Praticamente tutta la redazione di Winesurf sarà al Vinitaly che aprirà i battenti domenica…..salvo il sottoscritto.
Niente di personale con questa importantissima rassegna ma la vecchiaia, la pigrizia, il voler essere sempre e comunque controcorrente (a torto o a ragione) nei giorni della fiera non mi danno scampo.
Il cuscino e il letto non mi sembrano mai così morbidi, Poggibonsi così bella, la mano non ce la fa a girare la chiavetta dell’accensione, lo stomaco si contorce e si rifiuta di partire, le gambe iniziano a far male appena penso che forse potrei anche andare…insomma, una vera e propria ribellione di me contro me stesso mi porta a capitolare.
Questo se non sbaglio è il quarto anno che salto Vinitaly e, a parte l’anno scorso che avevo la gamba rotta, negli altri casi i motivi sono sempre stati quelli appena scritti.
Ma…..in realtà, oltre a salutare amici o a fare quelle PR che Maddalena Mazzeschi prova ad insegnarmi da venti anni, cosa ci faccio a Vinitaly?
Per noi assaggiatori seriali è il posto peggiore per degustare: i vini non sono pronti ma in compenso spesso sono troppo caldi o troppo freddi, inoltre la stanchezza non ti permette di essere concentrato e attento a quello che stai assaggiando. In più “l’occhio da Vinitaly” ( antipatico virus che colpisce ogni persona in fiera e porta i suoi occhi a cercare sempre attorno qualcuno mentre sta parlando con qualcun altro) non ti facilita certo la concentrazione.
Detto questo ci sono mille motivi per andare a Vinitaly e spero che anche quest’anno il successo sia pari o superiore agli scorsi anni e i produttori tornino a casa pieni di ordini.
Insomma….la mia assenza da Vinitaly sicuramente non sarà sentita ma state certi che, durante le rilassanti camminate mattutine di 10-12 chilometri che mi farò nei giorni della fiera, neanche io sentirò la sua mancanza.