Degustazione Carmignano: una “statica” bontà2 min read

Dopo qualche anno siamo ritornati ad assaggiare i vini di Carmignano, piccolissima denominazione toscana dove, storicamente, accanto al Sangiovese troviamo Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.

 

Questo connubio oramai utilizzato in quasi tutti gli angoli della regione, a Carmignano non è nato dopo il grande boom del vino di qualità, ma almeno duecento anni fa…e scusate se è poco.

 

I vigneti si trovano sulle bellissime colline che dominano ad ovest la piana di Prato, ma dai campi e dai vigneti collinari la zona industriale sembra lontana centinaia di chilometri. Una piccolissima e quasi bucolica “enclave”,  con pochi produttori ma con alcune eccellenze che è bene, ogni tanto, sottolineare.

 

Dicevamo che siamo tornati ad assaggiare qui dopo qualche anno: l’ultima volta era sempre tra noi il Conte Ugo Contini Bonaccossi, proprietario di Capezzana e grandissima persona. Prima di parlare di vino un ricordo dell’uomo ci è sembrato dovuto.

E proprio a Capezzana abbiamo fatto il nostro assaggio, che ha toccato le ultime annate in commercio, Riserva comprese, arrivando a comprendere anche alcuni IGT.

 

Come detto, denominazione piccola, denominazione storica e, in qualche caso denominazione statica, nel senso che negli ultimi 20-25 i cambiamenti in meglio sono avvenuti veramente col contagocce. Questo vuol dire che le aziende che producevano ottimi vini hanno continuato a farlo e quelle che invece non avevano costanza qualitativa hanno continuato a sfornare vini non certo eccelsi. Un quadro quindi a prima vista piuttosto statico, dove però in alcune “pennellate enoiche” si vede la mano del grande artista.

 

Se guardiamo bene però, la situazione non è poi così statica. Per esempio l’uso del legno piccolo in alcune aziende si è ridimensionato ed è rientrato in canoni di equilibrio che sicuramente non esistevano fino a 5-6 anni fa. Inoltre i Carmignano di grande e rozza potenza si sono ridimensionati ed oggi la denominazione sembra puntare quasi univocamente verso quella classica eleganza che dovrebbe contraddistinguerla.

 

Addirittura negli IGT abbiamo notato quanto detto sopra sul legno e la potenza e questo è certamente un bel segnale.

 

Come è un bel segnale che la staticità abbia colpito anche i prezzi: abbiamo trovato almeno 6-7 vini (su poco più di venti, quindi non pochi) con un rapporto qualità prezzo veramente ottimo.

 

Chiudiamo con una buona notizia (più per noi che per voi..). Tra qualche tempo avremo la possibilità di fare una bella verticale dei vini di Capezzana. Chi conosce le potenzialità dei vecchi vini di questa cantina capirà di cosa stiamo parlando….tanta roba, di cui vi riferiremo su Winesurf.

 

 

Hanno partercipato alla degustazione Tiziana Baldassarri, Bruni Caverni, Carlo Macchi, Pierlorenzo Tasselli.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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