naturalmente con delle belle eccezioni.

 

Un’altra  cosa da accennare è la sensazione, guardando alla composizione dei vini, che le cosiddette “seconde uve” della Valpolicella (rondinella, molinara, oseleta) stiano piano piano recuperando un po’ di terreno e di considerazione tra i produttori. Toscanamente parlando, forse i cosiddetti vitigni “viziati” (che danno cioè un vizio, una caratteristica particolare), possono svolgere un ruolo importante anche nella moderna viticoltura in Valpolicella.

 

A proposito di viticoltura in Valpolicella: tra un mese preciso ci sarà l’Anteprima dell’Amarone 2012, che si terrà a Verona sabato 30 e domenica 31 gennaio 2016; sicuramente una manifestazione da non perdere.

 

Ancora a proposito……BUON 2016!!!!!!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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