Sardegna bianchi 2012: poche uova d’oro3 min read

La prima degustazione in bianco dell’annata ci ha portato in Sardegna. In realtà ha portato la Sardegna da noi e se vogliamo proprio essere precisi sono stati i vini di diverse aziende sarde ad attraversare il mare ed arrivare “in continente”.

Ad aspettarli in continente c’era Gianpaolo Giacomelli con la sua bella sala di degustazione a Sarzana e lì si è svolta la degustazione. La parte del leone era ovviamente fatta dal quello che oramai è il vitigno principe nel mondo dei bianchi sardi, il Vermentino. 32 di Sardegna e 11 di Gallura significano che oltre il 70% dei vini proveniva da questo vitigno, ma prima di dargli il giusto spazio parliamo delle “minoranze”.

Tre Nuragus non possono fare testo se non a livello individuale e lo stesso dicasi per i pochi IGT, dove comunque il Vermentino e quasi sempre presente. Dagli IGT 2012 possiamo comunque trarre informazioni su quest’annata che non ci mettono certo di buonumore..ma andiamo avanti.

Se lo scorso anno Malvasia di Bosa, Vernaccia e altri vini comunque non secchi  erano andati bene quest’anno le cose sono cambiate in peggio: per un motivo o per l’altro i pochi vini della tipologia hanno mostrato la corda, sorprendendo noi per primi.
Come sorpresi siamo rimasti dal veder prendere campo una tipologia che obtorto collo potremmo definire naturale.

Vini che alla fine non abbiamo valutato perché fuori completamente dalle nostre corde degustative. Per noi le ossidazioni (controllate!)  possono far parte di una Malvasia di Bosa o di Vernaccia di Oristano, ma le situazioni avute nel bicchiere ci hanno spinto semplicemente ad evitare una valutazione che sarebbe stata oltremodo punitiva. Insomma, molto poco cristianamente, siamo riusciti a ad allontanare da noi questo calice.

Ma veniamo ai calici di Vermentino, in particolare di Sardegna.Che la vendemmia non fosse stata eccezionale lo sospettavamo e purtroppo ne abbiamo avuto conferma da una lunga serie di vini dove i profumi erano scarichi e la bocca mostrava o scarsa freschezza o poca potenza. Per riuscire a mettere insieme questi aromi, freschezza e potenza  abbiamo dovuto fare un lavoro veramente certosino.  Nei Gallura le cose sono migliorate, ma anche lì non è che abbiamo fatto i salti di gioia.

L’annata 2012 è stata indubbiamente calda, molto calda, e questo è sicuramente il motivo principale del risultato non certo eccezionale, che abbassa drasticamente la media dello scorso anno da oltre 3 stelle a nemmeno 2.5. Ci sembra che, specialmente il Vermentino di Sardegna DOC abbia pagato dazio anche per rese forse troppo alte, specie in annate molto difficili come questa.

Insomma, non siamo usciti molto soddisfatti dall’assaggio, soprattutto perché ben pochi vermentini avevano quella riconoscibilità che quasi sempre si riscontra nella tipologia, anche in annate non eccezionali.

Comunque qualcosa di buono l’abbiamo trovato , ma anche lì non siamo mai andati oltre le 3.5 stelle.

La nostra fiducia nel Vermentino sardo rimane intatta, ma annate come il 2012 dovrebbero far capire che anche un vitigno generoso come questo non può essere spinto oltre certi limiti. Insomma  la gallina dalle uova d’oro non può essere forzata più di tanto.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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