Gambellara….che???? Recioto di Gambellara….ah!!!!5 min read

In occasione dell’ottenimento della D.O.C.G. per il Recioto di Gambellara, da settembre 2008, ci è venuta voglia di dare un’occhiata in zona per fare un punto della situazione. A questo proposito abbiamo chiesto collaborazione al Consorzio per la Tutela della DOC dei vini Gambellara. Il Consorzio, nato nel 1972 è una realtà consortile relativamente piccola sia dal punto di vista degli ettari vitati (i terreni vitati a DOC nei 4 comuni interessati dalla denominazione raggiungono l’estensione di 800 ettari) sia dal punto di vista delle aziende (sono una ventina le cantine associate). Il suo scopo è di valorizzare il Gambellara nelle tre tipologie: “Gambellara”, “Gambellara Recioto” e “Gambellara Vin Santo”.

Il territorio
Gambellara si trova al confine tra Vicenza (22 km) e Verona (30 km), sulle ultime propaggini dei Monti Lessini. Geologicamente si tratta di un’area di origine vulcanica, con suoli basaltici, per lo più sotto forma di tufi terrosi e friabili. La zona comprende i comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo.
Sulla conformazione del terreno va sottolineato un meticoloso studio (esposto nel libro: “Gambellara terre e colli da vino”) effettuato nell’arco di 4 anni (2001 – 2004) sulla individuazione di sottozone pedoclimatiche con caratteristiche simili e che ha portato a risultati molto interessanti. Il lavoro ha individuato scientificamente 8 sottozone che evidenziano quanto il territorio può influenzare le caratteristiche di quel vino . La metodologia di lavoro esposta nel libro è indubbiamente molto interessante e riproponibile per molte altre zone italiane che sicuramente necessiterebbero un approfondimento in tema di individuazione di sottozone.

 

I vigneti
L’area attualmente interessata al vigneto si stende per lo più nelle zone collinari, che per buona parte costituiscono la cosiddetta zona ‘classica’, di più antica tradizione produttiva. L’impianto più usato è la pergola doppia con sesto d’impianto medio: frequente è l’inerbimento. Negli ultimi 10 anni il sistema a spalliera si è affiancato ad esso. Nel vigneto è grande protagonista l’uva Garganega, un vitigno a bacca bianca pressoché esclusivo del Veneto occidentale.

 

Il Vitigno
La Garganega (quella del Soave tanto per intendersi) è un vitigno a germogliamento un po’ tardivo e a maturazione dell’uva di 3° epoca (ultima settimana di settembre e prima di ottobre). Ha una buona vigoria produttiva e giunta a maturazione è dotata di una buona quantità di precursori aromatici che richiamano gli aromi di fiori di acacia e di rosa. Da evidenziare anche l’elevata acidità di cui è dotata e che ne fanno un’ottima uva da vini passiti.

 

I vini

Gambellara D.O.C.
Bianco secco da uve 100% Garganega.
Nr. bottiglie totali annue: 650.000

Gambellara Classico D.O.C.
Vino bianco ottenuto da uva Garganega al 100% proveniente esclusivamente dalla zona collinare del comune di Gambellara.
Nr. bottiglie totali annue: 350.000

Gambellara Recioto Classico D.O.C.G.
Vino Dolce Passito da uva Garganega al 100%. Può essere spumantizzato o fermo.
Uva raccolta a mano i primi di Settembre e messa ad appassire nel metodo tradizionale sui graticci, appese (picai) o recentemente in cassette di legno. L’appassimento si protrae fino a dicembre per il Recioto Spumante mentre fino a Gennaio – Febbraio per l’ottenimento del normale.
Nr. bottiglie Recioto totali annue: 30.000
Nr. bottiglie Recioto Spumante totali annue: 80.000

Gambellara Vinsanto
Vino ottenuto da uve Garganega fatte appassire fino a febbraio, o oltre.
Nr. bottiglie totali annue: 6.500

 

Gli assaggi
Il Consorzio ci ha messo a disposizione un gruppo di vini al fine di poter dare una valutazione d’insieme della produzione del Gambellara. Eccovi in sintesi i risultati dell’assaggio.

Gambellara D.O.C. Classico 2006:
I campioni assaggiati sono stati solo 4, numero troppo esiguo per formulare un giudizio esaustivo. Comunque nei quattro vini non abbiamo rilevato particolari punte qualitative; a spiccare invece è la comune alta acidità che li rende ben vivi e senza apparenti cedimenti. Problemi invece nella pulizia olfattiva e al palato che spesso tende a risultare scomposto con l’alcool separato dal resto del vino.
Tra tutti si è distinto il Gambellara Classico Monte del Cuca della cantina Menti, che propone una buona complessità olfattiva con note agrumate fuse ad una mineralità abbastanza controllata. Al palato si presenta con un buon impatto, prosegue ben bilanciato e chiude lungo ma con una deriva amara poco piacevole.

 

Gambellara D.O.C. Classico 2007:
Già più rappresentativo è stato questo lotto di vini (12). In questa serie la semplicità è l’elemento caratterizzante, che poi ogni vignaiolo ha interpretato a suo modo. Alcuni vini sono risultati poco convincenti per troppa diluizione o per evidenti difetti costruttivi, mentre la maggior parte ha fornito un assaggio comunque piacevole con alcune punte di sicuro interesse e rilievo.
Su tutti preme segnalare il Gambellara 2007 di Davide Vignato: colore giallo paglierino carico, naso potente ed elegante con buona  mineralità ben fusa a note floreali; al palato va sottolineata la buona pressione e il buon bilanciamento; finale lungo e complesso. Un vino molto convincente in tutti i suoi parametri.

 

Recioto di Gambellara Spumante
I quattrro vini assaggiati hanno presentato livelli qualitativi davvero troppo bassi per meritare un’ulteriore commento.

 

Recioto di Gambellara
La pattuglia, pur numerosa, è stata frammentata da un’ampia diversità di annate, tale da non poter fare comparazioni tra una cantina e l’altra. Comunque sia gli assaggi hanno rilevato molta più personalità in questo vino che nel bianco classico. Malgrado la grande varietà di stili e di qualità, possiamo tranquillamente affermare che questo rimane il punto di riferimento che caratterizzerà la zona del Gambellara ancora per molto tempo.
Ancora una volta si è distinto Davide Vignato con il Recioto “Cul d’Oro” 2006. Ci è piaciuto molto per la sua pulizia ed eleganza; lungo e complesso.

 

Impressioni conclusive
Allo stato attuale è chiaro che la zona abbia ancora un notevole potenziale di miglioramento. I bianchi secchi sono risultati piuttosto banali e poco caratterizzanti, anche se quasi sempre scevri da difetti produttivi evidenti e dotati di una buona resa stilistica comune. Un vino che ha sicuro consumo locale ma che latita di personalità per affacciarsi sul mercato nazionale. Le versioni spumantizzate dolci non offrono alcuno stimolo per un incoraggiamento a continuarne la produzione. Le impressioni migliori sono arrivate dai Recioto che, pur differenziandosi molto stilisticamente uno dall’altro, hanno fornito i migliori assaggi. Quest’ultimo rimane sicuramente il vino simbolo del Gambellara.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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