Degustazione bianchi Alto Adige 2015: annata non certo facile4 min read

La vendemmia 2015 è stata indubbiamente calda, molto probabilmente troppo calda in certe zone che hanno vitigni dove l’acidità è fondamentale. Inoltre le alte temperature diurne bruciano  gli aromi delle uve e portano anche a squilibri generali che si ripercuotono nel prodotto finale, il vino. Tutte queste premesse servono per dire che forse una delle regioni “più colpite” dal caldo del 2015 è stata l’Alto Adige e purtroppo i vini bianchi ne hanno, in varie forme e maniere, risentito.

 

Gli assaggi anche quest’anno non si sono svolti in Alto Adige ma nei nostri uffici, ma questo non vuol dire assolutamente nulla, l’attenzione e i tempi di degustazione sono stati gli stessi anzi, mano a mano che andavamo avanti e vedevamo che l’annata non era certo positiva, ci siamo presi più tempo per valutare con la massima attenzione i vini.

 

Dicevano delle varie forme e maniere in cui i vini hanno risentito della vendemmia calda. Al naso sensazioni più mature, sicuramente ampie e nette , ma molto meno precise e varietali. In bocca alla mancanza di freschezza si è aggiunta in vari casi una notevole dolcezza generale, che non è certo figlia di alcuni vitigni altoatesini. Inoltre qualche volta è venuta a mancare anche quella potenza che comunque diversi vini garantivano.

Ma vediamo vitigno per vitigno come è andata la degustazione. Attenzione, viste le molte uve bianche presenti in Alto Adige, di corredo a  questo articolo, presenteremo solo i risultati di Chardonnay e Sauvignon. Domani invece pubblicheremo le degustazioni di Pinot Bianco e Pinot Grigio, e mercoledì chiuderemo con i Gewürztraminer , gli uvaggi e le altre uve altoatesine.

 

Chardonnay

La dimostrazione lampante del motivo per cui in ogni parte del mondo si è piantato chardonnay! L’annata è calda? Per lo Chardonnay non ci sono problemi! Magari non si arriverà a grandissimi prodotti ma gli chardonnay 2015 hanno riconoscibilità aromatica spiccata, corpo e rotondità adeguata. Come detto non ci sono grandi picchi ma sicuramente questa è una delle vendemmie che, da quando degustiamo vini dell’Alto Adige, ci ha più convinto. Voto all’annata 7+

 

Sauvignon

La maturità al naso, magari con note non finissime ma che potevano evolvere, la potevamo anche mettere in conto.Quello che non ci aspettavamo era  la “ dolce deriva” che molti Sauvignon del 2015 hanno messo in atto per sopperire a freschezza e potenza. Quelli buoni, per fortuna, hanno nerbo e bella profondità, ma non ricordiamo un’annata così difficile nemmeno nel 2012 e, andando un po’ indietro, addirittura nel 2003. Voto all’annata 6-

 

Pinot Grigio

Praticamente lo stesso discorso dello chardonnay ma un gradino sotto. Buoni vini, riconoscibili, varietali, di buon corpo ma senza picchi. Anche qui  troviamo vini maturi e di “piaciona” dolcezza, ma il vitigno riesce ad armonizzare meglio gli spigoli di una vendemmia calda. Voto all’annata 6.5

 

Pinot Bianco

Chi ci legge sa quanto amiamo il pinot bianco e quindi immagina quanto ci possa dispiacere constatare che il vitigno è stato forse quello più colpito dal caldo. Prima di tutto scarico dal punto di vista olfattivo e in molti casi con aromi non proprio classici, in bocca spesso manca corpo, mal sostituito da note dolci che non rendono certamente giustizia al vitigno. Qualcuno buono c’è (non perdetevi domani  23 agosto la nostra classifica) ma veramente per il Pinot Bianco si tratta di una vendemmia molto ma molto difficile. Voto all’annata 5-

 

Gewürztraminer

Una vendemmia calda con uve mature, e sensazioni dolci al palato. Una cosa del genere può esaltare i GW e infatti i migliori dei nostri assaggi sono risultati loro, grazie a dei nasi classici dove le note speziate e floreali sono ben presenti e grazie soprattutto a bocche dove quegli  X grammi di zucchero sono storicamente apprezzati. Vini sicuramente opulenti, con i migliori che mostrano la grande piacevolezza delle versioni altoatesine elevate a potenza. Voto all’annata 8

 

Altre uve e uvaggi

Tra le altre uve Abbiamo trovato delle buoni espressioni soprattutto tra i Müller Thurgau e i Kerner. In particolare abbiamo constatato una buona espressione del patrimonio aromatico tra i primi ed una lineare freschezza tra i secondi, non per forza provenienti dalle zone più fresche della Valle Isarco. Di Sylvaner, riesling, gruner Veltliner possiamo dire poco visto i pochi campioni degustati, mentre degli uvaggi continuiamo, quasi nella totalità dei casi, a domandarci la necessità. 

 

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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