La stampa estera a portata di clic: Terre de Vins, n. 39, gennaio-febbraio 20162 min read

I titoli di copertina: i 100 migliori vini della Languedoc, la formazione nel mondo del vino, i bars à vin di Montpellier.

Si comincia con l’édito di Rodolphe Wartel  (degustazioni di Parigi dopo il Bataclan, le modifiche alla legge Evin), le vignette del vino di Master Chat, le notizie , gli appuntamenti.  
Il primo servizio è l’inchiesta sulla formazione nel mondo del vino, a partire dai diplomi  dell’insegnamento superiore.
Si parla  delle professioni di chi produce il vino,  lo vende, lo comunica,  fino al bac e alla formazione continua, con testimonianze, zoom  e indirizzi.

Seguono un reportage sulla fitoterapia bio  di Laure Goy e la saga  familiare: i Kressmann a Latour-Martillac. Eccoci dunque alla  Languedoc e alla maxidegustazione annunciata in copertina, con  quindici pagine di assaggi di vini di tutte le AOC della regione, da Cabardès a Saint-Chinian, e dei vini IGP.In mezzo, un inserto dedicato alle cooperative (enoturismo,   sviluppo sostenibile,  assaggi).

Frédérique Hermine e Sylvie Tonnaire presentano le pepite della redazione  (Roussillon), poi le rubriche  dedicate alla gastronomia (l’indivia , il formaggio laguiole e i vini adatti per l’una e per l’altro), la pagina di Quefélec, i tartufi  nella cucina di Julien Allano, gastronomia catalana a Couillure,  i cavistes.

L’itinerario francese di questo numero  è a Montpellier, quello all’estero è tra le vigne di Vienna. Dopo il libri, gli indirizi e lo shopping enofilo, si chiude con la pagina di Pierre Arditi  su  Éric Beuamard., direttore di V, ristorante stellato dell’Hôtel George V a Parigi.

Terre de Vins, n. 39, janvier-février  2016, € 7.00  in Francia, € 7.10  in Italia

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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