Grandi Langhe: esordio di buon livello2 min read

Non vorrei dirla con frasi fuori luogo alla Berlusconi, tipo “ I ristoranti sono pieni e non c’è un posto libero in aereo” ma l’aria di crisi, se c’era, è rimasta fuori dalle stanze dove la prima edizione di Grandi Langhe,  manifestazione promossa dai Consorzi di Tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, ha preso l’avvio.

Si respirava tutt’altra atmosfera, non dico ricca ma di “viva e moderata soddisfazione” per l’affluenza registrata e per come il Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero e l’Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero hanno saputo gestirne la logistica.

Una volta completata la procedura di iscrizione on-line infatti, si è presi in affettuosa consegna dall’ufficio turistico di Alba che provvede a tutto: dalla prenotazione dell’albergo all’assegnazione dei posti sulle navette che ogni mezz’ora facevano la spola  tra le varie location della manifestazione per consentire di assaggiare e fare quanti più incontri possibile.

Non disponiamo ancora di dati ufficiali, ma per quanto riguarda l’affluenza si notava la forte presenza di orientali, scandinavi e russi, molti dei quali ho rivisto durante tutta la manifestazione. A proposito: è molto  probabile che la futura cadenza di Grandi Langhe (ricordo che la manifestazione è riservata ai professionisti, buyer e giornalisti)  sarà biennale, mentre sarebbe in “restyling” Nebbiolo Prima, l’evento dedicato alla stampa specializzata.

Tutto bene dunque? In linea di massima si: ad esempio ho riscontrato produttori affabili e sorridenti ed assaggiare i vini con loro è stato davvero piacevole. Vini che saranno poi presentati a Nebbiolo Prima (a questo punto però sarebbe meglio chiamarla “Nebbiolo quasi prima”) vedi Barolo 2009 e Barbaresco 2010.

Sulle location direi che non erano proprio il massimo, in alcune sale di Palazzo Martinengo a Monforte si crepava dal caldo e assaggiare vini a 22 gradi non è un assaggiare da “suooogno”. Bella invece la scelta di Canale nei locali dell’Enoteca del Roero,  idem per Neive, bellissimo paese.

Un suggerimento per il futuro è quello di non mettere nella stessa giornata, a distanza di un’ora di navetta, vini di una denominazione ricca di appeal come Barbaresco e  Roero Arneis. Per assaggiare i vini di una denominazione serve una giornata intera e potendo scegliere uno cosa fa? Facile, no?

L’altra pecca, si fa per dire, è che per la stampa dovrebbe essere prevista, se non l’ospitalità, almeno una sorta di tariffa agevolata per il soggiorno visto e considerato che i “giornalisti del vino” in Italia sono spesso free-lance che sperano poi di piazzare qualche pezzo.

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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