Barolo 2011: per chi ama berli, i baroli!7 min read

Ed eccoci, di fronte a Babbo Natale, a parlare di barolo 2011. Nel momento in cui tutti già pensano al 2012 noi siamo felici di essere buoni ultimi a parlare, anzi a riparlare di quest’annata  “bifronte”, fresca fino ad agosto, torrida fino a metà settembre e poi nuovamente più o meno nella norma.

 

Questo nostro “ritardo” lo vediamo come il modo giusto per dare il giusto tempo a vini che di tempo per maturare ne hanno bisogno. E anche noi abbiamo avuto bisogno di tempo e di assaggi per provare a stilare un quadro generale di questa vendemmia oramai (per molte aziende almeno)non più presente in cantina ma sicuramente in prima fila negli scaffali delle enoteche e nelle carte dei ristoranti.

 

Per farci questa benedetta idea abbiamo praticamente fatto tre assaggi. Il primo a maggio durante Nebbiolo Prima, poi a novembre durante gli assaggi con il gruppo dei Giovani Promettenti e l’ultimo con un discreto numero di campioni riassaggiati in ufficio pochi giorni fa.

 

A maggio, in un primo punto sull’annata, avevamo detto che “..la vendemmia 2011 di barolo, che da una parte deve ancora esprimersi e dall’altra ha già note piuttosto mature  al naso, è di buon livello ma non certo eccezionale.”

Alla luce degli  ulteriori assaggi e riassaggi non ci discostiamo molto da quel giudizio, anche se alcuni punteggi piuttosto alti (crediamo sia la prima volta che in una degustazione diamo a 3 vini 4.5 stelle) possono far pensare di essere di fronte all’annata del secolo.

Forse la potremmo definire annata del secolo per prontezza e piacevolezza “immediata” ma in una scala di valori che prenda come punto di riferimento il tempo, sicuramente la 2011 sta dietro a diverse vendemmie dell’ultimo decennio.

 

Però se non si vuole aspettare decenni per bere un buon barolo, la scelta di un 2011 può dare ottime soddisfazioni sin da subito. Infatti la maturità dei nasi e un logico inizio di terziarizzazione sono  caratteristiche molto presenti, come è un fattore fondante di questa vendemmia dei tannini in alcuni casi ruvidi ma  più spesso abbastanza amalgamati e giustamente rotondi. Queste due caratteristiche possono soddisfare un consumo “quasi immediato” e d’altra parte portare ad una previsione di massima espressione  del vino tra non più di 6-8 anni da oggi.

 

A maggio abbiamo parlato delle varie zone divise naturalmente per comuni, questa volta invece, fermo restando che le grandi differenze tra comuni trovate durante Nebbiolo Prima si sono in buona parte ridimensionate (come spesso per non dire sempre accade) crediamo sia giusto dare spazio non solo a dei raggruppamenti per comuni ma anche a quelle zone ( MGA, cru, chiamateli come volete) che, all’interno di un comune ci sono sembrate le più espressive dell’annata 2011.

 

 

Barolo

 

Partiamo da Barolo perché qui si trova l’esempio lampante di quanto sosteniamo: la zona dei Cannubi nel 2011 è certezza di bere baroli rotondi e armonici, di buona-ottima struttura con nasi già aperti e tannini dolci e piacevoli.  Questa ci sembra la zona del comune di Barolo che nel 2011 è riuscita ad esprimersi meglio, ma in generale confermiamo quanto detto a maggio è cioè che il comune di Barolo potrebbe essere investito del titolo di “Top tra i 2011”, anche se Castiglione Falletto….

Comunque il voto all’annata è un 8 pieno.

 

 

Castiglione Falletto

 

In effetti Castiglione Falletto è forse il principale antagonista di Barolo in questa nostra classifica, perchè guardando bene troviamo vini che oltre ad essere già godibili hanno in sé un nerbo ed una complessità che gli permetterà sicuramente di andare più avanti nel tempo. Stiamo parlando sia di prodotti senza MGA  che di veri e propri cru: tra quest’ultimi  vi consigliamo baroli provenienti dalle Rocche di Castiglione e da Villero, con Parussi  che segue ad un incollatura. Certo è che i vini di Castiglione Falletto hanno  mediamente una bella potenza unita ad una finezza spesso di alto profilo.

Voto all’annata 8.5.

 

 

Serralunga

 

Anche se Serralunga ha proposto ottimi barolo nel 2011 quello che per noi salta all’occhio è che in questo comune, almeno per questa vendemmia,   spiccano più i marchi aziendali che non i vigneti. Questo vuol dire che più della vigna ha contato la mano del produttore, magari nell’assemblare vini di vigneti diversi. I risultati sono buoni anche perché  i migliori prodotti riescono ad essere più “affilati” del solito, con tannicità importanti ma non pesanti.

Voto all’annata 7.5

 

 

La Morra

Come sempre la Morra recupera tra maggio e dicembre ma i suoi vini, pur con punte assolutamente ragguardevoli, forse hanno sofferto più di altri il caldo agosto, risultando in diversi casi più scomposti e disarmonici di altri. Forse sarà anche la presenza di tanti produttori che prediligono legni piccoli, con note di barrique ancora presenti, che non permette ai vini di distendersi bene. Da sottolineare che una bella parte dei migliori assaggi di questo comune vengono da assemblaggi tra vigneti, quindi non da vini-cru di punta, ma da prodotti “base” dall’eccezionale rapporto qualità-prezzo.

Voto all’annata 7-

 

 

Monforte

Se si mette da parte una parte (ops!) della  “iperestesa” Bussia, il risultato di Monforte somiglia abbastanza a quello di La Morra. Diversi vini devono ancora aprirsi, peccato che nei nasi si percepiscano sotto sotto sentori maturi e i tannini siano in diversi casi ruvidi e asciutti.

Parlavamo di Bussia e in effetti, sarà perché questa grande MGA ha tanti produttori al suo interno, sarà perché le altimetrie e le esposizioni variano ma, come recita un vecchio detto toscano “nel troppo ci si rientra sempre” e così in questo piccolo mare di vigne sicuramente della roba buona o molto buona  l’abbiamo trovata, anche se tra i grandi comuni è per noi quello “più colpito” dal 2011.

Voto all’annata 6+

 

 

Verduno

 

Il 2011 di Verduno si riassume molto in un nome: Monvigliero.  Questa piccola-grande MGA incarna finezza e adattabilità, che alcuni produttori (con vigneti anche in altri comuni di Langa, da cui ottengono altri ottimi risultati) riescono a declinare con grande bravura. La sensazione comunque è che, annate a parte, si stia creando sempre più uno scalino qualitativo tra i pochi produttori di Verduno, anche se la ristrettezza del gruppo porterebbe in linea teorica a scambi di esperienze per  poter crescere assieme.

Voto all’annata 7

 

 

Novello

 

Anche a Novello, nel 2011,  se vogliamo veramente parlare di alta qualità dobbiamo per forza fermarci ad un solo nome: Ravera.  Attenzione: anche se questa  MGA è sicuramente la più qualitativamente importante, non bisogna prenderla “ in toto” ma per forza accoppiarla ad alcuni marchi di assoluto valore. Da tenere d’occhio per il futuro la MGA Sottocastello di Novello.

Voto all’annata 7+

 

 

In definitiva cosa dire? La 2011 non sarà una vendemmia da conservare in cantina per decenni, ma sicuramente può soddisfare gli appassionati che preferiscono bere più che conservare.

 

Una nota importante riguarda la qualità dei barolo senza MGA, in alcuni casi veramente eccezionale, a testimonianza di come, in annate particolari, un cru non riesca ad avere  tutto al posto giusto e forse quando i nonni degli attuali produttori assemblavano vari vigneti (prima della grande corsa al single vineyard) tanti torti non li avevano. Per questo mi sembra giusto invocare una rivalutazione dei “non cru”, in nome della piacevolezza e dei portafogli non proprio pienissimi.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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