Vinitaly, what else?2 min read

Praticamente tutta la redazione di Winesurf sarà al Vinitaly che aprirà i battenti domenica…..salvo il sottoscritto.

 

Niente di personale con questa importantissima rassegna ma la vecchiaia, la pigrizia, il voler essere sempre e comunque controcorrente (a torto o a ragione) nei giorni della fiera non mi danno scampo.

 

Il cuscino e il letto non mi sembrano mai così morbidi, Poggibonsi così bella, la mano non ce la fa a girare la chiavetta dell’accensione, lo stomaco si contorce e si rifiuta di partire, le gambe iniziano a far male appena penso che forse potrei anche andare…insomma, una vera e propria ribellione di me contro me stesso mi porta a capitolare.

 

Questo se non sbaglio è il quarto anno che salto Vinitaly e, a parte l’anno scorso che avevo la gamba rotta, negli altri casi i motivi sono sempre stati quelli appena scritti.

 

Ma…..in realtà, oltre a salutare amici o a fare quelle PR che Maddalena Mazzeschi prova ad insegnarmi da venti anni, cosa ci faccio a Vinitaly?

 

Per noi assaggiatori seriali è il posto peggiore per degustare: i vini non sono pronti ma in compenso spesso sono troppo caldi o troppo freddi, inoltre la stanchezza non ti permette di essere concentrato e attento a quello che stai assaggiando.  In più “l’occhio da Vinitaly” ( antipatico virus che colpisce ogni persona in fiera e porta i suoi occhi a cercare sempre attorno qualcuno mentre sta parlando con qualcun altro) non ti facilita certo la concentrazione.

 

Detto questo ci sono mille motivi per andare a Vinitaly e spero che anche quest’anno il successo sia pari o superiore agli scorsi anni e i produttori tornino a casa pieni di ordini.

 

Insomma….la mia assenza da Vinitaly sicuramente non sarà sentita ma state certi che,  durante le rilassanti camminate mattutine di 10-12 chilometri che mi farò nei giorni della fiera, neanche io sentirò la sua mancanza.

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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