La stampa estera a portata di clic:La Revue du Vin de France, n. 600, aprile 20163 min read

Grafica rinnovata per la Revue du Vin de France e lieve ritocco nel prezzo (quaranta centesimi in più). Il titolo grande di copertina è per i syrah della Côte-Rotie.  Tra i titoli minori: i premiers crus contro i loro migliori competitori bordolesi, quanto valgono le medaglie vinte dai vini ai concorsi? Itinerari gourmet nel Vacqueyras e nel Gigondas, Pinot noir di Saint-Aubin, la moda dei box nel vino, vodka francesi, e, naturalmente, la nuova veste della RVF.

 

Si comincia, come sempre, con l’édito  di Denis Saverot, che presenta i temi di questo numero, poi l’intervista a  Michel Reybier,  proprietario di Cos d’Estournel, le attualità (molto più ricche) : la vendita dell’unico cru classé di Bordeaux posseduto da un cinese, misteriosamente scomparso, il villaggio borgognone di Chardonnay lancia il suo Chardonnay Day,il successo dei vini neo-zelandesi, Chapoutier e Ogier nelle Côtes Seyssuel, pesticidi a Bordeaux…Il primo articolo è dedicato alla moda dei wine boxes . La RVF li ha testati. La qualità è buona, in qualche caso eccellente.

 

Si parla poi di concorsi e vini medagliati. Tutti i concorsi sono uguali? Ecco allora il concorso dei concorsi, francesi e internazionali. Olivier Poels presenta il grand accord del mese, passato da una pagina singola in b/n a quattro a colori: tocca a Au Clarence di Parigi: palombe, anguille fumée e saint-estèphe  (un Calon-Ségur del 1970).

 

C’è anche l’accord minute: rossi della Loira sulla garniture printanière.  Il viaggio del mese tocca questa volta la parte sud della Valle del Rodano: i Dentelles di Montemirail. Poi i vignerons: i Muré alsaziani raccomandano il loro Riesling  Clos Saint Landelin sul parmigiano lungamente stagionato; i Marsannay di due produttori  famosi , il Domaine Bart e il Domaine Bruno Clair a confronto; François Villard  e il suo Condrieu.

 

Il terroir sotto esame nel numero di aprile è il Blayais, sulla riva destra della Gironda e i suoi suoli argilloso-calcarei.

 

Una nuova tendenza: la mise en scène del vino negli ipermercati. E poi, inframezzate: le pagine di opinionisti,  le variazioni del valore dei grandi vini.

 

 Eccoci finalmente alla sezione dedicata alle grandi degustazioni: come sempre in una carta più ruvida  dal color crema, ma poste alla fine e non più al centro della rivista.

 

 Innanzitutto la Côte-Rotie , annunciata in copertina (Guigal, Jamet e Vernay in evidenza). Poi la grande sfida ai Premier Crus in una eccezionale degustazione cieca: qual è  il premier cru più regolare? Margaux. Molto bene anche Lafite e Mouton-Rotschild.Ma subito dopo vengono gli outsiders : i due Pichon , Montrose e Léoville-las-Cases. Solo 8° Latour  e  delusione Haut-Brion (12°). Prima di lui anche Ducru-Beaucaillou e Palmer. 

 

Seguono : che cos’è la prise de mousse nella lavorazione degli Champagnes e poi i rossi di Saint-Aubin, un terroir noto più per i suoi bianchi.

 

Per finire: vodka francesi, buoni vini bio delle Corbières  e nove rossi per riscoprire il Cile. E’ tutto.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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