Vino ed incidenti: quando un ministro parla chiaro!3 min read

Devo dire grazie pubblicamente al Ministro Zaia, per le parole chiare e piene di buon senso che ho letto su Repubblica di ieri, domenica 19 aprile. In risposta ad una precisa domanda di Gianni Mura, che gli chiedeva chiarimenti sulle cifre discordanti degli incidenti dovuti ad uso-abuso di alcol, il ministro risponde:

"…in margine al suo quesito, mi sono semplicemente attenuto ai dati ISTAT del 2007, che certificano che gli incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza sono meno del 3% del totale complessivo. Temo che la caccia alle streghe da lei paventata sia una delle possibili origini di dati che si differenziano così vistosamente da quelli forniti dall’ ISTAT. Però ritengo che parte dell’equivoco nasca dalla cattiva lettura di un dato che risulta anche a me. Il 3,8% degli incidenti è riconducibile ad un’alterazione dello stato psicofisico del conducente: la metà, quindi il 50% di queste alterazioni sono da attribuire all’alcol. Colgo l’occasione per ribadire quanto da me più volte affermato: il vino non può diventare l’unico capro espiatorio. Proviamo a ragionare. Quanti si mettono alla guida avendo assunto antistaminici che provocano sonnolenza? Quanti hanno un mozzicone di sigaretta acceso mentre guidano? Quanti si distraggono manipolando il computer di bordo, la radio o il condizionatore? Quanti guidano telefonando? Potrei andare avanti ma la sintesi è semplice: occorre mettere mano a un processo profondo di rieducazione alla guida, di cui l’assunzione del vino è uno dei fattori, non l’unico, non il peggiore.”


Come non essere d’accordo con questo? Il fatto che le abbia dette un ministro non ci può fare che ulteriore piacere. A questo punto, caro ministro, non le resta che mettersi ad un tavolo con alcuni suoi colleghi (Pubblica Istruzione, Trasporti, Beni ed Attività Culturali, sono i primi che mi vengono in mente) per mettere mano a quel processo di rieducazione di cui giustamente parla.
In un passaggio il ministro parla di “quelli che si distraggono alla guida” e cita alcuni motivi. A questo proposito ho trovato uno studio del 2006 fatto dall’americana National Highway Traffic Safety Administration, effettuato installando delle telecamere nelle automobili. Questo studio indica  che nel  78% dei casi di incidenti e nel 65% di quelli (per fortuna!) sfiorati, il guidatore aveva distolto lo sguardo dalla strada e/o stava facendo  qualche altra cosa non inerente alla guida (Fonte Venerdì di Repubblica).

Ricapitoliamo: per l’ISTAT solo una piccola percentuale  degli incidenti è dovuta all’eccessiva assunzione di alcol: di questi non si può quantificare quanti siano dovuti al vino, ma mettiamo il 50%. Siamo comunque su cifre basse, che non spiegano quella caccia alle streghe di cui parla anche il ministro. Gli incidenti purtroppo accadono anche per distrazione, in diversi casi dovuta al voler fare, mentre si guida, altre cose. Perché allora non regolamentiamo anche l’uso dei mille strumenti di cui oggi le nostre auto abbondano?

Impossibile?  Sono d’accordo, ma non per questo dobbiamo scaricare tutto il problema sulle spalle del vino.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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