Grafica rinnovata per la Revue du Vin de France e lieve ritocco nel prezzo (quaranta centesimi in più). Il titolo grande di copertina è per i syrah della Côte-Rotie. Tra i titoli minori: i premiers crus contro i loro migliori competitori bordolesi, quanto valgono le medaglie vinte dai vini ai concorsi? Itinerari gourmet nel Vacqueyras e nel Gigondas, Pinot noir di Saint-Aubin, la moda dei box nel vino, vodka francesi, e, naturalmente, la nuova veste della RVF.
Si comincia, come sempre, con l’édito di Denis Saverot, che presenta i temi di questo numero, poi l’intervista a Michel Reybier, proprietario di Cos d’Estournel, le attualità (molto più ricche) : la vendita dell’unico cru classé di Bordeaux posseduto da un cinese, misteriosamente scomparso, il villaggio borgognone di Chardonnay lancia il suo Chardonnay Day,il successo dei vini neo-zelandesi, Chapoutier e Ogier nelle Côtes Seyssuel, pesticidi a Bordeaux…Il primo articolo è dedicato alla moda dei wine boxes . La RVF li ha testati. La qualità è buona, in qualche caso eccellente.
Si parla poi di concorsi e vini medagliati. Tutti i concorsi sono uguali? Ecco allora il concorso dei concorsi, francesi e internazionali. Olivier Poels presenta il grand accord del mese, passato da una pagina singola in b/n a quattro a colori: tocca a Au Clarence di Parigi: palombe, anguille fumée e saint-estèphe (un Calon-Ségur del 1970).
C’è anche l’accord minute: rossi della Loira sulla garniture printanière. Il viaggio del mese tocca questa volta la parte sud della Valle del Rodano: i Dentelles di Montemirail. Poi i vignerons: i Muré alsaziani raccomandano il loro Riesling Clos Saint Landelin sul parmigiano lungamente stagionato; i Marsannay di due produttori famosi , il Domaine Bart e il Domaine Bruno Clair a confronto; François Villard e il suo Condrieu.
Il terroir sotto esame nel numero di aprile è il Blayais, sulla riva destra della Gironda e i suoi suoli argilloso-calcarei.
Una nuova tendenza: la mise en scène del vino negli ipermercati. E poi, inframezzate: le pagine di opinionisti, le variazioni del valore dei grandi vini.
Eccoci finalmente alla sezione dedicata alle grandi degustazioni: come sempre in una carta più ruvida dal color crema, ma poste alla fine e non più al centro della rivista.
Innanzitutto la Côte-Rotie , annunciata in copertina (Guigal, Jamet e Vernay in evidenza). Poi la grande sfida ai Premier Crus in una eccezionale degustazione cieca: qual è il premier cru più regolare? Margaux. Molto bene anche Lafite e Mouton-Rotschild.Ma subito dopo vengono gli outsiders : i due Pichon , Montrose e Léoville-las-Cases. Solo 8° Latour e delusione Haut-Brion (12°). Prima di lui anche Ducru-Beaucaillou e Palmer.
Seguono : che cos’è la prise de mousse nella lavorazione degli Champagnes e poi i rossi di Saint-Aubin, un terroir noto più per i suoi bianchi.
Per finire: vodka francesi, buoni vini bio delle Corbières e nove rossi per riscoprire il Cile. E’ tutto.