A Vinexpò il nostro inviNato tra WOW, Alibaba e il terroir del Ningxia2 min read

Matteo Renzi incontrò a Vinitaly il fondatore di Alibaba, Jack Ma…ma per l’appunto! Jack Ma invece oggi ha siglato uno strategic agreement con Vinexpò. Un’ottima carta che consentirà di promuovere ulteriormente la piattaforma-fiera francese nel grande mercato cinese e rafforzarne il profilo presso gli operatori e il pubblico dei consumatori tramite il network Alibaba.

La liaison tra Francia e Cina in termini di vinicoltura è fatto noto e quest’ ultima notizia, non certo inaspettata, altro non fa che aggiungere un ulteriore tassello all’allenza franco-cinese.

A Vinexpo’, questa è la seconda notizia del giorno per importanza : la prima è che avendo dimenticato le chiavi del camper attaccate alla serratura dello stesso, sono dovuto ritornare di corsa al campeggio, subendo due volte il rito del palpeggio perquisitorio.

Oggi era la giornata dedicata all’assaggio dei vini cinesi e dei WOW(World of Organic Wines), la cui postazione domina uno degli ingressi principali. Un chiaro segnale, e non certo il solo, dell’attenzione che questo 19^ Vinexpo’ ha nei confronti del mondo bio.

Veniamo ai cinesi : Il terroir più acclamato e pubblicizzato è quello di Ningxia, un’area situata nelle pendici orientali del Helena Mountain, al centro della cosidetta cintura d’oro della viticoltura cinese. L’area fieristica riservata alla Cina vanta una ventina di cantine ma, contrariamente a quanto si possa pensare, i laboriosi cinesi si sono dati latitanti (o latipochi se vi piacciono i Macchi-cazzeggi) e assaggiare tutti i vini, una settantina mal contati, ha richiesto parecchio tempo.

I più potabili mi sono sembrati i vini di Silver Heights e Kanaan Winery. Sopratutto i rossi basati sul Cabernet Sauvignon che dimostrano una certa espressivita fruttata non soffocata da eccessi alcolici: sono comunque abbastanza approssimativi sul piano dell’estrazione tannica e della sua qualità. I bianchi, anche da vitigni ben equipaggiati di loro dal punto di vista aromatico come  Riesling e Sauvignon Blanc, li ho trovati abbastanza inespressivi.

In ogni caso si tratta di una viticoltura promettente che al momento fatica ad esprimersi in maniera più netta in quanto, presumibilmente  incamiciata in protocolli tecnici massicci. Chateau Hedong, Chateau Lanny, Great Wall Yunmo, Guanland sono le altre cantine di cui presto i mercati sentiranno parlare.

Alla domanda a quale tipo di consumatore sono destinati questi vini mi sono sentito rispondere alla middle class cinese, giovane e urbanizzata. La seconda domanda su quale range economico si colloca questa middle class mi è stato detto tra i 22 e I 25.000 dollari americani. Non male direi, nevvero?

E questo è tutto per oggi dal vostro inviNato a Bordeaux. A domain con una panoramica sui WOW

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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