Degustazioni Rosso di Montalcino 2013 e Brunello Riserva 2009: eccovi i risultati2 min read

Dopo aver parlato del Brunello 2010 crediamo sia giusto anche parlare delle due damigelle che hanno fatto da ampio contorno agli assaggi di Montalcino, cioè il Rosso 2013 e la Riserva 2009.

 

Rosso di Montalcino 2013

 

Non certo l’annata del secolo ma alla fine il risultato è stato forse superiore alle (basse) aspettative. Prima di parlare della qualità dei vini crediamo sia giusto constatare che un processo iniziato quasi 20 anni fa stia forse arrivando in porto.

 

Stiamo parlando della tanto sperata “omogeneizzazione” della tipologia. Fin dalla nascita infatti questa DOC soffriva di una sindrome che potremmo definire “dei molti padri”, per significare che ogni azienda o quasi lo intendeva come il vino che non era adatto a diventare Brunello e da qui nascevano le più disparate tipologie: il quasi brunello, il rossino leggero, il rosso moderno in legno, il vino molto stanco, e naturalmente last but not least, l’assemblaggio di due o più di queste categorie.

 

Il risultato era naturalmente una Torre di Babele di stili con grossi problemi di posizionamento sul mercato. Piano piano le varie tipologie si sono ridotte ed oggi siamo quasi arrivati ad una definizione semi univoca della categoria, cioè di un rosso di discreta/buona struttura, forse non molto complesso al naso, piacevole sin da subito e con possibilità di maturazione in bottiglia di almeno 4-6 anni.

All’interno di questo range i quasi sessanta vini degustati ci rientrano in buona parte, e quelli che “escono dal seminato” lo fanno con rossi più strutturati e corposi (per niente male in quasi tutti i casi).

 

L’annata 2013 ci ha proposto così dei rossi ancora non molto espressi al naso (con degli strani sentori di gomma in molti campioni) ma con un corpo di buon livello che sicuramente gli permetterà di dare il meglio di sé per alcuni anni. In definitiva il “diavolo” 2013, almeno per i Rossi, non è così tremendo come lo si dipingeva.

 

Brunello di Montalcino Riserva 2009

 

Per fortuna la riserva 2009 l’hanno fatta in pochi e, pur trovandone alcune molto ma molto buone, la sensazione è che si continui a giocare su questa tipologia, infilandoci vini che di diverso rispetto al brunello “base” hanno solo un anno di più in legno o in bottiglia.

 

La stragrande maggioranza delle Riserve 2009 sono vini che certamente non danno lustro alla tipologia, con corpi spesso non importanti e con complessità sia di naso che di bocca che latitano. La vendemmia 2009 non  è certo stata un’annata da riserva e il nostro consiglio è di guardare bene i risultati e di puntare solo a quelle poche che veramente meritano.

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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