Omaggio al Caribe: sommelier a ritmo di salsa.2 min read

Non spetta ad un giornale come il nostro parlare delle tragedie capitate ad Haiti, possiamo solo unirci al lutto e sentirci vicini alle vittime del terremoto. Ci permettiamo di pubblicare questo articolo, scritto prima del terremoto, come piccola voce di speranza per quel popolo martoriato. In realtà parla di Santo Domingo, che sembra il terremoto abbia risparmiato, ma vogliamo dedicarlo al popolo di Haiti sperando di vederlo tornare a vivere ed a sorridere.

 

Il destino gioca strani scherzi. Uno va  nei Caraibi per una settimana di digiuno di-vino: si concede una pausa da lavoro e passioni, tenta “il saldo di se stesso in anticipo” cioè di perdere preventivamente il peso che acquisirà di sicuro per Natale, aggiungendoci una bella depurazione di fegato e reni e che succede? Si ritrova a casa, in particolare nel bel mezzo di una delegazione AIS anzi, AISCARIBE, con un collega romagnolo a dirigerla. Perchè di noi romagnoli si possono dire molte cose ma non che difettiamo di laboriosità.

Thomas, il laborioso (appunto) romagnolo, qualche anno fa si è trasferito a Santo Domingo, chiamato a dirigere il settore ristorazione di un importante complesso turistico. In pochi anni è riuscito a creare l’incredibile, cioè una delegazione AIS nel profondo Caribe, dove, tanto per dirne una, il servizio a temperatura ambiente rischia di far portare in tavola del vin brulè.

In un articolo scritto di suo pugno sull’organo ufficiale dell’AIS, la rivista DeVinis, Thomas traccia un quadro approfondito dell’isola Dominicana. Mette in luce le caratteristiche positive della gente del luogo, facendone risaltare i lati gioiosi del carattere e a allo stesso tempo non nasconde le difficoltà che lì incontra il consumo del vino, dove piatti e clima non gli sono familiari. Lasciando da parte tutte le immagini pruriginose che ci possono venire in mente su un corso di degustazione ai Caraibi, dove la stragrande maggioranze dei partecipanti (assicura Thomas) sono donne, dal punto di vista dell’insegnamento sarà una buona occasione per testare la didattica AIS. Questa è considerata tra le più valide al mondo ma è forse impreparata ad affrontare abbinamenti con piatti  dai tratti fortemente esotici.

In loco sono certamente più abituati a confrontarsi con una Salsa Bachata che con una salsa verde per il bollito. A conti fatti però, meglio una degustazione ai Caraibi, magari a merenda al ritmo di un “Merengue”, piuttosto che una verticale serale di Biancazita Campana molto scientifica. Comunque, per chi ama il vino in tutte le salse www.aiscaribe.com

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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