Vinitaly 2010: “Friulano, tipicamente friulano” sarà lei!4 min read

Il  Friuli…pardon…il Friuli Venezia Giulia sta attraversando, da un punto di vista enologico, un momento mooolto sensibile. Tutto è iniziato con la famosa questione “Tocai si Tocai no”, neanche fossimo a Sanremo e ci toccasse cantare Sarko-zi Sarko-no..
Il vero problema è che il problema non dovrebbe esserci. Infatti oggi non si parla più di Tocai, bensì di Friulano…anche se (e sottolineo se) dalle mie interviste  le sensazioni di pancia dei produttori non erano proprio accomodanti.

Premessa: tra fondi statali e regionali saranno ben dieci i milioni che verranno usati per promuovere il Friulano (ex tocai) e agevolare le aziende friulane nel far dimenticare quel nome oramai non più pronunciabile. Ma loro sbuffano, sono recalcitranti. Lo ha anche detto e ribadito l’assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali, Claudio Violino.  Insomma, son state dette tante cose ma fondamentalmente i produttori non sono per nulla contenti, perlomeno quella parte di produttori che si sentono derubati della loro identità viticola.

Lo slogan è lì chiaro sotto gli occhi di tutti: Padiglione 6…"Friulano tipicamente friulano"…e i produttori del Collio? I produttori del Carso?
Qualcuno ha chiesto per caso cosa pensano i produttori della zona “Venezia Giulia” del nuovo slogan?
Non so se qualcuno lo ha chiesto: io l’ho fatto, o almeno c’ho provato e dopo sguardi strani, sorrisi ammiccanti e atteggiamenti ostili qualche idea sono riuscita a farmela.
Mi son preparata tutta la settimana. Mi son detta “Sabato arrivo lì, mi presento, due domandine ai vari produttori e vado via felice e contenta.” A fine giornata invece ero ANCHE un po’ confusa…
Sarà stata colpa del fatto che Il 90% dei produttori friulani facenti parte della collettiva FVG non erano molto contenti della disposizione degli stand. Tutti concordavano nel dire che i colori eran belli, tutto nuovo, elegante  ma la loro posizione viene individuata a fatica, il nome dell’azienda era spesso posto in maniera strategicamente errata e addirittura il pavimento si bucava facilmente.
Comunque, buche nel pavimento a parte, dopo la mia presentazione professionale e le prime domande del tipo “Come vi trovate qui?”, “Quali sono le vostre considerazioni sugli stand”, ecc..occorreva affrontare l’argomento spinoso del Friulano tipicamente friulano. Scelgo di parlare solo con aziende del Collio e del Carso anche se qualcuno degli amici produttori mi dice di non stuzzicare gli animi già accesi da giornate calde di Vinitaly e polemiche ormai giunte al colmo. La Migliore può però arrestarsi di fronte a certe ostilità??Certo che no! Rincaro quindi la dose e chiedo i nomi di quei produttori che sicuramente avranno un atteggiamento ostile, anche perché è in quel caso che potrò innescare una certa discussione.

Ora…avevo ipotizzato un atteggiamento ostile, ma a tutto c’è un limite. Lasciamo stare il caso, quasi opposto, di un produttore che c’ha provato e mi ha invitata a cena (ci può stare??) ma in un altro sono rimasta letteralmente spiazzata.

Arrivo nella zona c2, cerco le aziende di mio interesse stando attenta a non disturbare se è in atto una degustazione, una chiacchierata con buyers o potenziali clienti. Punto un’azienda piccola che chiameremo KRN (chissà perché mai avrò scelto di chiamarla così….), dietro il banchetto i visi scuri di un uomo e una donna, forse marito e moglie, soli. Tutti gli altri stand pieni di gente, il loro vuoto. “Non disturbo”, mi dico, così mi avvicino e mi presento. Non si alzano nemmeno da loro sgabello. La donna come se cadesse dalle nuvole fa cenno di rivolgermi al signore accanto (meno di un metro da lei); così ricomincio la presentazione e non finisco neanche perchè lui mi dice, come se stesse parlando ad una venditrice di enciclopedie, “No, non m’interessa!”. Io allora “Guardi che non devo venderle nulla!” e lui scuro in volto ed infastidito “No”. Mi son detta che forse non mi ero presentata bene, forse mi ero persa qualche passaggio e così non contenta rieccomi all’attacco “Scusi, dovrei solo farle qualche domanda sugli stand, non citerò il suo nome (avrà forse capito che poi arriverò a parlare del Friulano???)” e lui “No, no…non m’interessa, non voglio parlare.”

Basita, confusa, spiazzata…ho solo sorriso, detto grazie e andata via.

Adesso capisco che eravamo a fine giornata (ma gli altri produttori son stati carini),  che forse di giornalisti o gente curiosa ne avranno fin sopra i capelli (loro non credo proprio), ma la domanda che adesso mi pongo è: quando si parla di friulano tipicamente friulano a cosa si sta facendo davvero riferimento??

Al vino…o al carattere?!

Simona Migliore

Siciliana DOC, nasce a Vittoria, patria del famoso Cerasuolo. La formazione umanistica viene arricchita dei profumi delle vendemmie siciliane grazie alla collaborazione con un’azienda vitivinicola siciliana. Non beveva ancora e non aveva assolutamente idea di cosa il meraviglioso mondo del vino e della gastronomia celassero!!!

La curiosità per il mondo del vino cresce al punto da spingerla a lasciare la Sicilia. Frequenta il mondo AIS, ma decide di sposare i principi e i metodi dell’Onav. Si diletta a “parlar scrivendo” bene o male dei posti in cui si ferma a mangiare e degustare. Esperta degustatrice, Donna del Vino, esperta di analisi sensoriale, collabora con enti, consorzi e aziende vitivinicole…da qualche anno è entrata nel mondo degli Artigiani Birrai del FVG.

Nel 2009 viene adottata da Winesurf, giornale per il quale, ispirazione permettendo, scrive e degusta senza smettere mai di imparare.


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