Sardegna bianchi: panorama vario ma positivo4 min read

La sala di degustazione nuova di pacca che il nostro Giampaolo Giacomelli ci ha messo a disposizione è stata teatro del primo assaggio annuale “in bianco” di Winesurf. Di scena i  bianchi sardi.

In questo caso “bianchi sardi” sta a significare una stragrande maggioranza di Vermentini di Sardegna DOC ( più del 50% dei vini assaggiati) un numero non molto alto di Vermentini di Gallura DOCG (circa dieci) una sparuta rappresentanza di  Nuragus (meno di cinque) altrettanti vini dolci o passiti e a chiudere il cerchio un po’ di IGT.

Se dovessimo fermarci alla pura media matematica dovremmo innalzare grida di giubilo, perché 3.05 stelle di media è forse la più alta mai registrata in un nostro assaggio. Molto meglio di qualsiasi altra tipologia di bianco ma anche dei più grandi rossi italiani. In realtà la matematica va letta con attenzione, perché su un numero relativo di vini averne sette che hanno ottenuto tra 3.5 e 4 stelle alza parecchio la media. Vabbè direte voi? Il fatto è che dei sette vini che hanno ottenuto punteggi molto alti ben tre sono vini dolci, passiti o molto particolari.

Quindi se volessimo (e vogliamo!) potremmo essere particolarmente felici per questa tipologia, che quasi nella totalità dei (pochi) vini degustati ci ha presentato grandi interpretazioni, sia con il Nusco, sia con la Vernaccia, sia con la Malvasia. Vini diversi ma che hanno in comune una “sottile durezza” che non può non colpire. Aldilà di una pseudo lettura  filosofica abbiamo trovato vini con gamme aromatiche di assoluto valore mondiale affiancate da nerbo e struttura di grande livello, tanto da farci pensare per un attimo di andare oltre le 4 stelle.  Voto medio alla tipologia: 9 sperando di confermarlo l’anno prossimo con un numero maggiore di campioni.

Con una breve annotazioni sui troppo pochi Nuragus, ma comunque di sufficiente freschezza e piacevolezza (voto medio alla tipologia 6+)  Arriviamo ai Vermentino e qui dobbiamo dividere in maniera netta le due famiglie, quella più estesa della DOC Sardegna e quella più esclusiva della DOCG Gallura.

Nel primo caso abbiamo trovato mediamente prodotti  che tradivano in alcuni casi la voglia di sfruttare un nome commercialmente sulla cresta dell’onda.  Molti giocavano un po’ troppo la carta della forzata piacevolezza, in particolare grazie a degli zuccheri residui non proprio “residui”. Questa  dolcezza andava comunque a  coprire una mancanza di corpo, facendo inoltre pendere la bilancia a svantaggio della nota di freschezza che un bianco come un vermentino sardo deve avere. Per chiudere con le note negative occorre dire che sicuramente la vendemmia 2011 non ha dato una mano ai produttori: il caldo della seconda metà di agosto e dell’inizio di settembre non ha certo permesso di portare in cantina uve dove aromi e freschezza si esprimevano ai massimi livelli. 

Detto questo partiamo proprio dalla cantina per vedere l’altra faccia del Vermentino di Sardegna,  che ha presentato anche nelle interpretazioni meno felici vini corretti e puliti al naso. Non ne abbiamo trovato uno che avesse problemi, se lasciamo da parte le dosi non certo omeopatiche di solforosa. I migliori, pur non arrivando alle 4 stelle, ci hanno comunque dato belle sensazioni floreali e freschezze di buon livello. Voto medio alla tipologia: 7.

I Gallura DOCG ci sono sembrati, praticamente al 100%, vermentini con una marcia in più. Solo uno ha raggiunto le 3.5 stelle ma praticamente tutti gli altri sono arrivati a un soffio. Quello che ci ha colpito in questi vini è l’ottima rispondenza alla tipologia ed al vitigno, anche in un’annata non certo fortunata. Se qualcuno dei Sardegna stentava ad essere definito d’impatto un vermentino, tutti i Gallura avevano la “vermentinità” scritta in fronte. Sia al naso dove le note floreali toccavano timbri vicini alla macchia mediterranea, sia al palato dove sostanza e freschezza erano quasi dei dati di fatto. Speriamo il prossimo anno di poterne degustare di più. Voto medio alla tipologia: 8.5.

Vista la scarsità di campioni non ci sentiamo di valutare gli IGT (Voto medio….non pervenuto) e quindi chiudiamo abbastanza soddisfatti  questo incontro con i bianchi sardi dandovi appuntamento tra pochi giorni con i bianchi liguri.

 


Hanno partecipato alla degustazione Giampaolo Giacomelli, Alessandro Bosticco, Pierlorenzo Tasselli, Carlo Macchi.

 


 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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