La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 40,novembre, 20151 min read

In copertina Bill Harlan e il suo impero nella Napa Valley, e, più in piccolo, il report annuale sul Cabernet Sauvignon californiano, i top restaurants di New York, i distillatori artigianali e i bianchi alsaziani.

Si comincia  con le numerose rubriche di Wine Spectator:  la posta, gli affari nel mondo del vino,wine & design, i perfect matches,le pagine degli opinionisti (James Laube sul lancio delle annate,Matt Kramer sul valore delle differenze).

Il primo servizio è per la saga degli Harlan,  annunciata in copertina, a partire dalla prima avventura nella Napa e dal suo incontro con Mondavi, fino alle fortune attuali.

Il report sulla vendemmia 2012 del Cabernet californiano parla di una grande annata (a Napa meglio che a Sonoma) con un raccolto record, dopo un deludente 2011.

I migliori assaggi per James Laube sono i Cabernet Vixen Block di Bevan Cellars e Oakville di Screaming Eagle.

L’articolo che segue è dedicato alle stelle nascenti del Cabernet californiano, da Dakota Shy  a Tanner DaFoe. Eccoci quindi ai ristoranti di Manhattan e alla costante crescita dei locali per i wine lovers.

Finalmente un po’ d’Europa: i vini “fossili” dello Jura (con Jean François Ganevat al vertice per James Molesworth) e quelli alsaziani , con i suoi grandi Grain Nobles e  Vendange Tardive.

In mezzo, i distillatori artigianali , dalla California a New York.

C’è anche un po’ d’Italia, con l’incontro con il barolista Mauro Mascarello.

Per chiudere: la Guida alfabetica al Cabernet californiano e la Buying Guide:molta Francia ( e niente Italia) questa volta nelle categorie dei vini più pregiati,solo una Barbera d’Alba tra i vini best value.

Wine Spectator, vol. 40, no.10,  November 15, 2015, $5.95

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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